Allarme sicurezza per le Pmi italiane, sempre più nel mirino di bande di hacker. Una su quattro ha già dovuto affrontare gli attacchi dei pirati, mentre la metà ha deciso di aumentare gli investimenti per la difesa di server e dati. Una cifra che quest’anno arriverà a quasi 470 milioni. È quanto emerge da un sondaggio di Confeserecenti – Swg su un campione di Pmi che hanno tra i 10 e i 50 dipendenti. Applicando lo stesso calcolo al 10% delle imprese italiane – tra Pmi e grandi società si tratta di un universo di oltre 420mila aziende – per un triennio si arriva a un investimento complessivo di circa 10 miliardi, secondo i calcoli di Confesercenti.
Una situazione molto intricata che va gestita con delicatezza, cercando di evitare comportamenti dettati dal panico. La matassa non è facile da sbrogliare ma sono all’opera sia il commissario per la gestione provvisoria Alessandro Santoliquido, sia l’Ivass che da mesi richiedeva alla compagnia Eurovita, e al suo azionista Cinven, una robusta ricapitalizzazione. In sostanza si cerca un compratore dopo l’uscita di scena del fondo JcFlowers che pare si sia ritirato dalla firma del contratto di acquisto anche per problemi sorti con un trattato di riassicurazione del mass lapse risk (ossia il rischio di riscatti massivi, oltre il 40%) che sarebbe stato propedeutico al deal. Ora, che fare di fronte al blocco dei riscatti? La maggioranza dei 353mila assicurati non può fare altro che attendere (essendo, tra l’altro, i capitali congelati anche nell’interesse di tutti gli assicurati); è bene che non prenda decisioni affrettate, firmando magari contratti con altri consulenti assicurativi o con gli stessi collocatori che passano alla proposta di polizze con un altro marchio. Le coperture restano valide e i sinistri e le liquidazioni alle scadenze contrattuali vengono infatti pagate: in caso di incidente, per le polizze invalidità o morte, la copertura viene infatti comunque prestata.
Una pandemia, la guerra e la crisi borsistica, un rialzo repentino dei tassi e dell’inflazione e, infine, la vicenda Eurovita che rischia di fare parecchi danni reputazionali al sistema, se non vi sarà una rapida soluzione. Il mondo delle polizze è incredulo di fronte al blocco dei riscatti fino a fine marzo 2023 chiesto da Ivass. La decisione motivata da seri pericoli di depauperamento del patrimonio del gruppo in caso di riscatti massivi, rappresenta pur sempre un precedente per il settore, considerato finora sicuro per definizione.
Il risparmio degli italiani si va assottigliando, come il reddito del resto. Per questo più che mai diventa decisivo per le famiglie il tema della pianificazione finanziaria, al quale Consob ha dedicato un quaderno «Attitudine alla pianificazione finanziaria delle famiglie italiane», che è una sorta di spin off (come si direbbe oggi) del Rapporto sulle scelte di investimento delle famiglie italiane (realizzato con l’Università Roma Tor Vergata). Nel presentare il rapporto il commissario Consob, Carlo Comporti, ha segnalato: «La pianificazione resta ancora poco diffusa tra gli italiani e il dato è anche in diminuzione, e questo appare particolarmente preoccupante a fronte di un sensibile incremento delle spese medie delle famiglie italiane». Pianificazione alla quale i risparmiatori italiani risultano dunque ancora poco avvezzi, “lusso” che ci si può permettere in momenti di crescita economica, meno in periodi di crisi.
Le prestazioni della unit linked Personal Style di Axa Mps PS Financial Dac sono direttamente collegate al valore dei fondi, interni ed esterni, scelti come sottostante. Non è presente alcuna garanzia del capitale investito. In caso di decesso dell’assicurato ai beneficiari sarà corrisposto un importo pari al controvalore delle quote attribuite al contratto con una maggiorazione che va dal 5% allo 0,1%, comunque non superiore a 25mila euro. La polizza prevede costi correnti che variano da 0,97% a 4,23% su base annua, a cui devono essere sommate, ove presenti, commissioni di performance e commissioni di entrata e uscita dai fondi sottostanti. Sono inoltre previsti costi di caricamento, penali per il riscatto e costi per l’esercizio di opzioni.