di Anna Messia
Assicurare un consiglio di amministrazione o un collegio sindacale di una società finanziaria contro i rischi legati alla responsabilità civile può costare oggi più del doppio di un anno fa. È uno degli effetti che la pandemia ha avuto sull’economia e sul settore assicurativo che oggi considera la gestione delle imprese decisamente più rischiosa del passato, fosse solo per le norme anti-Covid da rispettare per mettere in sicurezza i dipendenti ma anche per l’aumento del rischio delle insolvenze. Un rincaro che ha coinvolto soprattutto le banche e società finanziarie, ma che è evidente anche quando in ballo ci sono partecipate pubbliche. Un caso emblematico arriva da Poste Italiane che a maggio dello scorso anno ha lanciato un bando di gara per sottoscrivere una copertura per la responsabilità civile (tecnicamente D&O) del cda e del collegio sindacale, oltre che dell’organismo di vigilanza e dei dirigenti di Poste italiane e di società controllate del gruppo. Un bando in cinque lotti per cui le Poste erano disposte a pagare complessivamente 4,8 milioni di euro ma la competizione è andata deserta e alla fine la copertura assicurativa è stata garantita con una proroga tecnica dei vecchi assicuratori mentre i nuovi contratti sono ancora in corso di formalizzazione. Ma Poste non è certo l’unico caso. Anche la gara di Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione per reperire coperture D&O è finita senza aggiudicazione. «La pandemia di Covid-19 ha creato un ambiente altamente volatile e incerto per le imprese, determinando una serie di nuovi o aggravati rischi per amministratori e dirigenti, oltre a inasprire la situazione in un mercato assicurativo D&O che era già teso, secondo quanto emerge anche dal rapporto sui rischi globali 2021 di Allianz», dice Vittorio Veronesi, responsabile tecnico di Assiteca, broker indipendente quotato a Piazza Affari, aggiungendo che «seppure le aziende quotate in borsa rimangono generalmente più esposte ai rischi D&O, anche la situazione di quelle private si sta aggravando». Tra l’altro come detto il settore arrivava già da un periodo complicato. La crescita del numero di cause legali e l’aumento della frequenza e della gravità delle richieste di risarcimento hanno fatto salire oltre il 100% il rapporto tra i sinistri pagati e i premi incassati in molti mercati nel mondo, tra cui Regno Unito, Stati Uniti e Germania. «All’inizio del 2020 il mercato si stava già riallineando, prima di essere duramente colpito dall’attuale pandemia e dalla crisi economica», aggiunge Veronesi che segnala non solo un aumento delle tariffe ma anche una minor capacità assuntiva nonché una riduzione dell’offerta da parte delle imprese assicurative, sia in conseguenza delle aggregazioni che si sono registrate negli ultimi anni (come Axa e XL oppure Chubb e Ace) ma anche per l’uscita dal mercato delle polizze D&O da parte di altri operatori. «È il caso di alcune compagnie specialistiche quali ad esempio Navigator, ma anche di alcuni sindacati dei Lloyd’s di Londra che hanno deciso di sospendere l’assunzione di alcune linee di business, D&O comprese», conclude Veronesi. (riproduzione riservata)
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