Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Dall’analisi dei nuovi dati emergono due notizie: la prima, positiva, è che i fondi ci sono, pare anche abbondanti, quindi è importante ora seguire l’iter corretto per insinuarsi nel passivo del fallimento. La seconda è che i tempi previsti per arrivare in fondo al percorso si allungano da tre a sei anni. Infatti il Lussemburgo non ha optato per la via legale semplificata e ha previsto tre anni solo per raccogliere le richieste di rimborso dei clienti. Da lì in poi, secondo fonti legali di MF-Milano Finanza, ci vorrà altrettanto tempo per arrivare a un punto fermo.
Non sarà la famiglia Doris il cavaliere bianco a scendere in campo per difendere Mediobanca dall’ops lanciata da Montepaschi con il sostegno del Tesoro e dei grandi soci Francesco Gaetano Caltagirone e Delfin, la holding della famiglia Del Vecchio. Ieri Massimo Doris, ceo di Mediolanum (socio storico di Piazzetta Cuccia al 3,49%, quota interamente conferita all’accordo di consultazione), ha sgombrato il campo dalle speculazioni che si rincorrono sia sul mercato che nei report degli analisti finanziari. Non ci sarà nessuna fusione tra Mediolanum e Mediobanca.
Secondo la testata tedesca Der Spiegel, l’Ue starebbe valutando una svolta che stravolgerebbe la linea portata avanti fino ad ora: una serie di concessioni per consentire la vendita di auto ibride plug-in e di auto elettriche dotate di range extender (un generatore che, collegato a un piccolo motore termico, estende l’autonomia del veicolo) anche dopo il 2035, quando al momento la previsione è di un divieto.
Nel risiko bancario si inserisce a sorpresa anche Bper Banca che propone un’offerta pubblica di scambio volontaria su tutte le azioni ordinarie di Banca Popolare di Sondrio per un corrispettivo di 4,3 miliardi. Le azioni della target sono valutate a un prezzo implicito di 9,53 euro rispetto agli attuali 9,27 euro. L’offerta, rende noto la stessa Bper, «è finalizzata ad acquisire almeno una partecipazione superiore al 50% del capitale sociale» che consentirà di esercitare il controllo. In ogni caso, l’istituto modenese guidato da Gianni Franco Papa si riserva di rinunciare parzialmente a tale condizione purché la partecipazione acquisita, all’esito dell’offerta, sia superiore al 35% del capitale sociale dell’emittente. Se si superasse il 90% l’obiettivo è delistare l’istituto valtellinese. Sia l’offerente che la target hanno come socio di maggioranza relativa Unipol che è anche partner assicurativo e, si mormora, sia stato il regista con il vertice di Bper dell’operazione.
Fineco archivia il 2024 con ricavi e utili netti record rispettivamente di 1,32 miliardi di euro, +6,4% annuo, e 652,3 milioni, +7,1%. I ricavi sono stati trainati dall’area Investing (+11,7%), grazie all’effetto volumi e al crescente contributo della piattaforma di risparmio gestito Fineco Asset Management, dal Brokerage (+1) e dal margine finanziario (+3,4%).

La nuova limitazione stabilita per i contribuenti con reddito complessivo oltre i 75 mila euro agli oneri detraibili inseribili in dichiarazione dei redditi non toccherà infatti le spese sostenute per la sanità così come il taglio dell’ammontare in detrazione in vigore dal 2020, per quelli i soggetti con redditi over 120mila euro, fa salvi sempre gli oneri sostenuti per la salute come farmaci e visite mediche. Le spese sanitarie inoltre risultano anche escluse dalla diminuzione di 260 euro dell’ammontare detraibile per l’anno d’imposta 2024 per i contribuenti titolari di un reddito complessivo superiore a 50mila euro, disposizione vincolata al periodo d’imposta citato e che non è stata riproposta per l’anno 2025.

L’industria italiana, nelle stime di Prometeia e Intesa Sanpaolo, rimane in bilico all’interno di uno scenario complesso e i progressi stimati per il 2025 si devono comunque confrontare con un quadro internazionale ancora improntato all’incertezza. Per la manifattura il fatturato è sceso del 2,5% a prezzi costanti (-3,6% in valori correnti). Male in particolare auto e moda, anche se i comparti in sofferenza sono 10 su 15
La Commissione europea prepara una stretta sui requisiti patrimoniali che le compagni assicurative devono adeguare rispetto ai rischi assunti con le polizze contro le calamità naturali. Eventi estremi i cui costi sono in costante ascesa: negli ultimi tre anni nell’Unione europea sono stati pari a circa 40 miliardi di euro ogni anno, anche se solo un quarto di queste perdite sinora è coperto da polizze assicurative. Nei mesi scorso la Commissione aveva dato mandato all’Autorità europea di settore Eiopa di elaborare una “opinion” sull’opportunità di aggiornare i requisiti patrimoniali a fronte dei danni crescenti causati dalle calamità naturali. L’esito è stato un documento pubblicato lo scorso 30 gennaio nel quale l’Eiopa traccia una fotografia dell’incremento dei rischi, in particolare per alluvioni, grandine e trombe d’aria, e raccomanda un aumento pari al 10% del capitale accantonato oggi per il ramo cosiddetto “cat nat” (calamità naturali).
In base all’articolo 3, paragrafo 1) della direttiva 85/374/CEE in materia di responsabilità per danno da prodotti difettosi, il fornitore di un prodotto deve essere considerato una «persona che si presenta come produttore» dello stesso qualora tale fornitore non abbia materialmente apposto nome, marchio o altro segno distintivo sul prodotto, ma il marchio che il produttore ha apposto su quest’ultimo coincida, da un lato, con il nome del fornitore o con un elemento distintivo di quest’ultimo e, dall’altro, con il nome del produttore. È questo il principio espresso dalla Corte di giustizia dell’Unione Europea nella causa C-157/23, a seguito di un recente rinvio pregiudiziale sollevato dalla Corte di cassazione, nell’ambito di una controversia che ha coinvolto l’acquirente di un’automobile difettosa, vittima di un incidente stradale, e la nota casa produttrice automobilistica a marchio Ford.
L’istituto ha chiuso lo scorso anno con un utile netto di 620,1 milioni, in crescita del 10,3% rispetto all’esercizio precedente. Il margine di intermediazione è salito del 6,5% a 2 miliardi, con margine di interesse a 1,1 miliardi (+2,6%) e margine da servizi a 913 milioni (+11,6%). In salita dell’8,6% a 903,5 milioni, per un rapporto cost/income aumentato al 44,5% dal 43,6% di fine 2023. Il costo del credito si è attestato a 12 punti base.

Hannover Re, il terzo riassicuratore mondiale, si aspetta perdite elevate a causa dei devastanti incendi boschivi in California. Le stime iniziali indicano una perdita tra i 500 e i 700 milioni di euro, ha dichiarato l’amministratore delegato Jean-Jaques Henchoz in una conference call giovedì. Questo importo supera il budget di 435 milioni di euro che Hannover Re aveva riservato per le perdite maggiori nel primo trimestre. Ciononostante, la filiale del gruppo assicurativo Talanx si attiene al suo obiettivo di profitto per l’intero anno. Per il settore assicurativo nel suo complesso, gli incendi intorno a Los Angeles comporteranno probabilmente una perdita di 30-40 miliardi di dollari, ha dichiarato Henchoz: “Questo probabilmente stabilizzerà i prezzi e le condizioni per la protezione dalle catastrofi naturali nel 2025”.