Sace non dà i numeri: dopo il Cda di ieri, riunito per esaminare il preconsuntivo 2011, la società si è limitata
a comunicare di aver conseguito, in un contesto notoriamente difficile, «risultati superiori a quanto previsto nel Piano industriale 2011-13» (del resto molto prudente: prevede una ripresa dei volumi export ai livelli pre-crisi non prima
del 2012). Tuttavia «i volumi della nuova produzione nel corso del 2011 hanno superato i livelli 2010», quando i premi lordi, in forte ripresa sul 2009, avevano raggiunto quota 532,8 milioni di euro. Se è così, molto deve essere stato
fatto nell’ultimo trimestre, perché i dati al 30 settembre, inferiori di oltre un terzo rispetto all’anno precedente, indicavano una raccolta premi lordi di 241,7milioni di euro. Per fortuna anche i sinistri pagati
erano indicati in forte arretramento. Molto ridotto anche l’utile netto, quasi dimezzato nei primi nove mesi, a 117,3 milioni di euro, anche a causa dei risultati negativi della gestione patrimoniale e finanziaria. Nel 2010 l’utile netto era
stato di poco inferiore ai 410 milioni di euro, quasi l’11 per cento in meno rispetto all’anno precedente.