di Silvia Valente
I rialzi operati dalla Bce comportano nuovi aumenti dei tassi di interesse sui prestiti bancari a imprese e famiglie italiane. A gennaio, infatti, il tasso medio sul totale dei prestiti ha raggiunto il 3,51%, partendo dal 3,20% del mese precedente. Trainano soprattutto i tassi medi sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese pari al 3,7% (+0,20% su dicembre) e sulle operazioni di acquisto di case al 3,53% (+0,52%). Si tratta del livello più elevato segnato dai nuovi mutui dal novembre del 2013. Lo si legge nell’ultimo aggiornamento dell’Abi in materia.
L’effetto della stretta monetaria europea si è visto anche sui finanziamenti emessi dalle banche, che infatti continuano a rallentare, attestandosi al +1,3% su base annua, a fronte del +1,6% di dicembre.
Tornando al mese di gennaio, la raccolta delle banche italiane ha fatto registrare, per il secondo mese consecutivo, un aumento, seppur lieve, di quella a medio-lungo termine (+0,6%), ossia le obbligazioni, e una riduzione dei depositi (-1%). Tale riduzione, spiega il rapporto di Palazzo Altieri, è prevalentemente riconducibile ai minori depositi delle imprese che invece erano aumentati fortemente durante la pandemia e a cui adesso le aziende stanno attingendo, motivo per cui hanno chiesto meno finanziamenti.
Non si ferma neanche il calo delle sofferenze bancarie, riporta l’Abi. In particolare, la componente netta a dicembre 2022 risulta in contrazione di due miliardi rispetto al mese precedente (-12,4%) e di un miliardo su dicembre 2021, attestandosi a 14,2 miliardi. (riproduzione riservata)
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