di Leonardo Comegna e Carla De Lellis
Più cari i contributi dei professionisti senza cassa. Dal 1° gennaio, infatti, versano lo 0,26% in più alla gestione separata Inps, un aumento previsto dalla legge Bilancio 2021 per finanziare la nuova Iscro (indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa). Lo precisa l’Inps nella circolare n. 12/2021, in cui indica le aliquote contributive per l’anno in corso e i limiti da assumere nel calcolo della contribuzione (minimale e massimale). L’aliquota contributiva per i professionisti passa, cosi, al 25,98% (25,72% fino al 31 dicembre 2020), con l’intero aumento a carico dei lavoratori che, in fattura, possono recuperare solo il 4% a titolo di rivalsa.
Minimale e massimale. Per l’anno 2021 il massimale di reddito resta fissato a euro 103.055; pertanto, i contributi si pagano sui redditi fino a tale importo (oltre nulla è dovuto). Il minimale di accredito rimane a 15.953 euro annui. Conseguentemente, agli iscritti per i quali è applicata l’aliquota del 24% l’accredito dell’intero anno è attribuito in presenza del versamento di contributi annuo pari € 3.828,72, mentre agli iscritti per i quali il calcolo della contribuzione avviene applicando l’aliquota maggiore, l’accredito avverrà con un contributo annuale pari ai seguenti importi:
• 4.144,59 (di cui 3.988,25 ai fini pensionistici) per i professionisti che applicano l’aliquota del 25,98%;
• 5.379,35 (di cui 5.264,52 ai fini pensionistici) per i collaboratori e le figure assimilate che applicano l’aliquota al 33,72%;
• 5.460,71 (di cui 5.264,52 ai fini pensionistici) per i collaboratori e le figure assimilate che applicano l’aliquota al 34,23%
Il rincaro per l’Iscro. L’aumento interessa gli iscritti alla gestione separata, c.d. «professionisti senza cassa», cioè i lavoratori autonomi con partita Iva. L’aumento serve a finanziare la nuova Iscro: una sorta di cassa integrazione (ovvero di «ristoro»), che spetta per sei mesi nell’importo variabile da 1.500 a 4.800 euro, per una volta soltanto nel triennio 2021-2023, in presenza di una riduzione del reddito superiore al 50%. Per la copertura degli oneri di finanziamento dell’Iscro, la Manovra 2021 ha elevato, agli stessi beneficiari (ossia: iscritti alla gestione separata che esercitano per professione abituale attività di lavoro autonomo diverse dall’esercizio di imprese commerciali, compreso l’esercizio in forma associata di arti e professioni), l’aliquota dovuta alla gestione separata di 0,26 punti percentuali nel 2021 (0,51 punti percentuali è l’aumento previsto per ciascuno degli anni 2022 e 2023).
La ripartizione dell’onere. Vale la pena ricordare che, mentre nel caso dei collaboratori, l’onere è ripartito in misura di un terzo (1/3) al collaboratore e due terzi (2/3) al committente, nel caso dei professionisti senza cassa (e altre partite Iva), l’onere contributivo ricade tutto sul lavoratore (professionista), il quale può operare solo una rivalsa in fattura in misura del 4%. Pertanto, l’intero aumento del costo contributivo resta a carico dei professionisti.
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