Maria Luisa Romiti
Milano Il mobile payment cresce sia nei valori “in atto” relativi alle soluzioni più consolidate, sia in quelli “in potenza” che misurano le opportunità relative alle soluzioni più innovative. Infatti, secondo l’Osservatorio Nfc & Mobile Payment – al quarto anno di attività – il mercato in Italia è in forte crescita, proseguendo il trend molto positivo già delineato nel 2011. La ricerca ha preso in considerazione sia i servizi di mobile payment – dove il solo pagamento è attivato attraverso un cellulare – sia quelli di mobile commerce – in cui più fasi del processo commerciale avvengono appoggiandosi a questo dispositivo (l’acquisto di un titolo di viaggio, la fruizione di coupon e così via). Inoltre, è stato distinto il contesto di utilizzo tra remote e proximity, alla base di due grandi tipologie di servizi: il Mobile Remote Payment & Commerce – si usa la rete cellulare come tecnologia di trasferimento dei dati e pagamento “a distanza” – e il Mobile Proximity Payment & Commerce che utilizza tecnologie a corto raggio (in primis l’NFC – Near Field Communication) per iniziare il pagamento e scambiare le credenziali di autenticazione. Secondo lo studio il Mobile Remote Payment & Commerce è passato da 700 milioni di euro del 2011 a oltre 900 milioni di euro del 2012, con una crescita del 30 per cento. Di questi 470 milioni di euro derivano dall’acquisto dei contenuti digitali per smartphone,
in crescita del 15% rispetto al 2011: gli italiani preferiscono acquistare applicazioni dagli app store – in crescita del 20% – mentre sono in calo gli acquisti tramite SMS (-12%). Circa 310 milioni di euro arrivano dall’utilizzo per beni e servizi, che registra un incremento del 60 per cento. Contribuisce a questo successo la crescita del Mobile Remote Commerce, ovvero gli acquisti online che implicano anche l’uso del cellulare in una o più fasi: turismo e trasporti, coupon, aste e gruppi di acquisto sono i settori più attivi (86% del valore delle transazioni). All’interno dei 310 milioni di euro, 130 milioni sono da attribuire al pagamento diretto con cellulare a fronte di un servizio, dei quali circa l’80 per cento è stato speso per acquistare ricariche telefoniche e pagare i bollettini e il restante 20% per il pagamento di servizi soprattutto nell’ambito della mobilità (sosta, biglietti del trasporto pubblico locale, taxi, e così via). Gli ultimi 150 milioni di euro derivano dal mobile money transfer: l’84% è rappresentato dall’acquisto di ricariche di carte prepagate. Secondo lo studio, l’affermazione del pagamento tramite cellulare è legata soprattutto allo sviluppo del Mobile Proximity Payment – uso dello smartphone come una carta di credito mediante SIM NFC. Nel 2012 vi erano circa 30.000 terminali POS NFC attivi (circa 5.000 nel 2011), che a fine 2013 potrebbero diventare 170 mila, si contavano circa 2,5 milioni di telefoni NFC già venduti che, secondo le stime più conservative, diverranno circa 6 milioni a fine anno. Infine, dal 2011 al 2012 le carte contactless sono passate da 750.000 a oltre 2 milioni. Secondo la simulazione del Politecnico di Milano, a fine 2016 e con riferimento ai due scenari – modalità tiepida o convinta con cui gli attori dell’ecosistema gestiranno la creazione di servizi e la diffusione di tecnologia per fruirli – ci saranno tra i 6 e i 10,3 milioni di utenti. A fronte di un parco cellulari NFC medio che supera i 25 milioni di unità, quello degli esercenti dotati di POS NFC oscillerà tra i 405.000 e i 610 mila e il valore dei pagamenti varierà dai 4,7 miliardi ai 10,8 miliardi di euro. Nel grafico, la suddivisione dei pagamenti “in mobilità” per tipologie. Crescono anche quelli “contactless”