di Carlo Brustia
Per il quarto trimestre consecutivo aumenta il tasso di default delle imprese. L’evidenza emerge dall’ultima edizione del Barometro Crif sul credito alle imprese. Più nel dettaglio, l’andamento dei tassi di default per il mercato societario italiano – che fa segnare al 30 settembre 2022 un dato pari al 2,1% per le società di capitali, 1,4% per le società di persone e 1,9% per le ditte individuali – denota per il quarto trimestre consecutivo il proseguimento del trend di lieve risalita dei tassi default in essere da settembre 2021. Allora infatti l’indice di rischiosità del credito aveva raggiunto un punto di minimo storico – pari all’1,5%, all’1% e all’1,7% rispettivamente per società di capitali, società di persone e ditte individuali – prevalentemente per effetto degli interventi varati a supporto delle aziende nel contesto delle prime ondate pandemiche di Covid-19 (in primis moratorie sui debiti finanziari in essere e accesso a credito garantito).
«Seppur in valore assoluto i tassi di default risultino ancora contenuti rispetto alla media storica e al dato pre-pandemia, l’attuale quadro macroeconomico, caratterizzato da ripresa incerta ed elevata inflazione, e lo scenario di risalita dei tassi di interesse lasciano presagire che la dinamica in atto possa subire un’accelerazione nel corso dei prossimi trimestri», commenta Simone Capecchi, executive director di Crif. Nel 2022 le richieste di credito da parte delle imprese italiane, una volta lasciato alle spalle il periodo acuto della pandemia, hanno registrato una flessione complessiva del 5,7% rispetto al 2021, con un andamento pressoché stabile nei trimestri, a esclusione del picco rilevato nel primo trimestre che ha sfiorato il -8%, valore che è andato a dimezzarsi con il passare dei mesi (-3,8% quarto trimestre 2022). L’atteggiamento generale di maggiore prudenza nel 2022 ha riguardato principalmente le imprese individuali con un -12%, mentre la domanda proveniente dalle società di capitali si è contratta del 2,4%. (riproduzione riservata)
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