Slitta il via libera ai conti di Premafin, e con esso si allungano i tempi relativi all’accordo sul debito con le banche e, dunque, anche all’operazione con Unipol. Sarà questo, secondo quanto risulta a F&M, l’esito del cda di venerdì 16 marzo che, contrariamente alle aspettative, non dovrebbe esaminare i dati definitivi di bilancio del 2011 né deliberare sull’accordo di ristrutturazione del debito. Il board dovrebbe invece limitarsi a fare il punto della situazione sui numerosi fronti aperti. A cominciare dalla trattativa con gli istituti di credito sul debito da 368 milioni. Ciascuna banca, prima che Premafin possa dare il via libera all’accordo – passaggio indispensabile per procedere con il piano di riassetto del gruppo Ligresti giunto da Unipol – è chiamato a firmare una comfort letter. E a ieri i documenti non risultavano ancora pronti, anche perché alcune banche attendono di conoscere ulteriori dettagli sul piano industriale della compagni a bolognese. L’approvazione del bilancio, invece, potrebbe slittare per i tempi lunghi richiesti dal lavoro di «impairment test» sulla partecipazione in Fonsai (in carico a 7,4 euro mentre ieri in Borsa il prezzo di chiusura è stato di 1,239 euro). Al lavoro per la valutazione c’è Pricewaterhouse, sul cui risultato dovrebbe poi esprimersi il professore della Bocconi, Maurizio Dallocchio, in qualità di consulente di Premafin. Non si può escludere che il cda di venerdì della holding che custodisce il 36% di Fonsai possa cogliere l’occasione per formulare qualche richiesta ulteriore proprio in relazione all’impairment test in corso. Per l’approvazione dei numeri del bilancio 2011, invece, sembra plausibile che si vada alla prossima settimana. Va, tuttavia, sottolineato che un eventuale slittamento di un board per l’approvazione dei conti deve essere comunicato in via ufficiale; e a ieri non era giunta ancora alcuna nota in questo senso da parte di Premafin. Siccome, in linea teorica, una comunicazione di questo tipo potrebbe essere fatta anche il giorno prima, la sensazione è che la hodling presieduta da Giulia Maria Ligresti stia prendendo tempo, in attesa di vedere gli sviluppi sia dal fronte bancario sia per quel che riguarda il nodo della valutazione di Fonsai. Diverso il discorso dei concambi relativi alla fusione, pure al vaglio di esperti e consulenti: le forchette, essendo strettamente riferite all’offerta di Unipol (e non connesse con l’approvazione del bilancio), sicuramente non saranno pronte per il cda di Premafin del 16. E dunque nemmeno per quello di Milano Assicurazioni di oggi e quello di Fonsai di domani (convocati per l’ok ai conti 2011). Ieri, intanto, Giulia Ligresti e Andrea Novarese, rispettivamente presidente e dg di Premafin, si sono recati in Unicredit per incontrare il numero uno dell’investment banking di Piazza Cordusio, Vittorio Ogliengo. «Andiamo avanti con Unipol come da contratto», ha dichiarato Novarese all’uscita da Unicredit. Da ricordare che già nei giorni scorsi Premafin si era detta impossibilitata a rispondere all’offerta alternativa giunta da Palladio e Sator per via sia dell’esclusiva con Unipol sia del fatto che le banche non siano allineate. Nel frattempo, si è appreso che il cda di lunedì di Finsoe, cui fa capo il controllo di Unipol, si è espresso a favore dell’aumento di capitale da 300 milioni che sarà sottoposto venerdì 16 marzo all’assemblea dei soci e che è un passaggio fondamentale perché si possa procedere con la ricapitalizzazione della compagnia bolognese. Mancherebbero all’appello ancora 400 milioni da mondo delle Coop, che potrebbero essere riperiti tramite dismissioni o finanziamenti.