di Giovanni Sabatini*
La lettera della presidente Ursula von der Leyen pubblicata da MF-Milano finanza si occupa di una questione che assume ogni giorno maggiore rilevanza per tutti: cittadini, imprese, banche. L’affermazione della presidente «ciò che vogliamo ottenere è garantire che ciò che è illegale nel mondo analogico sia in futuro illegale anche on line» è profondamente condivisibile.
Sotto il profilo bancario l’innovazione tecnologica e l’ingresso di nuovi soggetti che offrono servizi bancari al di fuori del quadro di regole e di supervisione applicabile alle banche, rende urgente una scrupolosa applicazione del principio «stessa attività, stessi rischi, stesse regole». Un principio oggi non rispettato. Si può citare il caso dell’accesso ai dati bancari regolato dalla direttiva PSD2 che prevede che, ove il cliente abbia dato l’autorizzazione, le banche devono permettere l’accesso a quei dati ad operatori che offrono servizi connessi ai pagamenti e ne devono anche sostenere il costo per consentire tale accesso.
Ma non vige il contrario: le banche non possono accedere ai dati archiviati da questi operatori non bancari anche se il cliente è d’accordo e ciò consentisse l’offerta di servizi bancari più rispondenti alle esigenze del cliente. Esiste quindi una rilevante asimmetria. Sotto il profilo della normativa anti-riciclaggio e contrasto al finanziamento al terrorismo le banche sono destinatarie di articolate disposizioni che richiedono rilevanti investimenti in organizzazione, procedure e sistemi informatici.
Tali disposizioni non trovano applicazione nei confronti di soggetti non bancari come gli operatori delle grandi piattaforme social. Non a caso vi è una grande attenzione sul fenomeno delle valute digitali emesse da soggetti privati. Anche dal punto di vista fiscale il piano non è livellato. Le banche per essere autorizzate devono avere una sede nell’area dell’euro, mentre questi soggetti si stabiliscono dove c’è maggiore convenienza fiscale. Anche in questo campo vi è una competizione non paritetica. Queste e molte altre asimmetrie debbono essere velocemente rimosse a tutela dei cittadini e dei loro risparmi, della stabilità finanziaria, della libera concorrenza e anche delle finanze pubbliche. (riproduzione riservata)
*direttore generale Abi
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