PER RIPRISTINARE IL MECCANISMO DI CEDIBILITÀ MULTIPLA SI PENSA A CODICI IDENTIFICATIVI
di Andrea Pira
Il controllo ex ante dell’Agenzia dell’entrate, capace di dare una «etichettatura» ai crediti fiscali di Superbonus e altri incentivi edilizi, potrebbe essere il meccanismo adatto a sbloccare il dossier sulla cedibilità dei medesimi, senza però passaggi illimitati. Questa l’indicazione che prende campo in Senato sul dossier crediti edilizi e trova conferma nelle dichiarazione della viceministra all’Economia Laura Castelli, che parla di codici identificativi. In campo anche l’ipotesi di un tetto massimo di tre cessioni, ma solo all’interno del sistema bancario. «Abbiamo sollecitato il governo affinché si trovi una soluzione all’incertezza generata dai paletti posti dalla normativa», spiega a MF-Milano Finanza la senatrice, Donatella Conzatti, relatrice del decreto Sostegni Ter e segretaria della commissione Bilancio, «si potrebbe intervenire con decreto correttivo da far confluire poi come emendamento al Sostegni-ter, così da sanare i problemi più macroscopici e lasciare alla fase emendativa del Parlamento i nodi meno spinosi». Forse giovedì o venerdì il governo potrebbe intervenire perciò intervenire con un provvedimento ad hoc da far confluire come emendamento nel tentativo di sedare nella sua maggioranza la guerra del Superbonus portata alla luce da questo giornale. Sullo sfondo c’è la mole di 4,4 miliardi di euro in crediti fasulli alla base della stretta sul sistema dei bonus. Un sistema di frodi che ha coinvolto in particolare i bonus che, prima del decreto anti-frode di novembre, non erano soggetti ad asseverazione e visto. Anche l’Abi chiede interventi: a rispondere dovranno essere il cedente originario, beneficiario della detrazione, o l’impresa che ha operato lo sconto in fattura, non le banche o chi ha agito in buona fede. Gli istituti paventano che i paletti rimettano in discussione i contratti. Ieri intanto Il ministro della Transizione, Ecologica, Roberto Cingolani ha firmato il decreto che fissa i tetti massimi per gli interventi del Superbonus 110%, aumentando del 20%, data l’inflazione, quelli vigenti per l’Ecobonus. I massimali saranno rivisti annualmente. «Si ragiona su tre direttrici», aggiunge l’esponente di Italia Viva, «La prima è un sistema di ”etichettatura” dei crediti in fase di comunicazione all’Agenzia delle Entrate, così che siano riconducibili alle operazioni immobiliari sottostanti. Occorre poi circoscrivere la cedibilità a soggetti sottoposti alla disciplina antiriciclaggio, magari allargando esplicitamente alle società di cartolarizzazione legge 139/1999 e alle imprese di assicurazione del d.lgs. 209/2005: un perimetro un po’ più largo, ma vigilato. Infine il numero di cessioni: potranno essere previste cessione successive, ma togliendo la possibilità che siano illimitate, un sistema che, come evidenziato anche dal ministro dell’Economia, Daniele Franco, stava portando alla nascita di una moneta fiscale alternativa. Qualunque decisione, aggiunge la senatrice richiede celerità. «Un tema rilevante è quello della chiarezza delle norme. Per alcuni istituti bancari si pone anche un problema di svalutazione dei credi nel caso non dovessero essere più cedibili».
«L’Italia è stata a lungo convinta di potersi approvvigionare alle migliori condizioni sul mercato. Ora si ragiona sul potenziamento della produzione nazionale di gas. Si parla di un raddoppio della capacità estrattiva da 3 a 6 miliardi di metri cubi, un tema, come quello del Superbonus, non privo di ripercussioni sul dibattito politico. Dopo tanti no, dobbiamo imparare a dire anche dei sì in materia di energia». (riproduzione riservata)
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