di Marco Capponi
Banca Generali nel 2021 corona il piano industriale triennale iniziato nel 2019 con il miglior utile netto della storia: 323,1 milioni di euro, in crescita su base annua del 18%. I risultati hanno evidenziato anche un miglioramento nel profilo dell’utile stesso: la componente ricorrente infatti è stata di 176,6 milioni, con un incremento anno su anno del 15%. Alla base del dato ci sono in particolare lo sviluppo delle masse, che hanno raggiunto gli 85,7 miliardi, il 15% in più rispetto a fine 2020, e la loro composizione. La componente non ricorrente è stata invece di 146,5 milioni, e su di essa hanno influenzato alcune voci rilevanti. Primo, le commissioni variabili, che sono arrivate a 220,5 milioni grazie alla dinamica dei mercati e alla performance media del 5,8% nell’anno (23,8% su un orizzonte triennale) generata per i clienti. Secondo, un beneficio fiscale da 8,5 milioni legato all’affrancamento di avviamenti, marchi e attività immateriali. I proventi sono stati in parte assorbiti dall’onere straordinario, pari a 80,6 milioni, finalizzato alla tutela dei clienti da una potenziale perdita legata a investimenti in titoli illiquidi. «Siamo orgogliosi della crescita della banca», ha commentato Gian Maria Mossa, amministratore delegato e direttore generale, ricordando che «l’efficienza operativa e gestionale e l’efficacia dell’offerta hanno spinto l’istituto verso nuovi picchi di redditività, solidità patrimoniale e crescita dimensionale».
Importanti in tal senso i risultati commerciali conseguiti dal gruppo. Oltre alle masse che, come già detto, hanno raggiunto a fine dicembre gli 85,7 miliardi, la raccolta dei 12 mesi è stata positiva per 7,7 miliardi, in crescita del 31% rispetto al 2021. Le soluzioni gestite da sole hanno portato afflussi per 5,3 miliardi, il 67% in più su base annua. E anche a inizio 2022 il trend parrebbe confermato: l’istituto ha raccolto infatti 483 milioni, frutto di un aumento dei conti correnti a causa della volatilità dei mercati, ma anche di 181 milioni confluiti nell’asset management.
Alla luce dei dati di bilancio il consiglio di amministrazione ha proposto la distribuzione di un dividendo a 1,95 euro per azione, da corrispondere a maggio 2022 (1,15 euro) e febbraio 2023 (0,8 euro). Il payout corrisponde al 70,5% dell’utile consolidato nell’esercizio 2021. Infine il Cet1 Ratio, indice di solidità bancaria, è stato pari al 16,3%. (riproduzione riservata)
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