Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Il Servizio sanitario nazionale ha di fronte a sé una grande sfida: coniugare la scarsità delle risorse disponibili con la crescente domanda di assistenza sanitaria dovuta a diversi fattori, tra cui una popolazione sempre più longeva. Di fatto, non può garantire una copertura illimitata e, quindi, neppure gestire adeguatamente il flusso di persone che a esso si rivolgono. Il costo è ormai insostenibile. Lo dimostra il IX rapporto Rbm-Censis salute che rileva come ogni regione spenda circa l’80% del proprio bilancio in spese sanitarie. Senza sminuire il Ssn, che rimane risorsa importantissima per il paese, va preso atto dei suoi limiti. Oggi, necessita di essere supportato da un sistema di finanziamento aggiuntivo. Parliamo del secondo pilastro della tutela della salute che offre copertura finanziaria a prestazioni aggiuntive rispetto a quelle assicurate dalla sanità di base.
- «Città, deserti commerciali. Dal 2012 al 2020 sono spariti 77mila negozi»
«In 8 anni, dal 2012 al 2020, sono spariti 77mila negozi dalle città italiane che rischiano di trasformarsi in deserti», E il 2021 segnerà un nuovo tracollo per le imprese di alloggio e ristorazione: quasi una su 4 rischia di non riaprire più. Il grido di allarme di Confcommercio arriva dopo uno studio dell’associazione su «Demografia d’impresa nelle città italiane» che analizza come attività di commercio al dettaglio e imprese ambulanti stiano sparendo dalle nostre città, cambiandone per sempre il volto. Con rischi anche per il turismo. Sottolinea lo studio che «il rischio di non riavere i nostri centri storici come li abbiamo visti e vissuti prima della pandemia è molto concreto e questo significa minore qualità della vita dei residenti e minore appeal turistico». Infatti, se tengono i negozi di base come alimentari e quelli con nuove funzioni, come le tabaccherie, altri settori come abbigliamento, libri, giocattoli e pompe di benzina chiudono o si spostano in periferia. «Le imprese più colpite vanno sostenute — dice il presidente Carlo Sangalli — , va introdotta una web tax e serve un piano di rigenerazione urbana».
- Un nuovo incidente mette nei guai Boeing Restano a terra 128 aerei
Boeing è di nuovo sotto i riflettori dopo lo scoppio avvenuto sabato di un motore Pratt & Whitney che si è sbriciolato sui cieli di Denver, per fortuna senza causare vittime. L’ennesimo evento che ha riportato l’attenzione sul marchio americano, segue le catastrofi del 737 Max, i guai del 787 e i ritardi del progetto 777X che ancora non vede la luce. Secondo quanto descritto dal National Transportation Safety Board statunitense, poco dopo il decollo ad un altezza inferiore ai 10 mila piedi (circa 3 mila metri) uno dei due motori di un 777-200 della United Airlines diretto a Honolulu è esploso e alcune parti della turbina sono piombate su un sobborgo di Denver. Nel giro di poche ore la Federal Aviation e tutte le principali autorità aeree civili hanno messo al bando i voli dei 777-200 dotati di motori Pratt & Whitney 4000-112, un progetto nato 30 anni fa. Nel mondo circolano ancora circa 128 aerei 777 “200”.
- Il welfare aziendale aumenta la resilienza durante la pandemia
Nella pandemia la vera sorpresa è arrivata dal welfare privato, rivelatosi un fattore abilitante per fronteggiare crisi sanitaria e ripresa produttiva. Un anno fa, da un giorno all’altro, aziende e sindacati hanno iniziato a contrattare vorticosamente per tamponare un’emergenza inimmaginabile. Si ferma la produzione e allora arriva l’accordo per il ricorso al godimento delle ferie pregresse, e poi le ferie solidali per chi ha esaurito le proprie ed è impiegato in ruoli o mansioni “sospese”. E gli ammortizzatori. Chiude la scuola e allora via ai congedi. Non bastano. Ecco l’accordo per quelli aggiuntivi. Arriva il contagio. Scendono in campo i fondi e le casse di assistenza sanitaria integrativa, dal Sanimoda al MetaSalute, da Altea a Faschim, che hanno esteso le tutele per i propri iscritti riconoscendo, per esempio, un’indennità giornaliera in caso di ricovero e/o isolamento domiciliare a causa della positività a Covid-19. Arrivano anche le campagne dei tamponi ai lavoratori e quelle per i vaccini influenzali. Veri beni e servizi di lusso di quest’ultimo anno.
- Il 75% delle compagnie ha trovato un partner per l’innovazione
Anche per l’insurtech l’emergenza pandemica ha accelerato una trasformazione che era già in atto, soprattutto dal lato della domanda e della relazione con il cliente, a cui i player assicurativi non sempre riescono a rispondere in maniera adeguata. Ma l’ecosistema dell’innovazione sta iniziando a delinearsi grazie anche a un atteggiamento di apertura delle compagnie tradizionali per lo sviluppo di progetti interni e di partnership con le startup. È questa la sintesi del primo Insurtech Investment Index, l’indice sintetico frutto della collaborazione tra Italian Insurtech Association (Iia) e l’Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano che punta a quantificare l’attenzione all’innovazione nel settore. Che raggiunge la sufficienza, con un voto di 18 su 30 che la dice lunga sui limiti del sistema.
- Infortunio Covid per chi non si è voluto vaccinare, Inail attende i Ministeri
Sull’applicabilità del trattamento infortunistico ai lavoratori che hanno contratto il virus da Covid-19 dopo avere rifiutato il trattamento vaccinale, l’Inail chiederà i pareri ai ministeri del Lavoro e della Salute. Nell’attesa – come evidenziato in una nota diramata ieri alle sue sedi territoriali – l’Istituto avvierà apposite istruttorie in tutti le ipotesi di contagio occorsi ai lavoratori, conformemente alle prassi seguite fino a oggi e messa nero su bianco in una serie di circolari pubblicate nel corso del 2020, per valutare se il virus sia stato contratto in occasione della prestazione lavorativa e se l’evento lesivo debba essere qualificato come infortunio sul lavoro o meno. In caso positivo, l’Istituto dovrà dunque riconoscere agli interessati il trattamento per infortunio, salvo valutare la possibilità di rivalersi sui datori di lavoro qualora questi ultimi non abbiano rispettato le misure precauzionali previste dai vari protocolli condivisi con le parti sociali. Una pratica che l’Inail, ora come ora, non può non seguire anche qualora il virus sia stato contratto da coloro che, in precedenza, abbiano rifiutato di sottoporsi al trattamento vaccinale.
- Cassa ragionieri recupera 53,7 milioni
La Cassa di previdenza dei ragionieri è riuscita a recuperare 53,7 milioni di debiti pregressi nel 2020: 40,4 milioni per contributi e 13,3 milioni per sanzioni. Si tratta del 10% del totale dei crediti. L’ufficio recupero crediti dell’istituto pensionistico, istituito nel 2017 dall’attuale CdA guidato da Luigi Pagliuca, ha posto in essere una massiccia attività di richiamo, diffida, regolarizzazione delle posizioni e successiva intimazione che – spiega Paolo Longoni, presidente della Commissione Previdenza della Cnpr – «ha visto incrementare in maniera notevole le riscossioni».
- “Leader digitale entro il 2025”: ecco come Ergo sfida il leader di mercato Allianz