Secondo uno studio realizzato dalla fintech Younited, il 61% degli italiani coinvolti nel sondaggio ha già contratto tre o più prestiti nel corso della propria vita. Una percentuale inferiore rispetto alla media dei Paesi vicini che supera il 78%
Il 2021 è stato per il mercato del credito al consumo un anno di crescita, gli ultimi dati disponibili parlano di un ritorno ai volumi pre-pandemia, con una ripresa dei consumi e tassi bassi di interesse che agevolano le richieste di prestiti personali.
Sull’argomento la fintech Younited ha realizzato, in collaborazione con l’istituto di ricerca europeo MixFactory, uno studio a livello europeo. Per quanto riguarda il comportamento degli italiani in materia di credito, Stefano Piscitelli, managing director di Younited Italia, ha detto che “I precedenti lockdown hanno avuto un forte impatto sulle spese, i risparmi e i progetti degli italiani. Considerando che nel 2021 i volumi di credito al consumo sono tornati ai livelli pre-crisi, è importante capire come gli italiani percepiscano il credito al consumo. La nostra ricerca mostra che i vincitori nel settore del credito al consumo saranno quelli in grado di combinare processi automatizzati con un approccio umano al cliente. Umano e digitale non sono in antitesi, ma si completano a vicenda per fornire un’esperienza al cliente veloce, efficiente, sicura e soprattutto utile”.
Secondo quanto emerge dallo studio, il profilo tipico di un mutuatario di credito al consumo è di una persona di oltre 50 anni, con situazione di lavoro stabile e almeno 3 prestiti stipulati.
Dalle risposte del campione si rileva che il 61% degli intervistati ha stipulato almeno 3 prestiti nella propria vita e 1 su 3 ne ha già sottoscritti più di 5.
Nonostante questo, il mercato italiano, seppur dinamico, è però meno vivace dei suoi vicini europei: in Germania, il 46% degli intervistati ha contratto 5 o più prestiti, mentre in Francia la percentuale sale addirittura al 51%.
La frequenza per la richiesta di un prestito si attesta tra i 2 e i 5 anni ed è comunque legata al tipo di progetto; ad esempio, i progetti di vita e la richiesta di prestiti per liquidità sono quelli riconfermati più spesso in meno di 3 anni (23%).
L’acquisto di un’auto, il finanziamento di lavori di ristrutturazione, l’acquisto di beni per la casa e la realizzazione di un progetto di vita sono tra i principali motivi di utilizzo di credito al consumo e rappresentano l’84% delle domande di prestito.
In questo contesto, il credito è finalizzato soprattutto al miglioramento del comfort e della qualità della vita e l’importo varia per lo più (83%) tra 3.000 e 20.000 euro. Ricordiamo che il credito al consumo riguarda prestiti compresi tra 200 e 50.000 euro, escluso l’acquisto di immobili, e il periodo di rimborso è superiore ai 3 mesi.
La maggior parte di questi prestiti sono utilizzati per finanziare un progetto. Solo il 5% degli intervistati ha richiesto un prestito per urgenti necessità di liquidità, dunque per far fronte agli imprevisti della vita. In questo caso, la maggioranza prende in prestito tra i 3.000 e i 20.000 euro.
Infine, in Italia il 29% degli intervistati usa il credito al consumo per consolidare i propri debiti, rendendo Younited la piattaforma di riferimento tra i diversi istituti di credito per questo tipo di esigenza, prendendo in prestito somme superiori a 20.000 euro.
Nel 2021, circa due terzi degli italiani (62%) ha cercato informazioni tramite Internet prima di contrarre un prestito al consumo. Questa evoluzione digitale è consolidata anche in quasi tutti i Paesi europei oggetto della ricerca: Germania (66%), Spagna (64%), Portogallo (59%), chiude la Francia con il 48%. Nonostante questo, in Italia soltanto il 7% delle sottoscrizioni dei prestiti avviene online, contro il 16% degli altri mercati.
Tuttavia, in termini assoluti, la scelta dell’erogatore di credito dipende da tre criteri: il costo complessivo (39%), la chiarezza dell’offerta (27%) e il tempo di risposta (27%).
Questo è particolarmente vero per i clienti italiani di Younited che favoriscono la rapidità di risposta (40%), la velocità di disponibilità dei fondi (40%) e il costo del prestito (38%).
Quando si parla di costo del prestito, i consumatori italiani si concentrano maggiormente sul TAEG (52%), sul costo totale (40%) e sul tasso nominale (32%, contro il 12% della media degli altri Paesi).