di Andrea Di Biase
Unipol fa un importante passo in avanti verso Fondiaria- Sai. Nella serata di ieri le sette banche creditrici di Premafin (Unicredit, Mediobanca, Banco Popolare, Intesa Sanpaolo, Cariparma, Bpm e Ge Capital) hanno inviato alla holding presieduta da Giulia Ligresti la comfort letter con il proprio gradimento di massima alla proposta di ristrutturazione del debito da 368 milioni presentata da Unipol nell’ambito del piano di integrazione con FonSai. L’invio del documento, attraverso il quale gli istituti creditori comunicano al vertice di Premafin il proprio impegno a sottoporre, con parere favorevole, l’accordo sul debito ai propri organi deliberanti, era uno dei passaggi fondamentali per l’approvazione del bilancio 2011 della holding e la successiva convocazione dell’assemblea straordinaria per l’approvazione dell’aumento di capitale da 400 milioni riservato a Unipol. A questo punto l’ultimo tassello necessario al cda di Premafin (convocato per il 30 marzo) per procedere secondo la tabella di marcia è la conclusione del lavoro dell’advisor Maurizio Dallocchio relativo all’impairment della partecipazione in FonSai. Lavoro che dovrebbe essere pronto per il 23 marzo. A sbloccare l’impasse che sembrava essersi creata sulla ristrutturazione del debito avrebbe contribuito in maniera importante la nuova proposta avanzata da Unipol la scorsa settimana e annunciata da Carlo Cimbri nel corso dell’assemblea della compagnia bolognese di lunedì. Rispetto al piano originario, che prevedeva il riscadenziamento di una tranche di debito per 218 milioni e l’emissione di un prestito convertendo da 150 milioni, la nuova proposta prevede l’innalzamento a 225 milioni dell’importo del bond (che ai fini di Solvency vale come capitale) mentre la quota di debito riscadenziato scenderà a 143 milioni. Il fatto che la compagnia bolognese si sia inoltre impegnata a sottoscrivere una tranche del convertendo fino a 75 milioni ha ulteriormente contribuito a spingere le banche verso l’ok. Ma questa mossa dei bolognesi avrebbe avuto un peso non indifferente anche nei confronti delle autorità di vigilanza. Come riportato ieri da MF-Milano Finanza, sia la Consob sia l’Isvap non sarebbero state particolarmente calde di fronte all’ipotesi, avanzata dai bolognesi, di procedere alla fusione di Premafin nella nuova compagnia che dovrebbe nascere dall’integrazione tra FonSai, Milano Assicurazioni e Unipol Assicurazioni, considerato che la holding avrebbe portato in dote solo debiti per 218 milioni, penalizzando così in parte gli azionisti di minoranza di FonSai e Milano. La decisione dei bolognesi di ridurre la quota di debito che finirà nella nuova compagnia (che oltre all’aumento da 1,1 miliardi di FonSai potrà contare anche su altri 600 milioni di capitale portati in dote da Unipol Assicurazioni) sembra abbia alla fine persuaso le authority a non chiedere modifiche sostanziali dell’operazione, troncando così le speranze di Matteo Arpe di una imminente caduta dell’esclusiva tra Premafin e i bolognesi, legata proprio a una possibile modifica della proposta di Via Stalingrado. Intanto alcune case di investimento si sono pronunciate sull’offerta di Sator e Palladio, la cui scadenza è fissata per la mezzanotte di oggi. Cheuvreux, ad esempio, esprime scetticismo sulla proposta di Arpe e Meneguzzo definendo l’offerta «non eccitante». Per Equita, invece, il punto debole è la mancanza di sinergie, previste invece nel piano Unipol, anche se «sarebbe un’operazione più semplice che eviterebbe di far confluire il debito di Premafin in Fondiaria». A detta degli analisti di Kepler il piano di Sator e Palladio è «credibile, ma improbabile »; per il broker, infatti, l’offerta Unipol ha maggiori possibilità di successo avendo il al supporto delle banche creditrici di Premafin e FonSai. Come dimostra anche l’invio della comfort letter. (riproduzione riservata )