Il Bundesverband Deutscher Versicherungskaufleute e.V. (BVK) ha lanciato per la terza volta sotto la supervisione scientifica del Professor Matthias Beenken dell’Università di Scienze Applicate di Dortmund e in collaborazione con VersicherungsJournal un sondaggio rivolto agli intermediari assicurativi.
Oltre alle domande sulle tendenze del settore e sulla situazione aziendale personale, sugli obiettivi professionali e sulla situazione economica delle società di brokeraggio, il questionario di quest’anno comprende anche un complesso di domande sul tema attuale della “sostenibilità”.
La precedente edizione dell’indagine, che viene condotta ogni due anni, ha mostrato che fino al 42% degli intermediari guadagna meno di 100.000 euro all’anno, a seconda del tipo di intermediario. Inoltre, uno su cinque degli oltre 3.200 partecipanti al sondaggio ha guadagnato meno di 50.000 euro di profitto.
Secondo gli autori dello studio, non si tratta di un ordine di grandezza sufficiente per finanziare un’azienda organizzata in modo professionale e con dipendenti.
Anche la soddisfazione per l’assistenza alle vendite è stata un tema del sondaggio. Risultato: oltre il 60% degli agenti assicurativi è soddisfatto delle prestazioni degli assicuratori, solo un intervistato su 13 è esplicitamente insoddisfatto. La quota degli agenti monomandatari è più che doppia rispetto a quella dei broker.
L’ultimo sondaggio ha mostrato anche una notevole riduzione di coloro che pensavano di cambiare il proprio status di agente. Il 7,5%, in calo rispetto all’8,5% del precedente sondaggio. Sono state osservate enormi differenze a seconda del tipo di intermediario. Nel settore esclusivo, la cifra era quasi un dodicesimo. Nel caso degli agenti plurimandatari, circa uno su 13 era a rischio di lasciare la professione, mentre nel caso dei broker nessuno dei partecipanti al sondaggio.
All’epoca, circa il 70% degli agenti in esclusiva poteva immaginare di passare allo stato di broker. Circa un quinto voleva rappresentare un’altra società e circa uno su otto tendeva a diventare agente plurimandatario.
Il numero di contratti per cliente è in diminuzione. Un partecipante al sondaggio su sette ha dichiarato di essere un’azienda individuale. Tra i broker, la percentuale era quasi tre volte superiore a quella degli agenti monomandatari, quasi un terzo.