“Nel 2022 AXA ha registrato una forte performance nonostante un contesto difficile, a conferma della resilienza del nostro modello di business. Il nostro Gruppo è ben posizionato, con risultati in tutte le dimensioni, con un utile per azione sottostante di 3,08 euro, in crescita del 12%, un coefficiente Solvency II al 215% e 4,5 miliardi di euro di liquidità in Holding”, ha spiegato il Ceo Thomas Buberl in una nota.
Il gruppo francese ha registrato una buona crescita in tutte le attività tecniche, in particolare nei rami Danni, Salute e Protezione.
Alla luce della performance nel 2022 e del solido bilancio, il Consiglio di amministrazione propone un dividendo di 1,70 euro per azione, con un aumento del 10%, e ha nuovamente approvato un riacquisto di azioni proprie fino a 1,1 miliardi di euro.
Buberl conferma che il gruppo è ben posizionato per raggiungere gli obiettivi chiave “Driving Progress 2023” e prevede di superare il tasso di crescita annuo composto del 3%-7% degli utili per azione sottostanti nel periodo del piano.
Nel dettaglio i ricavi totali sono stati trainati dal settore Property & Casualty (+2%), con una crescita nel settore Commercial lines Insurance (+5%) grazie al perdurare di effetti di prezzo favorevoli, nonché nel ramo Persone (+4%), grazie a maggiori ricavi derivanti da effetti di prezzo favorevoli sia nel ramo Auto che nel ramo Non Auto, parzialmente compensati da AXA XL XL Insurance. Anche il settore Salute (+16%) è in forte crescita in tutte le aree geografiche. Il comparto Vita e Risparmio invece è in calo del 5%.
Gli utili sottostanti sono aumentati del 4% a 7,3 miliardi di euro, trainati dal Property & Casualty (+5%), che riflette un maggiore reddito da investimenti e un risultato assicurativo solido nonostante l’impatto della guerra in Ucraina e il mancato ripetersi di un’elevata frequenza dei sinistri Auto in Europa nel 2021, ma anche dal comparto Life & Savings (+11%), grazie a un margine tecnico più elevato in Francia e Giappone e a spese più basse, in parte compensate da un margine di investimento inferiore.
Nel Salute (-11%) invece il calo è dato dall’aumento dei sinistri Covid-19 in Giappone e dell’impatto negativo di due grandi contratti internazionali del Gruppo in Francia, mentre il calo nell’Asset Management (-2%) è dovuto ai minori ricavi, in parte compensati da minori spese.
L’utile netto è diminuito dell’11% a 6,7 miliardi di euro, principalmente a causa di un calo di valore delle attività investite e dei derivati che sono valutati al fair value attraverso il P&L a causa di impatti di mercato sfavorevoli, nonché della cancellazione dell’avviamento di Reso Garantia, in parte compensata dall’aumento degli utili sottostanti.