Nessuna fusione con Premafin, ma un merger tra Fonsai e la controllata Milano Assicurazioni per semplificare la struttura del business. Questo il cuore del piano industriale presentato ieri da Sator e Palladio che prevede nel 2015 per Fonsai un solvency ratio oltre il 160% contro il 78% del 2011, con un utile netto consolidato – post fusione con Milano Assicurazioni – superiore a 420 milioni, rispetto alla perdita di 852,7 milioni dello scorso anno. «Non vediamo nessuna possibilità di fondere Premafin con Fonsai. Premafin – ha spiegato ieri Matteo Arpe vicepresidente e ad di Sator, in conference call insieme a Roberto Meneguzzo e Giorgio Drago di Palladio – deve essere ricapitalizzata solo per supportare il rilancio di Fonsai». Il numero uno di Sator ha poi approfittato della conferenza – dov’erano collegati oltre 200 investitori – per confrontare il suo piano con quello di Unipol, indicando pro e contro delle due proposte, anche se quella di Sator e Palladio non è ancora stata presa in considerazione da Premafin per motivi esclusivamente legali. Il piano di Unipol per il salvataggio di Fonsai «sembra complicato ed effettivamente lo è», ha risposto Arpe, che poi ha aggiunto: «La nostra proposta per Fonsai punta a liberarla da una cattiva governance e da un’operazione peggiore». Il riferimento va al migliore solvency ratio, visto che il piano proposto dalla compagnia bolognese prevede una fusione a quattro con Premafin e Milano Assicurazioni, con accollo da parte della nuova compagnia assicurativa del debito in capo alla holding e conseguente impatto negativo sul solvency ratio. Grazie al piano delle due finanziarie, «Fonsai ricapitalizzata e indipendente, sfruttando il proprio potenziale di crescita, raggiungerebbe un margine di solvibilità più alto e prossimo ai 140 punti percentuali», ha precisato Arpe. In poche parole, il piano di Palladio e Sator (che prevede solo una classe di azioni rispetto alle sei che resterebbero con il piano Unipol) farà di Fondiaria-Sai una compagnia «indipendente e finanziariamente forte», ha detto Arpe, aggiungendo che il progetto presentato dalle due finanziarie offre «una soluzione semplice, realizzabile, efficace e immediata» per il rilancio della compagnia. Fonsai «è una buona società, con un buon potenziale in attesa di venir liberato», ha poi aggiunto Meneguzzo. Quanto alla cedola, il numero uno di Sator ha precisato: «Non ci aspettiamo alcun dividendo nel primo periodo di ristrutturazione, la cedola è prevista al 2014». Passando agli altri obiettivi, il business plan prevede per Fonsai nel 2015 una raccolta premi nei rami danni di 7,4 miliardi (+1,2% di cagr 2011-15), con un miglioramento del combined ratio al 97% dal 112,1% dello scorso anno e un incremento del 3% della raccolta vita a 4,2 miliardi. Previste anche la dismissione di una serie di partecipazioni strategiche che non rispondono a obiettivi industriali. E in lista per essere ceduti ci sono la serba Ddor, Liguria-Sasa, Banca Sai, Ata Hotels e altre attività nei comparti immobiliare, agricolo e sanitario. E la revisione della strategia di Popolare Vita, la jv nella bancassurance con il Banco Popolare. Un alleggerimento dovrebbe esserci anche tra le partecipazioni strategiche come Generali, Unicredit, Mediobanca, Mps, Gemina, Rcs e Pirelli, il cui peso sul portafoglio è molto superiore alla media dei concorrenti europei. Piccolo problema: al momento Premafin resta ancorata all’esclusiva con Unipol. E se l’operazione andasse in porto con la compagnia bolognese al momento non esiste «alcun piano B nè alcuna strategia di uscita» da Fonsai, ha aggiunto Arpe, precisando che Palladio e Sator hanno complessivamente l’8% di Fonsai e non hanno alcuna azione in altre società della catena né nel gruppo Unipol. Arpe ha detto che l’esclusiva è «una questione molto giuridica, tutta italiana» che verrebbe a decadere alla prima modifica del piano originario tratteggiato con Unipol, che «non va bene in un piano di salvataggio». In Borsa, intanto, Fonsai anche dopo la presentazione del piano si è mossa attorno alla parità (- 0,70% a 1,27 euro), mentre è volata Premafin (+7,87%).