Quali sono le aziende più colpite da attacchi ransomware nel 2021 e 2022? In quali aree geografiche? E in quali settori? Sono queste, in sintesi, alcune delle domande a cui intende dare una risposta Coinnect, start-up che sviluppa soluzioni di cyber insurtech, attraverso il Ransomware Intelligence Global Report 2023, una ricerca che fornisce una panoramica completa degli attacchi ransomware registrati dalle organizzazioni mondiali nel 2021 e nel 2022, attraverso dati aggregati relativi agli attacchi a “doppia estorsione” estratti dal Dark Web con la piattaforma proprietaria di Coinnect.
La ricerca, in particolare, dimostra che nel corso del 2021 e del 2022 a livello globale gli attacchi ransomware sono diventati sempre più frequenti e sofisticati, rappresentando quindi uno dei principali problemi per le organizzazioni di tutte le dimensioni. Tali attacchi prevedono la criptazione dei dati di un’azienda e la richiesta di un pagamento di un riscatto in cambio della chiave di decrittazione ed hanno quindi un impatto significativo sulle società, sia dal punto di vista finanziario, che operativo, con una perdita di fatturato, danni alla reputazione e, in alcuni casi, perdita permanente o diffusione di dati riservati.
L’analisi dimostra che le piccole e medie imprese risultano le più bersagliate: sia nel 2021 che nel 2022 la maggior parte degli attacchi ha colpito organizzazioni con meno di 1.000 dipendenti e circa il 60% delle aziende prese di mira nel 2021 e nel 2022 ha meno di 250 dipendenti. Anche considerando il fatturato, sia nel 2022 che nel 2021 le società con ricavi consolidati tra 1 e 50 milioni rappresentano circa il 60% degli attacchi.
A livello di aree geografiche, il Nord America si conferma al primo posto a livello mondiale per numero di attacchi, sebbene sia anche l’area che ha registrato il maggiore calo tra il 2021 ed il 2022 (-10%). Segue l’Europa con il 26,73% degli attacchi nel 2021 ed il 29,73% nel 2022 e l’Asia con il 9,82% nel 2021 ed il 15,41% nel 2022. Anche considerando i principali gruppi di ransomware – in particolare Lockbit, BlackCat e Conti – nel 2021 il Nord America è stato preso di mira da 48 gruppi di ransomware, che sono diventati 57 nel 2022; l’Europa da 48 gruppi di ransomware, che sono diventati 51 nel 2022 – con Regno Unito, Germania, Italia, Francia e Spagna che pesano più del 70% di questi attacchi -; mentre l’Asia è stata attaccata da 45 gruppi di ransomware nel 2021, che sono diventati 51 nel 2022. Anche la Russia, infine, ha registrato nel 2022 un incremento pari al 9% negli attacchi ransomware rispetto al 2021.
Per quanto riguarda i settori, il più colpito nel 2021 è stato quello dei Beni di Consumo con il 28,1% degli attacchi, seguito da quello dei Beni industriali con il 25,08% e da quello Health con il 7,4%; per quanto riguarda il 2022, invece, il settore più colpito è stato quello dei Beni Industriali con il 32% degli attacchi, seguito dai Beni di Consumo con il 24,9% e dal settore IT con il 10,6%.
Il ransomware rappresenta quindi oggi la principale causa dei sinistri assicurativi informatici e si prevede che questa tendenza continuerà anche in futuro. Uno dei motivi principali è che gli attacchi ransomware stanno diventando sempre più sofisticati: gli aggressori utilizzano tecniche sempre più avanzate per eludere il rilevamento e criptare i dati aziendali e ciò rende sempre più difficile per le organizzazioni prevenire e riprendersi dagli attacchi, aumentando le probabilità di successo della richiesta di riscatto.
Un altro motivo è che molte piccole e medie imprese sono particolarmente vulnerabili agli attacchi ransomware, non disponendo delle risorse e delle competenze necessarie per proteggersi efficacemente. Questo le rende un obiettivo interessante per gli aggressori, che sanno che queste aziende sono più propense a pagare il riscatto per riottenere l’accesso ai propri dati.
La ricerca completa è disponibile qui.