Utile netto in crescita del 17,2% per Banca Fideuram, la società del gruppo Intesa Sanpaolo che ha chiuso il 2012 con un risultato di 205,3 milioni contro i 175,1 milioni del 2011. A crescere sono state sia le masse sia la raccolta netta. Le prime, che hanno beneficiato anche dell’andamento positivo dei mercati, sono passate da 70,9 a 79,3 miliardi, mentre la raccolta netta totale è passata da 1,7 a 2,3 miliardi. Flussi confluiti soprattutto verso le polizze assicurative, considerando che la raccolta di risparmio gestito della banca guidata da Matteo Colafrancesco è stata di 2,7 miliardi, a fronte di un saldo negativo di 31 milioni registrati nel 2011. In aumento anche il numero dei private banker, saliti a 5.082 professionisti dai 4.850 del 2011. A livello di spa l’utile netto è ammontato a 227,6 milioni (da 42,3 milioni) consentendo al cda di proporre all’assemblea la distribuzione di una cedola più che doppia rispetto al 2011, con un dividendo unitario di 0,163 euro rispetto ai 0,041 dell’anno precedente. Le spese di funzionamento sono diminuite del 2,2% a 315,8 milioni e il cost/income ratio è pari al 45,3 dal 44,5%. Ampiamente sopra i minimi richiesti i parametri patrimoniali, con un tier 1 ratio al 18,9% (dal 16,9%). Per l’ad Colafrancesco «in un contesto ancora avverso, il nostro modello di business conferma la sua vitalità. I ricavi accelerano, spinti dalla raccolta netta, in particolare gestita, e dalle commissioni nette. Una gestione accurata dei costi ci ha consentito, inoltre, di poter continuare a investire sul un modello operativo che sfrutta a pieno le potenzialità della tecnologia. Tutti elementi che contribuiscono a rendere il nostro gruppo una realtà molto attraente per i migliori professionisti del settore». (riproduzione riservata)
L’utile di Fideuram migliora del 17%
di Anna Messia