Un “progetto” per garantire la nomofilachia
Autore: M. R.
ASSINEWS 338 – febbraio 2022
1.Alla Corte di Cassazione l’articolo 65 dell’ordinamento giudiziario assegna la funzione di garantire la “uniforme interpretazione del diritto”.
È una funzione di rilievo costituzionale, sulla cui crescente importanza negli ordinamenti moderni poco ha riflettuto il legislatore, e pochissimo le forze politiche.
È l’uniforme interpretazione del diritto, infatti, che previene le liti, evita i contrasti giurisprudenziali, stronca le lungaggini, sopisce i dibattiti: in una parola, la funzione della Corte di Cassazione è storicamente quella di rendere le leggi “chiare e semplici”, come le voleva Montesquieu.
Non è un mistero che l’assolvimento di questo compito, ormai da molti anni, è diventato problematico a causa dell’elefantiasi del contenzioso dinanzi al giudice di legittimità. Nell’anno appena concluso le sole sezioni civili della Corte di Cassazione hanno adottato 42.145 provvedimenti giurisdizionali: in media 115,47 al giorno; 4,81 all’ora; uno ogni 12,47 minuti.
Compresa la notte, ovviamente. Per far fronte a questi numeri il numero dei magistrati assegnati alle sezioni civili è progressivamente aumentato fino a superare le 200 unità.
È facile intuire quali conseguenze questi numeri hanno provocato sullo svolgimento della delicata funzione di nomofilachia cui si accennava: oltre alla dilatazione dei tempi del giudizio (che nuoce alle parti in causa), un così elevato numero di ricorsi ha seriamente pregiudicato l’uniformità delle decisioni e la stabilità degli orientamenti giurisprudenziali (che nuoce all’ordinamento giuridico e all’intera collettività).
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