Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

Con Intesa Sanpaolo per il momento fuori dai giochi, al gran ballo del risiko bancario mancava solo Bper. Ma giovedì 6 febbraio anche il gruppo modenese guidato da Gianni Franco Papa e partecipato da Unipol ha rotto gli indugi con un’ops da 4,3 miliardi sulla Popolare di Sondrio. In Piazza Affari è arrivata così la quinta offerta pubblica bancaria in appena tre mesi. Complessivamente le operazioni annunciate da novembre a oggi coinvolgono nove società per una capitalizzazione totale di 126 miliardi, pari al 15% del valore della borsa italiana. L’alta concentrazione di deal non è l’unica novità di questa fase. Le offerte presentano almeno due elementi di discontinuità. In primo luogo si tratta di operazioni non concordate o non sollecitate. Questo genere di approccio era stato sdoganato nel 2020 con l’opas di Intesa Sanpaolo su Ubi Banca e poi con il blitz del Credit Agricole sul Credito Valtellinese. Anche all’estero questo modus operandi si è imposto, come dimostra l’assalto del Bbva sull’istituto catalano Sabadell.
Il risparmio? Resterà italiano. Le tasse? Ne pagheremo di più in Italia. Rischi per i clienti? Assolutamente no. Con una mossa insolita il ceo di Generali, Philippe Donnet, ha deciso nei giorni scorsi di rispondere punto per punto sul sito della compagnia alle critiche mosse al memorandum d’intesa firmato lo scorso scorso 21 gennaio da Generali con la seconda banca di Francia, Bpce. L’intenzione, come noto, è di creare insieme ai francesi il primo asset manager europeo per ricavi (4,1 miliardi) con 1.900 miliardi di masse complessive. Un’operazione che potrà accelerare rapidamente la presenza del Leone nel settore, sviluppando sinergie con il ramo assicurativo Vita. Ma le critiche da parte dei grandi soci privati di Generali, Francesco Gaetano Caltagirone (che detiene il 6,9%) e la Delfin della famiglia Del Vecchio (che ha il 9,9% delle azioni di Trieste) preannunciano battaglia in vista dell’assemblea dell’8 maggio che dovrà rinnovare il board della compagnia.
I dazi di Trump sono una minaccia che si può evitare ma intanto l’Italia difende il suo surplus commerciale. E tutela il settore automotive, dove l’Ue non vuole più bandire i motori termici. Adesso però serve lo stop immediato alle sanzioni. Parla il ministro Urso: «Quella della Commissione è una decisione importante che porterà a rivedere anche le sanzioni ma ora occorre anche stabilire la neutralità tecnologica nel settore dell’automotive»
Inizia col segno più il 2025 di Anima. A gennaio la raccolta della società di gestione, escluse le deleghe assicurative di Ramo I, è stata positiva per 378 milioni di euro. Di questi, informa la società in una nota, 160 milioni sono attribuibili alla componente retail e 164 alla parte istituzionale.
  • La resilienza di Doppia Gs Limitless
Italiana Doppia Gs Limitless è un prodotto di investimento assicurativo rivalutabile a vita intera, che prevede di investire il premio unico iniziale al 60% nella gestione separata Serie Speciale Ex Istituto e al 40% nella gestione separata Prefin Plus. Anche in questo caso, come già evidenziato per altri prodotti di differenti imprese di assicurazioni, la compagnia ha deciso di splittare i versamenti su due differenti motori finanziari, entrambi però caratterizzati dalla stabilità dei rendimenti ed esposizione ai mercati finanziari minima. L’obiettivo della polizza è quello di proteggere il capitale e al tempo stesso ricercare un incremento dello stesso nel medio-lungo periodo.

L’assicurazione non indennizza gli eredi del medico di base morto per Covid. Non opera, infatti, la polizza contro gli infortuni stipulata dall’Enpam, l’ente di previdenza dei camici bianchi, che in quanto privata risulta sottratta alle regole e ai principi dell’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro: il contratto copre il rischio di decesso solo se derivante da infortunio inteso come «causa fortuita, violenta ed esterna», mentre non vi rientra la morte causata da infezione. Così la Corte di cassazione civile, sez. terza, nella sentenza n. 3016 del 06/02/2025.
Cento euro di danni alla vittima di hackeraggio, che si ritrova con i dati pubblicati dal cybercriminale sul dark web. E il conto è a carico dell’impresa o della PA, i cui data base sono stati violati dal delinquente informatico, autore della appropriazione dei dati. È quanto deciso dal Tribunale Regionale di Colonia con una sentenza del 7/1/2025, nella causa n.14 O 472/23, con la quale è stato risarcito il danno non patrimoniale da perdita di controllo dei dati, comprensiva del timore di essere nuovamente hackerato.

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Costruttori di terzi poli bancari avanzano. E tra un Banco Bpm-Mps ormai tramontato e un Mps-Mediobanca di difficile gestazione, basi concrete vengono poste da Bper-Pop Sondrio. Il grande regista dietro la quarta Opa-Ops arrivata sull’asfittica Borsa italiana nell’arco di neanche quattro mesi è l’assicuratore diventato anche banchiere, Carlo Cimbri. Cresciuto in Via Stalingrado negli anni Duemila in scia a Giovanni Consorte e poi consacrato dominus del gruppo Unipol con il successo dell’acquisizione di Fondiaria- Sai sulle spoglie della famiglia Ligresti. Il Cimbri motociclista e velista, antitesi dei salotti buoni di cucciana memoria ma vicino ad Alberto Nagel per la coincidenza di intenti sulla Fonsai, ha costruito sapientemente la sua tela negli ultimi quattro anni. Prima vendendo Unipol Banca proprio alla Bper e poi salendo di quota nella banca romagnola fino all’attuale 24,6% (circa il 5% attraverso derivati che possono essere convertiti con l’autorizzazione della Bce a oltrepassare il 20%). Parallelamente si è arrampicato sulle strade della Valtellina per cercare il consenso di manager e azionisti storici della Popolare di Sondrio, istituto che ben si sposa industrialmente alla rete romagnola, in una scalata silenziosa che ha portato l’Unipol a quota 19,7%.