I 13,6 MILIARDI SUI FONDI APERTI COMPENSANO I RISCATTI ALLO SPORTELLO. PER I CONSULENTI È IL SECONDO MIGLIOR ANNO DI SEMPRE
di Paola Valentini
Dicembre record per l’attività di raccolta delle reti di consulenti finanziari. Il 2022 si conclude con il migliore risultato mensile dei flussi dell’anno sia sui volumi totali sia sul fronte del risparmio gestito. A dicembre Assoreti ha evidenziato una raccolta complessiva doppia rispetto al mese precedente e pari a 5,4 miliardi di euro. Si consolida pertanto il bilancio del 2022 che vede le reti realizzare la seconda miglior raccolta annuale di sempre, pari a 44,9 miliardi, dopo il record di 57,3 miliardi stabilito nel 2021 che però aveva beneficiato di un ambiente favorevole per le azioni e i bond a differenza dell’anno appena concluso. Di tale importo, le risorse destinate ai prodotti del risparmio gestito ammontano nei 12 mesi a circa 17 miliardi, dai 43 miliardi nell’anno precedente.
Seppur con una raccolta in calo sul 2021, le reti consolidano, il ruolo di riferimento per l’industria del risparmio gestito, in particolare nel settore dei fondi aperti dove nel 2022 i consulenti finanziari che hanno realizzato una raccolta netta (diretta e indiretta) pari a 13,6 miliardi, compensando quindi i deflussi registrati dagli altri canali distributivi, ovvero gli sportelli delle banche, e portando in positivo il bilancio complessivo del sistema fondi a 9,3 miliardi, sulla base dei dati complessivi pubblicati a fine gennaio da Assogestioni. «È stato un anno faticoso ma i risultati non possono che renderci orgogliosi. Il modello delle reti ha superato anche questa sfida brillantemente», ha sottolineato Paolo Molesini, presidente di Assoreti.
Se il risparmio gestito ha registrato una frenata rispetto al 2021, per quanto riguarda la parte amministrata nei 12 mesi la raccolta è raddoppiata passando da 14 miliardi a 28 miliardi del 2022 grazie al decisivo contributo dell’investimento in titoli sui quali sono andati 27 miliardi (2,3 miliardi nel 2021), prevalentemente indirizzati sulle obbligazioni, mentre frena la raccolta di liquidità pari a 977 milioni, soltanto poco più del 2% del totale (12 miliardi nel 2021, circa il 20% del totale). Da inizio anno il 60% della raccolta totale arriva ai titoli amministrati e in particolare dai titoli di Stato (12,2 miliardi).
Il gruppo Fideuram (Fideuram, Intesa Sanpaolo Private Banking, Sanpaolo Invest Sim e Iw Sim) si colloca al primo posto dall’inizio dell’anno per raccolta netta, con 10,8 miliardi di cui 2,3 miliardi nel gestito. «Il dato dei 12 mesi è molto positivo perché si avvicina a quello del 2021, che è stato un anno ottimo dal punto di vista dei mercati a differenza del 2022», ribadisce Fabio Cubelli, condirettore generale di Fideuram-Intesa Sanpaolo Private Banking. «Un terzo della raccolta è stato ottenuto grazie al reclutamento dei nuovi private banker e da una quantità importante di nuovi clienti». Cubelli osserva anche che «rispetto agli anni precedenti c’è meno quota di gestito e questo è comprensibile, mentre l’amministrato è stato sostenuto soprattutto dall’aumento di liquidità in conto e dai titoli obbligazionari. Il fenomeno nuovo del 2022 è relativo proprio alla ripresa della raccolta sull’obbligazionario, grazie ai tassi in rialzo con i clienti che iniziano a ridurre le giacenze e questo può essere un buon viatico per tornare a sviluppare l’attività del gestito nel 2023. L’anno è iniziato con una raccolta netta positiva sull’onda lunga dei buoni risultati del 2022, e con una conferma della ripresa della parte della parte obbligazionaria. Resta un po’ di cautela tra consulenti e investitori in attesa di un percorso più stabile del recupero dei mercati». Seguono nella classifica dei 12 mesi Fineco, con 8,7 miliardi di cui 3 nel gestito, e Mediolanum con 7,2 miliardi di cui 4,4 attribuibili al gestito. (riproduzione riservata)
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