Fare chiarezza sul fenomeno del caro Rc auto, svelandone le cause profonde e denunciando false vulgate ed effimere soluzioni, ma soprattutto farlo a Napoli, dove il problema economico assume i tratti di una vera e propria emergenza sociale. Con questo intento si è svolto venerdì 22 marzo, il convegno “L’assicurato nella morsa tra il caro Rc Auto e i rischi della disintermediazione” organizzato da Uea in partnership con l’Università Parthenope, uno dei sei atenei del capoluogo campano.
In una sala gremita, nel suggestivo contesto di Villa Doria D’Angri, affacciata sul mare di Posillipo, il dibattito ha visto la partecipazione di esponenti del mondo Uea e docenti universitari, ed è stato anche l’occasione per commemorare Mimì Assini – agente e presidente del Gruppo Agenti La Fondiaria venuto a mancare lo scorso gennaio – di cui il chairman Francesco Barbieri e Giuseppe Mollica hanno restituito un ritratto commosso e appassionato.
Fuori programma la partecipazione al convengo dell’onorevole Paolo Russo, deputato campano in forza al Pdl, che ha inaugurato la 17esima legislatura promuovendo una proposta di legge che riguarda proprio l’Rc auto. “In sostanza – ha spiegato Russo – si tratta di riaffermare un principio di uguaglianza e chiedere che agli automobilisti virtuosi, a prescindere che risiedano a Napoli o a Belluno, si applichino le stesse tariffe e che venga cancellata quella che rappresenta una vera e propria tassa per i cittadini della Campania”.
E proprio in tema di “tasse”, Stefano Fiorentino, docente di diritto tributario dell’Università di Salerno, ha rilevato come la possibilità data alle Province di aumentare l’aliquota del tributo relativo all’Rc auto fino ad un massimo del 16% ponga un fondamentale problema in termini di ancoraggio alle garanzie costituzionali. “Si tratta di un gravame tributario iniquo e con forti profili di illegittimità – ha sottolineato Fiorentino – in quanto l’imposta, per sua natura, deve essere relativa alla capacità contributiva del soggetto chiamato a pagarla, altrimenti contraddice l’articolo 53 della Costituzione. Ma è evidente che a Napoli non si paga di più perché ci sono più soldi, ma per una serie di fattori indipendenti dal reddito dell’assicurato”.
Il consigliere Uea, Vittorio Brambilla di Civesio ha fornito invece alcuni dati di scenario che aiutano a comprendere, attraverso il confronto con gli altri paesi, le peculiarità del “caso italiano” rispetto ad esempio ai cugini francesi che hanno una frequenza sinistri del 4,4% contro la nostra pari all’8,6%, e una frequenza di incidenti con danno alla persona del 10% contro il “nostro” 21%; stessa cosa dicasi per il numero di feriti (200mila contro 1,1 milioni) e per il monte risarcimenti (6,5 mld contro 15 mld). Dati che configurano un caro tariffe che porta al fenomeno dell’evasione dell’obbligo assicurativo per “stato di necessità”, e alla cifra abnorme di 4 milioni di veicoli non assicurati con l’inevitabile aumento del contributo al Fondo Vittime della Strada, sempre più una sorta di bad company italiana. Secondo Uea, le risposte a questa situazione allarmante per i suoi risvolti sociali, non possono essere ricercate nella disintermediazione bensì nell’incremento “del ricorso alla mutualità nel calcolo delle tariffe e in una personalizzazione tariffaria più trasparente legata al conducente e non al veicolo. A questo vanno aggiunte la Banca dati sinistri unica; l’Anagrafe dei testimoni presso i Tribunali; il libero accesso al PRA da parte delle compagnie e dei propri agenti, ed alla banca dati Ania; la dematerializzazione dei contrassegni; l’inasprimento delle pene per tutti i partecipanti alle truffe assicurative e sanzioni significative anche da parte degli Ordini professionali per medici, avvocati, periti; sanzioni amministrative accessorie per conducenti di veicoli oggetto delle truffe assicurative e per chi elude l’obbligo di assicurazione. E ancora, la modifica del metodo di calcolo del cosiddetto rapporto S/P, riferito alle agenzie, sulla base del poco trasparente metodo del combined ratio, all’interno del quale le compagnie fanno rientrare costi impropri e voci che nulla hanno a che vedere, tanto con la gestione ed il risarcimento dei sinistri, tanto dell’attività di agenzia. E infine, l’obbligo della doppia firma per l’attivazione dell’indennizzo diretto e il ritorno ad una liquidazione tecnica dei sinistri anziché basata su calcoli di convenienza economica del rimborso a forfait”.
La prima parte del convegno si è chiusa con la disamina di Luca Pigaiani, responsabile dell’ente di formazione di DAS Difesa Legale, sul fondamentale ruolo sociale della Tutela Legale a necessario completamento della polizza Rc Auto e sull’importanza della consulenza professionale dell’intermediario.
Sul tema della disintermediazione sono invece intervenuti Vincenzo Maria Cesaro, docente di diritto privato presso l’Università Parthenope ed il consigliere Uea, Alfonso Santangelo,chiarendo i rischi per il consumatore derivanti dalla scelta della polizza Rc auto tramite il solo parametro del prezzo, andando incontro inconsapevolmente ad un sostanziale impoverimento delle coperture.
Cesaro in particolare ha rilevato come i comparatori siano operatori privati che di fatto si sostituiscono all’intermediario senza essere sottoposti alle regole di trasparenza e correttezza a cui è soggetta la categoria. “Questo scenario – ha sottolineato – configura una grave violazione della tutela del consumatore che non viene messo nelle condizioni di capire effettivamente le specifiche della polizza che sottoscrive ”.
Su questo punto Santangelo ha ribadito come il tentativo di eliminare l’intermediazione professionale configuri un vantaggio solo per i comparatori e non per gli utenti che, al contrario, “vengono privati della possibilità di esprimere i loro reali bisogni assicurativi e dunque di ottenere coperture rispondenti alle loro esigenze specifiche”; e come il problema della sperequazione tariffaria tra Nord e Sud non possa essere risolto attraverso la disintermediazione, ma richieda interventi strutturali volti a contrastare il fenomeno della non assicurazione.
In conclusione il Presidente Uea, Filippo Gariglio, ha richiamato il mondo politico ed assicurativo alla necessità di sgombrare il campo da considerazioni demagogiche “per riaffermare il valore della mutualità, per affrontare definitivamente la questione dei risarcimenti e per avere il coraggio di dire che l’Rc auto non è una comodity, ma un servizio, legato alla gestione dei sinistri, e che per questo richiede una consulenza professionale”.
Nei prossimi giorni saranno disponibili sul website di Uea (www.uea.it) le videointerviste realizzate ai relatori in occasione del convegno e la fotogallery dell’evento.