In Italia i mutui casa sono i più cari d’Europa, quindi di comprare casa non si parla nemmeno. E allora gli italiani, soprattutto i giovani, sono alla ricerca di nuove soluzioni. Un esempio è l’affitto con riscatto, già molto diffuso all’estero ma da noi ancora allo stato embrionale. Iniziative di questo tipo si sono viste soprattutto nel Nord, tra Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Lazio. Alla fine del 2012, secondo il sito specializzato www.mutui.it, questa nuova soluzione ha registrato un aumento del 13% dal lato dell’offerta e un +9% per quanto riguarda la domanda. La formula prevede la stipula di due contratti: uno di normale locazione (a canone superiore al mercato, perché finanzia in parte l’acquisto) e uno di opzione, in forza del quale si stabilisce che l’inquilino può acquistare la casa allo scadere del contratto (in genere dopo tre anni) al prezzo di listino meno le somme versate come affitto. L’affitto con riscatto può essere vantaggioso per chi non dispone della cifra necessaria a versare l’acconto per il mutuo o vuole rimandarne l’accensione a un periodo successivo. La formula presenta vantaggi anche sul piano fiscale: è infatti il proprietario che è tenuto a pagare l’Imu e, nel momento in cui l’inquilino decide di acquistare la casa, lo fa al prezzo bloccato all’atto della stipula. Quali sono invece gli svantaggi? Senz’altro il canone più alto della media (in media si tratta del 15% in più), al quale si aggiunge la mancanza di garanzie in caso di fallimento del venditore (gli esperti consigliano di ricorrere a una fideiussione se si acquista da un’impresa costruttrice) ma soprattutto il fatto che, se l’inquilino, alla scadenza del contratto, recede senza acquistare l’immobile, alla fine avrà solo pagato un affitto più alto senza la possibilità di riavere indietro la metà del canone versato ogni mese. (riproduzione riservata)