MANCANO POCHI GIORNI PER PRESENTARE LE LISTE IN VISTA DELL’ASSEMBLEA DEL 29 APRILE
di Manuel Follis
Si lavora ai contenuti e si lavora ai nomi che dovranno comporre la lista di Francesco Gaetano Caltagirone (azionista con l’8%) in vista dell’assemblea di Generali del 29 aprile che dovrà votare il nuovo consiglio d’amministrazione della compagnia assicurativa. La situazione è complessa e più che altro ora riguarda i tempi che si fanno sempre più risicati.
Tra i grandi nomi che starebbero lavorando a un piano alternativo a quello presentato qualche settimana fa dall’attuale ceo del Leone, Philippe Donnet, c’è quello di Fabrizio Palermo, ex ceo di Cassa Depositi e Prestiti. Negli ultimi giorni qualcuno aveva ventilato l’ipotesi che il manager potesse essere il candidato ideale come (potenziale) sostituto di Donnet, opzione che in realtà non avrebbe mai convinto del tutto e che nelle ultime ore sembra farsi più remota. In ogni caso è evidente che se si cerca un ad, è ancora possibile che Caltagirone presenti una lista lunga (di maggioranza) e non una corta. Nel frattempo, chi segue da vicino e con interesse i movimenti della lista Caltagirone sono altri due grandi azionisti di Generali, ossia la Delfin di Del Vecchio (6,618%) e la Fondazione Crt (1,7%), che da poco hanno riconfermato la validità del patto di consultazione tra le due società. Anche se i due azionisti non sono più vincolati da accordi con Caltagirone, è presumibile pensare che condividano ancora le stesse finalità e che quindi seguano con interesse l’evolversi della lista. Non solo, ma sembra che nel mentre si stia giocando una partita anche all’interno della Fondazione Crt, partita che però sta passando un po’ inosservata visto che i riflettori sono comprensibilmente puntati su Generali.
Il clima all’interno dell’ente torinese sarebbe un po’ teso, prova ne è che circolano voci secondo cui potrebbe essere messa in discussione anche la presidenza di Giovanni Quaglia, che scade nel 2023. Anche le recenti dimissioni del segretario della Fondazione Massimo Lapucci andrebbero inserite in questo contesto, dal quale emergerebbe che Quaglia non godrebbe più del pieno consenso di tutti i 18 componenti del consiglio di indirizzo della Crt. Tutto questo mentre, in parallelo, anche l’attuale cda di Generali sta lavorando alla lista da presentare in vista dell’assemblea.
L’ultima novità è che dopo 11 anni come presidente di Generali e altri sette come vice, Gabriele Galateri ha annunciato l’intenzione di lasciare l’incarico a fine mandato. Una scelta che era nell’aria, motivata con il fatto che, dopo tre mandati nella compagnia, Galateri non aveva più i requisiti di indipendenza in una fase in cui a Trieste si respira voglia di cambiamento, con Consob che spinge sugli indipendenti. Mercoledì è stata approvata la short list composta da 18 membri, mentre è stata rinviata l’indicazione dei tre consiglieri chiamati a sostituire i dimissionari (Caltagirone, Romolo Bardin, rappresentante di Del Vecchio e Sabrina Pucci), che con ogni probabilità faranno parte della lista definitiva, di 13 o14 membri, che la compagnia presenterà a metà marzo. Rinviato anche il parere di orientamento che il consiglio esprime ai propri soci sulla composizione quantitativa del prossimo consiglio. Dopo la decisione di Galateri di non ricandidarsi l’attenzione comunque è tutta focalizzata sul prossimo candidato presidente della compagnia di Trieste. Incarico per cui appare possibile l’indicazione di una donna, vista l’importanza che per il mercato sta assumendo la diversità di genere. (riproduzione riservata)
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