IL PUNTO DI MAURO MASI*
La Turchia è uno dei pochi Paesi al mondo (assieme a Islanda e Svizzera) in cui è obbligatoria l’assicurazione contro i rischi da catastrofi naturali. Si ritiene che il sistema di assicurazione obbligatoria liberi risorse pubbliche che possano essere destinate alla prevenzione e alla cura del territorio. Peraltro la potenza e le devastazioni portate dal sisma di pochi giorni fa in Anatolia sono tali che nessuna prevenzione avrebbe potuto attenuarle in maniera significativa. Purtuttavia il sistema di compensazione dei danni previsto dal sistema turco potrebbe essere – entro una certa soglia e pur con tutti i caveat del caso – ragionevolmente rapido. Non è cosa da poco, visto che in situazioni analoghe i rimborsi affidati solo alla fiscalità generale possono tardare anche di molti anni accrescendo notevolmente il disagio delle popolazioni. In proposito va detto che il settore assicurativo privato non ha mai la capacità finanziaria necessaria per coprire tutti i danni causati dalle calamità naturali (vieppiù nei casi, come quello di questi giorni, più devastanti) e deve rivolgersi comunque al mercato riassicurativo o a quello dei capitali (con l’emissione di cat-bonds).
Questi mercati tuttavia sono sempre meno liquidi (anche a fronte della crescente frequenza degli eventi calamitosi) e pertanto il settore pubblico (i singoli Stati) finisce per doversi comunque accollare i rischi delle calamità quantomeno oltre una certa soglia. Non esiste un sistema migliore in assoluto per coprire i rischi da catastrofi naturali; ogni situazione va vista nella sua singolarità, calandola nel proprio assetto istituzionale ed economico e nelle proprie tradizioni. I migliori esempi internazionali fanno ritenere che proprio un sistema misto pubblico/privato possa garantire i risultati più apprezzabili. Un esempio considerato efficiente ed avanzato è quello della Francia, dove privati e imprese sono obbligati a stipulare una polizza antincendio sugli immobili, che contiene una clausola contro le calamità naturali con le compagnie di assicurazioni private e lo Stato interviene con una società di riassicurazione pubblica che offre alle compagnie la possibilità di riassicurarsi a un tasso fisso di cessione. La Francia ha risolto il problema della capacità con la costituzione di un riassicuratore pubblico che oltre a fornire capacità – ovviamente a fronte del pagamento di un premio – possiede la garanzia illimitata di ultima istanza da parte dello Stato. Non è quindi un caso che oltre il 90% degli immobili in Francia risulti assicurato contro i rischi da catastrofi mentre (secondo dati recenti dell’Ania) solo il 12,9% delle polizze fabbricati nel nostro Paese presenta estensioni assicurative per rischi catastrofali e di queste solo il 3% copre tutti i rischi (le altre solo il terremoto o le alluvioni). (riproduzione riservata)
*delegato italiano alla Proprietà Intellettuale
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