A GENNAIO LE IMMATRICOLAZIONI IN ITALIA SONO AUMENTATE DEL 19% A 128.301 UNITÀ
di Francesco Bertolino
Il mercato dell’auto italiano parte forte nel 2023, ma perde l’elettrico per strada. Dopo il rialzo del 21% messo a segno a dicembre 2022, a gennaio le immatricolazioni sono aumentate del 19%, attestandosi a 128.301 unità.

Certo, il dato va letto in prospettiva: le vendite di automobili nel Paese è ancora del 22,4% inferiore ai livelli raggiunti nel gennaio 2019, ossia nel periodo antecedente all’emergenza sanitaria. A tre anni di distanza, tuttavia, è probabilmente giunto il momento di prendere atto che il mercato e le preferenze dei consumatori sono cambiate. Non è detto perciò che i volumi di immatricolazioni torneranno mai ai livelli pre-pandemici.

Con questa premessa, i numeri del primo mese del 2023 sono comunque incoraggianti e autorizzano a sperare in un anno di ripresa per il settore auto. Stando all’inchiesta congiunturale mensile condotta dal Centro Studi Promotor, l’affluenza dei visitatori nei concessionari è in deciso aumento e di conseguenza sta accelerando anche l’acquisizione di ordini che, dopo le difficoltà di approvvigionamento del 2022, i costruttori sono di nuovo in grado di evadere in tempi ragionevoli.

Secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Csp, è legittimo attendersi che continui la serie positiva iniziata con la crescita dell’agosto scorso dopo tredici cali consecutivi. «La ripresa in atto è dovuta essenzialmente ad un allentamento delle difficoltà dell’offerta generate dalla carenza di chip e di altri componenti essenziali per la produzione di autovetture», spiega Quagliano, confermando la previsione di 1,5 milioni di autovetture immatricolate nel 2023. Il dato segnerebbe una crescita del 14% sul 2022 del 14%, ma lascerebbe un vuoto da colmare di oltre 400.000 autovetture rispetto al 2019.

In mezzo a tanti numeri positivi spicca però il tracollo dell’elettrico. Mentre le alimentazioni ibride sono giunte una quota di mercato del 36,7%, a gennaio le auto elettriche pure (Bev) si sono fermate al 2,6% del totale immatricolato, lontanissime dal 12,1% registrato nel 2022 in Europa e soprattutto dai limiti fissati dall’Ue. «I volumi dei veicoli elettrici restano estremamente bassi rispetto agli ambiziosi obiettivi europei al 2035», spiega Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto. «Il settore è in grande trasformazione e la riluttanza dei clienti, intensa come scarsa propensione a sostituire convintamente e massivamente i propri modelli endotermici con i Bev nonostante gli incentivi statali, suggeriscono di mantenere un approccio neutrale dal punto di vista della tecnologia impiegata per ridurre l’inquinamento in atmosfera».

Più ottimista l’Unrae, che prevede per l’anno in corso una lenta crescita dei veicoli elettrici e ibridi plug-in. L’associazione delle case estere spera in un’accelerazione grazie anche alla pubblicazione dei decreti del Ministero dell’Ambiente e Sicurezza Energetica, che stanziano 713 milioni per l’installazione, entro i prossimi tre anni, di 13.755 infrastrutture di ricarica elettrica da 90 kW nei centri urbani e di almeno altre 7.500 ricariche super veloci (175 kW) nelle superstrade.

Quanto ai singoli costruttori, Stellantis ha immatricolato a gennaio 43.342 auto rispetto alle 38.593 unità dello stesso periodo dell’anno precedente (+12,3%), con una buona performance di Alfa Romeo (+156%) e Maserati (+209%). La quota di mercato, in base ai numeri elaborati dal gruppo su fonte Dataforce, è pari al 33,9%, in calo rispetto alla quota del 35,8% di gennaio 2021. Notevole la crescita di Tesla che ha incrementato le vendite del 1000%, passando da 32 a 326 vetture. (riproduzione riservata)
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