Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Le imprese più esposte al rischio di eventi catastrofali sono anche quelle maggiormente assicurate e, a parità di altri fattori, la copertura assicurativa collegata a eventi naturali è più frequente tra le imprese che hanno subito danni da fenomeni dello stesso tipo negli ultimi cinque anni. La fotografia sulle coperture assicurative contro i rischi naturali nel Paese è stata scattata in un paper di Banca d’Italia con un’analisi a cura di Annalisa Frigo e Andrea Venturini realizzata su un campione di imprese. Un recente discussion paper di Bce ed Eiopa evidenziava che negli Stati membri dell’Unione Europea tra il 1980 e il 2021 in media solo un quarto dei danni climatici era coperto da rimborsi assicurativi. E l’Italia, ricordano ancora dalla Banca d’Italia, ha un mercato Danni meno sviluppato della media Ocse. In particolare, nel 2020 (ultimo dato disponibile) l’incidenza dei premi del ramo Danni sul pil era appena del 2% contro il 4,6% medio dell’area Ocse. Le ragioni vanno ricercate nella scarsa educazione finanziaria, nel basso livello di reddito pro-capite disponibile ma anche alla scarsa trasparenza dei contratti. Dall’analisi emerge anche una forte concentrazione del mercato: il 92% dei premi delle polizze contro i rischi climatici è in mano ai primi quattro gruppi nazionali, ovvero Unipol, Generali, Allianz Italia e Reale Group.
I prossimi giorni saranno decisivi per capire come saranno utilizzati i fondi che il governo è intenzionato a spendere per rilanciare la previdenza complementare in Italia. Toccherà ad Assoprevidenza, all’Organismo dei Consulenti Finanziari (Ocf) oppure al vecchio Comitato per la promozione e lo sviluppo della previdenza complementare, partito nel 2011 ma mai decollato? Il confronto è aperto e Assoprevidenza è pronta a venire allo scoperto. «Avevamo già avviato le procedure per la gestione delle risorse, creando un veicolo ad hoc non profit, trasparente, con bilanci certificati», dice a MF-Milano Finanza Sergio Corbello, il presidente dell’associazione, che come centro tecnico nazionale senza scopo di lucro da 35 anni si occupa di previdenza complementare. «Ma, se l’intenzione del governo è fare un passo indietro rispetto alla decisione della scorsa estate, che almeno venga scelto l’Organismo dei Consulenti Finanziari, che in questi anni ha dimostrato di funzionare bene e a cui siamo pronti a dare il nostro supporto tecnico».
Sul tavolo ci sono due cause legali: una civile di lavoro per contestare il licenziamento ad opera delle Assicurazioni Generali e un’altra per danno reputazionale, sempre contro la compagnia. A quasi due anni di distanza dalla sua burrascosa uscita nel bel mezzo della battaglia per la governance del Leone, l’ex capo del business nell’Europa Centrale e Orientale Luciano Cirinà e le Generali tornano a parlarsi. Il motivo? Vedere se c’è la possibilità di risolvere una querelle legale che rischia altrimenti di trascinarsi ancora per anni. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, anche su invito del giudice che cerca di promuovere un accordo fra le parti prima di entrare nel vivo del contenzioso, l’ex candidato di Francesco Gaetano Caltagirone per il ruolo apicale e la compagnia stessa sono intenzionati ad arrivare a una conciliazione.
Questa volta la base d’asta è di 25,607 milioni di euro. In vendita ci sono gli uffici della Compagnia Tirrena di Assicurazioni in via Massimi, quartiere Balduina-Monte Mario a Roma. Un edificio della fine degli anni ’70 con due fabbricati, magazzini e autorimesse oltre a 1.600 metri quadri di verde. La compagnia, fondata nel 1945 da Antonio Amabile, a metà anni 60, è arrivata a essere la tredicesima assicurazione italiana. Poi le difficoltà, fino ad arrivare alla liquidazione coatta amministrative decisa del 1993 con il portafoglio polizze e il personale della Tirrena (ma anche delle altre società del gruppo, Sida e dell’Euroamericana) che furono prima rilevati dalla compagnia statale Ina (oggi Generali) e conferiti nella Nuova Tirrena Assicurazioni. Nel 1996 la Nuova Tirrena fu ceduta alla Toro Assicurazioni, allora del gruppo Fiat e nel 2007 la Nuova Tirrena fu acquisita dal gruppo francese Groupama.
- In Italia il carovita rialza la testa: 0,8%