Secondo uno studio pubblicato da Munich Re i premi del settore assicurativo asiatico e del Pacifico raddoppieranno nel 2020 superando il trilione di euro e rappresentando metà della raccolta primaria stimata. Il contributo dei mercati emergenti asiatici come Cina o India dovrebbe essere vicino al 70% intorno ai 670 mld di euro.
Ben cinque dei primi dieci paesi per crescita assicurativa apparterrà, secondo il colosso riassicurativo bavarese, a questa zona, con la Cina in testa per maggiore dinamismo, seguita dagli USA e dal Giappone.
Nei paesi asiatici emergenti, i premi P/C crescono attualmente ad un ritmo dell’11% annuo, che è il doppio delle regioni dell’Est Europa (al secondo posto per crescita).
Cina, India e Indonesia saranno i tre paesi con maggiore crescita nel ramo, con una crescita media di oltre il 12% per il periodo 2012-2020 in Cina e India e di almeno il 10% in Indonesia.
Altri paesi emergenti come Vietnam, Filippine, Malesia e Tailandia vedranno una crescita tra il 6 e l’8%.
Questo è dovuto ad una maggiore consapevolezza del rischio e alla crescita della classe media.
Una maggiore consistenza dei risparmi da parte dei consumatori spinge verso la richiesta di prodotti vita e malattia, mentre i cambiamenti normativi e la tutela del consumatore spingono la domanda di assicurazione auto ed rc e i maggiori investimenti in infrastrutture spingono il comparto dell’assicurazione industriale.
Tuttavia i paesi emergenti continueranno a rimanere sottoassicurati, soprattutto contro le catastrofi naturali. Le statistiche di lungo periodo di GeoRisksResearch di Munich Re mostrano che dal 1980 il 40% delle catastrofi naturali mondiali ha colpito l’Asia-Pacifico, con il 45% dei danni economici globali, ma solo il 18% di essi assicurati. E negli ultimi trent’anni le catastrofi collegate al meteo sono triplicate.
Per fare un paragone la percentuale di danni assicurati in Nord America è stato pari al 64%.
Il rischio in Asia è in continua crescita, con l’incremento della popolazione, l’aumento di attività di valore in zone esposte che contribuiscono a rendere più vulnerabile la zona.
Ludger Arnoldussen, membro del board di Munich Re Board responsabile per la zona Asia-Pacifico ha detto:
“Misure per limitare i danni sono strumenti effettivi per proteggere le comunità su base sostenibile. Analizzare e ridurre il rischio e offrire soluzioni assicurative adeguate aiuta a ridurre considerevolmente l’impatto umano e finanziario dei disastri naturali. Ridurre il gap esistente nelle coperture assicurative è uno strumento molto importante per sostenere la crescita a lungo termine. Allo stesso tempo devono essere introdotte a livello governativo efficaci soluzioni contro le catastrofi”.
Tali strategie a lungo termine includono la programmazione di dove costruire, il miglioramento delle tecniche di costruzione o la creazione di infrastrutture come dighe, ma anche aumentare gli incentivi per prevenire la non assicurazione o la sotto assicurazione nel settore privato e commerciale.
Il settore assicurativo deve migliorare il suo risk assessment nella regione, tenendo conto del rapido sviluppo che porta alla creazioni di nuove punte di esposizione e “hot-spot locations”, che possono avere un impatto sulla catena di fornitura mondiale.
Munich Re ha sviluppato il “RiskMapper” per assistere i propri clienti nell’analisi e gestione della propria esposizione.
Alcuni governi, spinti dall’aggravarsi dei disastri naturali nella zona negli ultimo tre anni e dalla crescente esposizione nei paesi emergenti, stanno già cercando soluzioni più efficienti di disaster-risk management. Invece che ricercare soluzioni per finanziare la riparazione dei danni a posteriori del verificarsi di un evento, vi sono approcci più lungimiranti che mirano alla riduzione del rischio, alla prevenzione e alle appropriate soluzioni assicurative.
Cresce comunque la consapevolezza che vi devono essere sforzi congiunti tra pubblico e privato per affrontare questi rischi.