Secondo la prima analisi globale del patrimonio immobiliare e del territorio, compiuta da Xdi (The Cross Dependency Initiative) che mette a confronto oltre 2.600 regioni del pianeta (o altre entità substatali), l’Italia è uno dei paesi europei più esposti al rischio climatico.
Infatti, nella Top 10 delle regioni europee più esposte agli eventi meteorologici estremi e al cambiamento climatico, troviamo il Veneto al quarto posto, la Lombardia al quinto, e l’Emilia Romagna all’ottavo posto.
I primi tre posti sono occupati dalla Bassa Sassonia in Germania, le Fiandre in Belgio, Krasnodar in Russia.
La ricerca della società specializzata nell’analisi del rischio climatico fisico, spiega che l’Italia, la Germania e la Russia hanno il più alto numero di regioni tra le 10 più a rischio in Europa.
La Lombardia, al quinto posto, ha la seconda economia regionale dell’area UE (366 miliardi) nel 2020.
La classifica delle giurisdizioni di tutto il mondo è redatta dal Gross Domestic Climate Risk di XDI in base alle proiezioni dei danni causati agli edifici da fenomeni meteorologici estremi e dagli effetti del cambiamento climatico, che comprendono inondazioni, vento, incendi boschivi e innalzamento del livello del mare.
I risultati mostrano che gli Stati Uniti e la Cina saranno le aree più colpite sulla base delle proiezioni al 2050, mentre il costo finanziario degli eventi estremi e dei cambiamenti climatici è già avvertito da molte delle economie in cima alla classifica del rischio climatico di XDI.
Nel giugno 2022, le inondazioni nel Guangdong, al quarto posto nell’analisi, hanno causato perdite economiche dirette stimate in 7,5 miliardi di yuan (oltre un miliardo di dollari). L’uragano Ian, che ha colpito parti densamente popolate della Florida a fine settembre 2022, ha causato perdite assicurate stimate in 67 miliardi di dollari.
Secondo le proiezioni, gli eventi meteorologici estremi in regioni come queste si intensificheranno nei prossimi anni. L’analisi identifica Guangzhou, la capitale del Guangdong, come “la città economicamente più vulnerabile del mondo” all’innalzamento del livello del mare entro il 2050.
“I risultati della classifica del rischio climatico interno lordo di XDI sottolineano l’importanza di valutare il rischio climatico fisico nei mercati finanziari, compresi i mercati obbligazionari, data l’entità degli investimenti di capitale rappresentati dagli asset a rischio nelle province individuate, la vulnerabilità delle catene di approvvigionamento globali e la necessità di informare gli investimenti sulla resilienza climatica”, ha dichiarato Rohan Hamden, Ceo di XDI, “È fondamentale che le aziende, i governi e gli investitori comprendano le implicazioni finanziarie ed economiche del rischio climatico fisico e lo soppesino nel loro processo decisionale prima che i costi aumentino oltre i limiti finanziari”.