B. Carige ha chiuso il 2011 con un utile netto consolidato di 186,7 mln, in aumento del 5,3% rispetto all’esercizio 2010.
B. Carige sottolinea che “pur in tale difficile contesto il gruppo è riuscito a conseguire un utile netto significativo e in aumento, grazie alla crescita delle quantità intermediate, ad un attento monitoraggio del credito e al controllo dei costi operativi”.
Le quantità hanno registrato lo sviluppo sia della raccolta complessiva (+2,6% a 52 mld), sia degli impieghi (+8,5% a 27,5 mld) a conferma della costante azione del gruppo di sostegno alle imprese e alle famiglie operanti nel tessuto economico di riferimento; in particolare i finanziamenti alle imprese sono aumentati del 4,6% a 15,4 mld e quelli alle famiglie del 2,4% a 8,1 mld.
La soddisfacente dotazione di liquidità è stata mantenuta soprattutto grazie a sempre elevati livelli di raccolta dalla clientela, con il collocamento di circa 2,4 miliardi di obbligazioni, ma anche alla provvista sui mercati internazionali attraverso l’emissione di 550 milioni di covered bond e 750 milioni di obbligazioni senior sotto il programma Emtn. Dalla Banca Centrale e’ stato possibile ricevere liquidità nell’anno utilizzando i covered bond di propria emissione e partecipando all’asta triennale per 1,3 miliardi con collaterale costituito da obbligazioni garantite dal Governo. Il costante controllo della qualità del credito ha consentito di mantenere il rapporto netto sofferenze/impieghi al 2,8%, allineato al livello di Sistema, e di contenere l’incremento annuo delle sofferenze al 21,5%.
L’utile netto del gruppo (186,7 milioni; +5,3%) ha beneficiato della dinamica positiva del margine d’interesse (+8,3% a 764 milioni), grazie alla crescita dei volumi in un contesto generale di spread tra tassi in diminuzione, delle commissioni nette (+1% a 300,3 milioni) e del risultato delle poste finanziarie (+24,1% a 77,9 milioni). I costi operativi salgono a 669,8 milioni (+4,6%) in parte per l’inclusione per l’intero esercizio dei costi relativi agli sportelli acquisti nel mese di maggio 2010 dal gruppo B.Mps. L’attento monitoraggio del credito ha consentito di mantenere il costo del rischio (il rapporto tra rettifiche di valore e crediti) ad un livello dello 0,43%, allineato agli anni precedenti e inferiore al Sistema. L’utile lordo ha registrato una crescita del 6,8%, mentre la tassazione ha beneficiato dell’esercizio dell’opzione di affrancamento degli avviamenti iscritti nel bilancio consolidato e ha scontato i maggiori oneri determinati dall’aumento dell’aliquota Irap dal 4,82% al 5,57%, determinando un tax rate del 32,5% (37,4% il tax rate 2010).
I ratio di vigilanza si mantengono su livelli adeguati anche in considerazione dell’integrale conversione in azioni (effettivo dal prossimo 23 marzo) del prestito “Banca Carige 4,75% 2010 – 2015 convertibile con facoltà di rimborso in azioni” considerando i quali il CT1 salirebbe al 6,7% e il TCR al 10,1%. Il ROE è risultato del 5,9%, in crescita rispetto al 5% del 2010.
L’andamento della Capogruppo ricalca sostanzialmente quello consolidato. Il margine di intermediazione risulta pari a 858,2 milioni (+3,5% annuo); al netto delle rettifiche di valore per il deterioramento di crediti e di altre poste finanziarie, pari a 108,3 milioni, il risultato netto della gestione finanziaria si attesta a 749,9 milioni (+2,2% annuo). I costi operativi (+1,9%) sono pari a 512,5 milioni. L’utile dell’operatività corrente al lordo delle imposte si attesta così a 237,4 milioni (+2,8%). Al netto degli accantonamenti per imposte sul reddito pari a 61,5 milioni, l’utile netto si attesta a 175,8 milioni (-2,7%).
Il risparmio complessivamente raccolto si attesta a 46.181,2 milioni sostanzialmente stabile rispetto al 2010 (-0,5%) rispetto a settembre 2010. La raccolta diretta (26.775,9 milioni) contribuisce con un incremento dell’8% e quasi compensa la diminuzione della raccolta indiretta (-10,2%) pari a 19.405,4 milioni. Sia il risparmio gestito, pari a 7.863,2, sia il risparmio amministrato, pari a 11.542,2 milioni sono in diminuzione rispettivamente del 14,1% e 7,3%. I crediti verso clientela (al lordo delle presunte perdite) raggiungono i 23.722,2 milioni, in crescita dell’8,5%.
L’utile della capogruppo consente di sottoporre all’assemblea ordinaria degli azionisti – convocata per il 27 aprile 2012 – la proposta di distribuzione di un dividendo in contanti invariato rispetto all’esercizio precedente, nella misura di 0,0700 euro per le azioni ordinarie e di 0,0875 euro per le risparmio. La data di stacco dividendo proposta è il 21 maggio 2011, con pagamento a partire dal 24 maggio 2011.
Le banche controllate chiudono l’esercizio con un utile complessivo di 30,4 milioni (l’utile di Banca Cesare Ponti, pari a 9,7 milioni, include 6,6 milioni di benefici fiscali legati agli effetti derivanti dall’opzione per l’affrancamento fiscale dell’avviamento iscritto nell’attivo a seguito del conferimento del ramo di azienda attuato dalla capogruppo ad inizio anno).
Le compagnie assicurative mostrano complessivamente un utile di 13,1 milioni (Carige Vita Nuova 25,5 milioni; Carige Assicurazioni -12,4 milioni); positivi anche i risultati netti di Creditis (8,1 milioni) e di Carige AM SGR (1,1 milioni). Il d.g. di B. Carige, Ennio La Monica, durante la conferenza stampa di presentazione dei conti della società, ha detto che questo risultato “proviene per la maggior parte dal ramo Vita che sta continuando a registrare una crescita importante. I prodotti di questo ramo sono prodotti tranquilli, al 100% con capitale garantito. Per quanto riguarda il ramo danni ha registrato una perdita di 10 mln euro perché è continuato il rafforzamento delle riserve. Stiamo mettendo a posto tutto il pregresso sulle riserve”. “Continueremo dando un’ulteriore spinta al processo di integrazione tra la banca e l’assicurazione e nei prossimi anni ci attendiamo ottimi risultati”, ha concluso il top manager.