Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Una polizza assicurativa contro il rischio sismico che copra tutto il patrimonio immobiliare italiano «richiederebbe un premio di puro rischio leggermente superiore a 100 euro per un’unità abitativa media». Lo si legge nello studio pubblicato dall’Ivass su «The cost of insuring Italy’s residential buildings for earthquake under alternative models of seismic hazard». Il costo della polizza, mette in evidenza l’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni, «potrebbe diminuire considerando le franchigie e i limiti normalmente utilizzati sul mercato e potrebbe essere ulteriormente contenuto adottando, nel caso di nuovi edifici o di ristrutturazione di vecchie costruzioni, le strutture edilizie più robuste per resistere alle conseguenze di eventi sismici».
Il patto di consultazione di Mediobanca boccia l’ops di Montepaschi e registra due nuovi ingressi che portano l’accordo parasociale a quota 11,87% (dal precedente 11,62%). È questo l’esito dell’assemblea dei soci storici della banca, che si è tenuta ieri in piazzetta Cuccia sotto la presidenza di Angelo Casò.
La prima riunione si terrà oggi nella torre Hadid di CityLife, sede a Milano di Generali. Prende così ufficialmente il via il club degli azionisti del Leone: un centinaio di soci che rappresentano circa l’1,5% del capitale sociale potrà incontrare i vertici della compagnia, a partire dal presidente Andrea Sironi e dal group ceo, Philippe Donnet con Giuseppe Catalano, head of corporate affairs & company secretary che aprirà i lavori. «L’intenzione della compagnia è fidelizzare i risparmiatori retail che investono nell’assicurazione non solo con risultati e dividendi, ma anche favorendo la loro partecipazione attiva alla vita della compagnia e informandoli della strategia del gruppo», ha spiegato Catalano.
Molti azionisti di Banco Bpm sono disponibili ad appoggiare la decisione del cda di rilanciare sull’opa Anima. La proposta di alzare da 6,2 a 7 euro per azione il prezzo per la sgr sarà sottoposta al voto dell’assemblea il 28 febbraio. La mossa potrebbe non solo sbloccare l’acquisto della target ma, alzando la posta, complicherebbe anche il tentativo di Unicredit di aggiudicarsi Piazza Meda.
Nuovi attacchi hacker degli attivisti filorussi contro siti web italiani. Nel mirino sono finiti i siti di istituti finanziari e dell’industria degli armamenti, oltre che di aziende del trasporto pubblico. Per il terzo giorno consecutivo, dunque, gli hacker filorussi hanno colpito l’Italia. «Stiamo schiacciando l’infrastruttura internet italiana», si legge in un post del gruppo su X. Tra i siti bersagliati dagli attacchi di tipo Ddos (distributed denial of service) figurano quelli di Mediobanca, Nexi, Benelli Armi, Fiocchi Munizioni, Franchi e Danieli. L’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale è intervenuta per avvisare i target e dare supporto per il ripristino delle funzionalità. Mediobanca ha fatto sapere che «grazie all’immediata attivazione delle procedure interne di gestione degli incidenti i sistemi di sicurezza del gruppo hanno garantito la protezione delle infrastrutture informatiche, impedendo qualsiasi compromissione delle applicazioni critiche e dei dati riservati. L’operatività dei siti e dei servizi è stata rapidamente ripristinata».

L’imposta sostitutiva per i super-ricchi che spostano la residenza in Italia continua a macinare numeri in forte crescita. Secondo gli ultimi dati dell’Agenzia delle entrate, nel 2023 hanno aderito 1.495 soggetti (1.070 contribuenti principali e 425 familiari), con un balzo di 359 unità rispetto ai 1.136 del 2022, pari a un incremento del 31,6%, con un incasso stimato di almeno 118 milioni di euro. E le prospettive per il futuro sembrano altrettanto floride, visto che nel 2024 sono già stati presentati 706 interpelli sul tema.
Arriva la prima assicurazione sanitaria integrativa per il personale della scuola, il comparto più nutrito della pubblica amministrazione, con oltre un milione di dipendenti. E’ una delle novità del decreto legge pa, approvato ieri dal consiglio dei ministri. Nell’articolato anche la norma che consente ai diplomati Its di avere, al pari dei laureati, un percorso di accesso privilegiato nell’impiego pubblico. L’assicurazione integrativa si avvale di un finanziamento del Ministero dell’istruzione di 220 milioni di euro per 5 anni. Le risorse saranno messe nella disponibilità della contrattazione collettiva, di imminente avvio. Sarà dunque nell’ambito delle trattative per il rinnovo contrattuale che Aran e sindacati concorderanno le modalità di fruizione dell’assicurazione, individueranno il pacchetto di prestazioni e servizi sanitari coperti. Firmato il contratto, sulla base dei requisiti e delle modalità fissati, sarà indetta una gara europea per assegnare la convenzione.
Dopo la morte del dipendente esposto per anni all’amianto l’azienda risarcisce gli eredi se non prova le misure di prevenzione adottate per proteggere i lavoratori: il fatto che l’asbesto fosse dannoso per la salute si sapeva dagli inizi del Novecento, mentre il datore per andare esente da colpa non può sostenere che non sapesse della nocività dell’amianto a piccole dosi, «ma dovrebbe dimostrare cosa ha fatto in positivo», dunque le misure adottate per abbattere le polveri killer, fra quelle che erano disponibili all’epoca; non conta invece che il mesotelioma pleurico non fosse stato ancora correlato all’amianto in modo compiuto. Così la Corte di cassazione civile, sez. lavoro, nell’ordinanza n. 4084 del 17/02/2025.
Azienda sanitaria responsabile per l’aggressione subita da un professionista e condannata al risarcimento di 22 mila euro. È quanto ha disposto la pronuncia della corte di appello di Ancona dello scorso 13 febbraio, come riportato ieri dal sindacato degli infermieri Nursind, che parla di «prima sentenza in Italia che coinvolge le aziende sanitarie sul tema delle aggressioni al personale». Una decisione «che speriamo possa fare scuola affinché tutte le aziende sanitarie adottino adeguate misure contro le aggressioni al personale sanitario, un fenomeno purtroppo in costante aumento», il commento del segretario nazionale Nursind, Andrea Bottega.
Gravano sugli organi di governance e di controllo dell’impresa le responsabilità per il report di sostenibilità e la sua attendibilità. Tra le figure coinvolte, il revisore della sostenibilità che attesta la conformità delle informazioni in materia ambientale e gli amministratori che la norma elegge garanti della conformità della rendicontazione in ossequio ai principi Esrs (European sustainability reporting standards) e ai principi del dlgs n. 125/2024, prevedendo un pesante quadro sanzionatorio amministrativo e pecuniario. La questione riguarda anche le banche che devono valutare l’eco-sostenibilità del modello di business di microimprese e pmi, al fine di assolvere agli obblighi previsti dal quadro normativo finanziario e creditizio, unitamente alle normative ambientali che pesano sulla valutazione del merito creditizio Esg (Environmental, social, governance) e quindi del rating complessivo delle imprese affidate. Il tutto in un quadro in cui i profili di attendibilità dell’informazione Esg e di responsabilità della banca o del certificatore di rating sono legati ai fattori di incertezza e di non misurabilità di alcuni fenomeni, tra cui il rischio climatico.

Quello delle truffe è un universo sfaccettato, fluido, che si evolve e si adegua ai tempi. Senza confini definiti, senza zone rosse o zone franche: nel mirino c’è l’intero territorio nazionale. A muoversi è un esercito di truffatori. Oltre 40 mila i denunciati lo scorso anno dai carabinieri, con 1.400 arresti. Tremila denunce solo per il raggiro del finto carabiniere, con duecento persone in manette. Nel campionario degli inganni c’è di tutto. Il phishing, con i link inviati sul telefono o mail che, una volta attivati, possono dare accesso ai dati sensibili e bancari. La romance scam o truffa dell’amore, che fa leva sul bisogno di affetto delle persone sole. C’è chi si finge sentimentalmente interessato e, al momento giusto, colpisce la vittima chiedendo soldi. Senza contare i finti annunci di lavoro, le case vacanze «fantasma» e le truffe di tipo religioso, quando per spillare contanti si punta sulla spiritualità. Per le truffe finanziarie e sul trading online, i numeri fanno impressione. L’anno scorso si è registrato un incremento del 12%, per un giro d’affari di oltre 110 milioni di euro.

Quasi 10mila euro in dieci anni. È “l’erosione” patita dalle pensioni in via «permanente» sulla scia dei blocchi (anche parziali) della rivalutazione, con conseguente ricadute sul loro potere d’acquisto. A quantificarla è uno studio della Uil pensionati. L’analisi mette in evidenza che nel 2024 un assegno che due lustri prima (nel 2014) era compreso tra le 4 e 5 volte il minimo, ovvero circa 2.256 euro lordi mensili, avrebbe dovuto raggiungere i 2.684 euro lordi se fosse stato “indicizzato” al 100% dell’inflazione, mentre con il blocco ci si è fermati a 2.615,40 euro lordi.
In caso di dequalificazione professionale la determinazione del danno subito dal lavoratore deve tener conto della ricorrente evoluzione tecnologica cui è esposto il settore in cui esso opera. In un contesto produttivo fortemente influenzato dalle evoluzioni tecnologiche, la riassegnazione del dipendente, già titolare di un ruolo con elevate competenze tecniche e specialistiche, verso attività ancorate a un protocollo rigidamente standardizzato produce infatti un danno professionale da valutare in relazione alla privazione degli aggiornamenti formativi. In forza di questi principi la Cassazione (ordinanza 3400 del 10 febbraio 2025) ha confermato la liquidazione del danno operata dalla Corte d’appello di Milano in misura pari a 1.000 euro per ogni mese di dequalificazione
Attualmente in Italia si contano un po’ più di 16 milioni di pensionati, a cui vengono erogate quasi 24 milioni di pensioni. Poco meno del 30% dei pensionati riceve un importo lordo mensile inferiore a mille euro, mentre poco più di un terzo incassa tra mille e 2mila euro e un 20% circa sta tra i 2mila i 3mila euro. La restante parte ha pensioni più consistenti.
Possiamo definire gli accomodamenti ragionevoli come le misure che il datore deve adottare sul piano organizzativo per favorire l’accesso al lavoro e rimuovere gli ostacoli che impediscono al disabile di rendere la prestazione su basi di eguaglianza rispetto agli altri lavoratori. La mancata applicazione degli accomodamenti ragionevoli, nei contesti in cui misure organizzative ritagliate sulle esigenze del disabile avrebbero potuto agevolare l’esercizio della prestazione o salvaguardare la continuità del rapporto, può costituire una discriminazione fondata sulla disabilità e comportare per il datore, oltre alla rimozione della condotta vietata, il risarcimento dei danni sofferti.
Già con la riforma Monti Fornero del 2011, il legislatore ha incentivato la prosecuzione dell’attività lavorativa, oltre gli ordinari limiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia. Infatti, è stato previsto che, per i lavoratori e le lavoratrici la cui pensione è liquidata a carico dell’assicurazione generale obbligatoria e delle forme esclusive e sostitutive della medesima, nonché della gestione separata Inps, la pensione di vecchiaia si può conseguire attualmente all’età di 67 anni – da adeguare, dal 1° gennaio 2027, agli incrementi legati alla speranza di vita – e la prosecuzione dell’attività lavorativa è incentivata mediante la previsione di coefficienti di trasformazione del montante contributivo calcolati fino a 70 anni.
I canali ordinari di accesso alla pensione sono tre. Il primo è la vecchiaia con 67 anni di età, venti anni di contribuzione. Il secondo è la pensione anticipata per la quale sono richiesti 41 anni e dieci mesi contributi per le lavoratrici, requisito incrementato di un anno per gli uomini. Il terzo è la pensione anticipata contributiva, che è riservata esclusivamente ai lavoratori contributivi puri, per la quale sono richiesti 64 anni di età, 20 anni di contribuzione effettiva e un primo importo di pensione non inferiore a tre volte l’assegno sociale (requisito ridotto per le madri).

Infatti, l’assicurazione sanitaria privata (PKV) spesso offre meno prestazioni rispetto all’assicurazione sanitaria obbligatoria. Questo è il risultato di una valutazione della Stiftung Warentest. Solo un terzo delle tariffe private analizzate era raccomandabile. Stiftung Warentest ha definito i criteri di base per una copertura globale migliore di quella dell’assicurazione sanitaria obbligatoria. Inoltre, sono raccomandabili solo le tariffe con una franchigia annua non superiore a 660 euro. “La decisione a favore dell’assicurazione sanitaria privata e la giusta tariffa devono essere valutate con molta attenzione”, scrivono i tester.