Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
I dieci anni di tempo massimo per chiedere agli intermediari il risarcimento per eventuali danni subiti dalla sottoscrizione di un investimento finanziario potrebbero non valere più. A stabilirlo è stata una recente sentenza della Corte di Cassazione chiamata a pronunciarsi su un caso che riguardava investimenti in obbligazioni Lehman Brothers realizzati nel 2003. Secondo i giudici, che hanno condannato le banche e dato ragione agli investitori (due per un totale di poco meno di 140 mila euro), la prescrizione dei 10 anni non va infatti conteggiata dalla sottoscrizione dei bond ma solo a partire da quando il risparmiatore ha avuto la percezione della situazione del rischio. Un termine evidentemente aleatorio e, per di più, i giudici hanno aggiunto che dovrebbe essere l’intermediario, la banca o il consulente finanziario per esempio, a provare che il cliente potesse diventare cosciente del rischio in un determinato periodo, e da lì iniziano a decorrere i 10 anni.
Il tema degli investimenti dei fondi pensione nelle società italiane quotate e l’obbligo di riservare una quota degli asset in gestione alle imprese di piccole e medie dimensioni è il tema di cui discuterà questa mattina la commissione parlamentare di controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza presieduta da Alberto Bagnai.
Intesa Sanpaolo Assicurazioni ha collocato sul mercato istituzionale una nuova emissione di strumenti finanziari subordinati di tipo Tier 2 per 500 milioni di euro, raccogliendo ordini per circa 3,5 miliardi. L’emissione rappresenta il ritorno dell’emittente sul mercato istituzionale dopo 11 anni (l’ultimo Subordinato Perpetuo di 750 milioni venne emesso nel 2014). L’operazione è stata eseguita dopo una giornata di marketing in cui circa 60 investitori hanno da subito mostrato interesse per l’emissione annunciata con l’importo limitato a 500 milioni.
Mps rialza la testa a Piazza Affari dopo l’ops lanciata su Mediobanca. In due settimane il titolo della banca senese ha guadagnato quasi il 15%, portandosi ieri sopra quota 7 euro per la prima volta dall’assalto a Piazzetta Cuccia. Particolarmente forti sono i volumi. Nelle ultime tre sedute di borsa è passato di mano oltre il 12% del capitale, con un picco di 46 milioni di azioni scambiate martedì 25, quasi il triplo della media già assai sostenuta dell’ultimo trimestre. Gli occhi sono puntati sui grandi soci, a partire da Francesco Gaetano Caltagirone che, si mormora, potrebbe arrotondare il proprio 5% e portarsi verso il 10% come già fatto dalla Delfin della famiglia Del Vecchio. Sembra però che i protagonisti di questo rally siano soprattutto gli investitori istituzionali.
Anche dopo la riforma è esclusa la responsabilità civile del giudice per l’interpretazione delle norme e la valutazione del fatto e delle prove. Va dunque negato il risarcimento danni alla parte, a carico dello Stato, se il giudice prima concede la provvisoria esecuzione dell’ingiunzione e poi revoca il decreto opposto, disponendo la restituzione all’opponente delle somme pagate in adempimento alla condanna contenuta nel provvedimento, e per giunta condannando l’opposto al risarcimento del danno. Non costituisce «un’ipotesi patologica del procedimento», infatti, la revoca del decreto opposto dopo che è stato concesso il provvedimento ex articolo 648 Cpc: anzi, è «un’evenienza del tutto tipica e spiegabile con i diversi livelli di approfondimento che le due attività del giudice comportano». Così la Cassazione civile, sez. I, ordinanza n. 4836 del 25/2/2025.
Sono le prestazioni e i servizi sanitari che ogni assistito ha diritto a ricevere dallo Stato, gratuitamente o pagando il ticket se dovuto, eppure i Livelli essenziali di assistenza (Lea) ancora non sono garantiti dappertutto. Solo 13 Regioni rispettano gli standard essenziali di cura raggiungendo un punteggio superiore a 60 (soglia minima) in tutte e tre le aree dell’assistenza: ospedaliera, territoriale, prevenzione. Lo rilevano i primi dati del monitoraggio sull’erogazione dei Lea nel 2023 — pubblicati ieri dal ministero della Salute — che, attraverso una serie di indicatori del «Nuovo sistema di garanzia», verifica se tutti gli assistiti ricevono il «livello essenziale» di cure in condizioni di qualità, appropriatezza e uniformità. Per esempio, si valutano tra l’altro le «coperture» degli screening oncologici e di alcune vaccinazioni pediatriche; i tassi di ospedalizzazione degli adulti per complicanze dovute a diabete, Bpco e scompenso cardiaco; la percentuale di over 65 operati di frattura al femore entro 2 giorni. Ebbene, il rapporto conferma una sanità a più velocità. Tra le 13 Regioni «promosse» si confermano in testa alla classifica Veneto, Toscana ed Emilia-Romagna, cui si aggiunge nel 2023 la Provincia autonoma di Trento, mentre la Lombardia retrocede al quinto posto (rispetto al 2022).
In Italia le immatricolazioni continuano a calare, come sta avvenendo anche nel resto d’Europa. Lo confermano gli ultimi dati Acea. Al calo delle immatricolazioni corrisponde un aumento dell’età media del parco auto, che in Italia supera i 12 anni. E questo pesa sulle polizze assicurative. Infatti assicurare un’auto con meno di 5 anni costa meno rispetto ad un’auto che ha superato i 15 anni di età. E questo perché il premio da pagare è legato a diversi fattori tra cui l’età del veicolo. Assicurare un’auto vecchia, in genere, costa di più a causa della minor sicurezza ed affidabilità del mezzo rispetto alle nuove vetture. In particolare, secondo i dai dell’Osservatorio elaborato da Segugio Assicurazioni, relativi allo scorso anno, assicurare un’auto con meno di 5 anni di età comporta mediamente un risparmio annuo rispetto a un’autovettura con oltre 15 anni di età
Il welfare aziendale non è solo un benefit per chi lavora, ma un elemento strategico per la crescita delle imprese e per il sistema economico. È quanto emerge da due ricerche condotte da SDA Bocconi, che, in modo inedito, analizzano l’impatto del welfare sulla produttività delle aziende e il ruolo del buono pasto nella creazione di valore per il mercato del lavoro e per l’economia italiana. Dal primo studio emerge come le aziende che investono nel welfare riscontrino performance migliori. Un’indagine condotta su 400 figure decisionali di aziende medio-grandi evidenzia, infatti, che nel 2023 il 54% delle imprese con piani di welfare strutturati ha registrato una crescita del fatturato superiore al 10%, mentre il 44% ha visto migliorare il margine Ebitda di oltre il 10%. Gli effetti si riflettono anche sull’occupazione: il 52% delle imprese ha aumentato l’organico di oltre il 10% e il 20% ha ridotto il turnover oltre questa soglia, segnale di come il welfare contribuisca alla fidelizzazione dei talenti e alla capacità di attrarre nuove risorse. Una leva importante in un Paese, come il nostro, stretto da una forte denatalità, con sempre meno giovani quindi che si affacciano nel mercato del lavoro, e da un “mismatch” che ha raggiunto ormai livelli d’allarme (riguarda un’assunzione su due, con punte del 60/70% nelle discipline scientifico-tecnologiche).
Risarcimento danni da mancato guadagno in ambito locativo al centro della sentenza della Cassazione a Sezioni unite 4892/2025 depositata il 25 febbraio. Al centro la risoluzione di un caso molto frequente: l’acquisto di un immobile locato il cui affittuario risulti moroso da mesi. In dettaglio la società acquirente dell’appartamento, subentrando nella locazione, aveva avviato procedura di sfratto richiedendo il risarcimento danni per mancato guadagno comprensivo di tutti i canoni di locazione non corrisposti fino alla data di naturale scadenza del contratto o, quantomeno, fino alla data dell’eventuale conclusione di una nuova locazione.
Secondo i dati del Polimi quasi i tre quarti delle grandi imprese ha subito almeno un attacco nell’ultimo anno e le organizzazioni cercano di rafforzare la cybersicurezza. Il 60% delle grandi organizzazioni, secondo l’Osservatorio, quest’anno aumenterà gli investimenti per la cybersicurezza, il 57% la considera come una priorità di investimento nel digitale e il 58% delle grandi aziende ha un responsabile della sicurezza e protezione dei dati (Ciso). Nella realtà dei fatti l’Italia continua ad essere all’ultimo posto tra i paesi del G7 nel rapporto tra spesa in cybersecurity e Pil, un valore lontano da quello degli Usa e del Regno Unito.
La direttiva sulla sicurezza delle reti e dei sistemi informativi, Network and information security directive 2 (Nis2) dell’Ue è stata recepita con il Dlgs 138/2024, entrato in vigore il 18 ottobre scorso, introducendo nuovi obblighi in materia di cybersicurezza per imprese e Pa. I recenti attacchi informatici dimostrano l’esistenza di gravi conseguenze economiche e reputazionali per le imprese, interruzioni nell’operatività delle infrastrutture energetiche, malfunzionamenti nei sistemi informativi di strutture ospedaliere e sanitarie, oltre alla diffusione non autorizzata di dati personali.
- Munich Re, utile a 5,67 miliardi
Il gruppo riassicurativo tedesco Munich Re ha realizzato un utile netto di 5,67 miliardi nel 2024 (4,597 miliardi nell’anno precedente), superiore quindi ai 5 miliardi della guidance. I ricavi assicurativi sono aumentati a 60,83 miliardi (da 57,88 miliardi). L’utile per azione è salito a 42,78 euro (da 33,88) e il cda ha proposto ai soci la distribuzione di un dividendo di 20 euro per azione, in aumento del 33% sull’anno precedente.