Generali Assicurazioni ha chiuso il 2011 con un utile netto in calo a 856 milioni di euro (1,7 mld in 2010). Un dato – ha spiegato la compagnia triestina in una nota – condizionato in misura consistente da svalutazioni nette straordinarie per 1,017 miliardi, riferibili in particolare ai titoli governativi greci in portafoglio – il cui valore è stato abbattuto del 76% – e a Telco, la scatola che controlla il 22,4% di Telecom e di cui le Generali detengono una quota del 30,6%, che è stata infatti ulteriormente svalutata, dopo che il valore del titolo è stato rivisto a 1,5 euro/azione dai precedenti 1,8 euro.
Il risultato operativo si è attestato a 3,9 miliardi di euro (4,1 mld nel 2010), con il ramo danni in crescita del 38,3% e un risultato operativo migliorato a 1,6 miliardi. I premi lordi in questo segmento sono cresciuti a 22,8 miliardi (+3,2%). Il ramo vita accusa invece una contrazione del 16% con la raccolta netta che si attesta a 5,8 miliardi. Si tratta – ha sottolineato in una nota la compagnia – della migliore performance del mercato europeo. A fronte di una contrazione del 9,3% dei premi vita a 46,4 mld, i premi annui sono cresciuti del 3,4% e i margini sulla nuova produzione si sono attestati al 20,4%.
La struttura del capitale si è inoltre rafforzata nei primi mesi del 2012, grazie in particolare al calo dei rendimenti dei titoli governativi italiani. La solidità è anche riconducibile al miglioramento, al primo marzo 2012, dell’indice di Solvency I a 132% (117% al 31/12/11), tornato a livelli pre-crisi. Il patrimonio netto a fine 2011 è inoltre sceso a 15,486 miliardi (17,49 mld in 2010). Il Cda proporrà all’assemblea dei soci di autorizzare la distribuzione di un dividendo di 0,2 euro/azione (0,45 euro in 2010), pari a 310,6 milioni, con un pay-out del 36,4%. Lo stacco cedola è previsto dal 21/5.
Per quanto riguarda le aspettative per i prossimi mesi, il Leone prevede di confermare – nel settore vita – i livelli di raccolta raggiunti lo scorso anno, privilegiando tuttavia nella nuova produzione prodotti a più basso assorbimento di capitale e quindi a più alto valore, con una conseguente tenuta della marginalità tecnica. Per il ramo danni, invece, si attende una conferma dei tassi di crescita della raccolta derivante sia dall’andamento del business non auto sia di quello auto. La politica degli investimenti continuerà a basarsi su una prudente asset allocation focalizzata a consolidare la redditività corrente e a ridurre l’assorbimento di capitale. Si continuerà, inoltre, a implementare la strategia di riduzione del rischio di portafoglio. Infine, la compagnia prevede una riduzione delle significative componenti straordinarie che hanno inciso nel 2011, con una crescita del risultato operativo sia vita sia danni, nonché del risultato netto di gruppo.
“Nel corso di un anno segnato dall’aggravarsi della crisi del debito sovrano, abbiamo confermato la nostra capacità di realizzare solidi risultati industriali, continuando inoltre a rappresentare un punto di riferimento per i risparmiatori”, ha commentato il Ceo di Generali, Giovanni Perissinotto.
“Non è semplice essere ottimisti dopo un anno difficile come il 2011, ma vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno. Con ogni probabilità, abbiamo toccato il fondo e da qui in avanti la strada sarà in risalita. Riteniamo quindi che il 2012 sarà un anno di consolidamento e di ricostruzione della fiducia, mentre dal 2013 avverrà una maggiore stabilizzazione”, ha detto ancora Perissinotto, aggiungendo che “continueremo anche durante il 2012 la nostra politica per cercare di ridurre il rischio di portafoglio”.
Perissinotto ha confermato che per finanziare il flusso cedolare, preservare i propri requisiti patrimoniali e – nel caso – per fare fronte all’esercizio nel 2014 dell’opzione put che il gruppo ceco Ppf può far valere per vendere la propria quota della jv nell’est Europa, Generali “farà affidamento sulla propria capacità di finanziamento, oltre che sulle risorse interne e su eventuali, piccole cessioni”.