di Carlo Giuro
Fondoposte è il comparto di previdenza dedicato ai lavoratori del gruppo Poste Italiane. Quali sono le caratteristiche e quale è il punto di vista in uno scenario generale in profonda evoluzione? MF-Milano Finanza ne ha parlato con il direttore generale Vittorino Metta.
Domanda. Quale è il biglietto da visita del vostro fondo pensione?
Risposta. Fondoposte rappresenta una delle principali realtà nel settore della previdenza complementare italiana. Attualmente aderiscono al fondo circa 95 mila lavoratori dipendenti delle società del gruppo Poste Italiane e il patrimonio in gestione ammonta a circa 2,5 miliardi di euro.
D. Dal punto di vista finanziario come avete fronteggiato il difficile anno e come vi state attrezzando per il futuro?
R. Ricordo innanzitutto che Fondoposte non gestisce direttamente le proprie risorse finanziarie, ma opera attraverso una gestione finanziaria delegata. Fatta questa premessa, inevitabilmente, tra febbraio e marzo l’impatto sugli investimenti del fondo ha risentito del negativo andamento dei mercati finanziari e dell’elevata volatilità registrata su tutte le classi di investimento. Nonostante i notevoli ribassi, Fondoposte è comunque riuscito a contenerne l’impatto grazie a una politica di investimento molto diversificata che inizialmente ha consentito di fronteggiare i periodi di forte turbolenza e di crisi economica e successivamente di recuperare totalmente le variazioni negative della quota. Nel 2020 il comparto Bilanciato ha realizzato un rendimento, al netto dei costi e della fiscalità, pari al +6,05% a fronte del +5,64% del benchmark, mentre il comparto Garantito, che si caratterizza per una gestione più prudente data la presenza della garanzia sui contributi versati, ha ottenuto un rendimento pari a +2,29%, rispetto al +4,29% del relativo indice di riferimento. E’ stata inoltre premiante la scelta di aver conferito mandati attivi a sette delle principali società di gestione operanti nel settore che hanno complessivamente saputo gestire efficacemente il posizionamento degli investimenti sia nella fase di crisi che nella successiva fase di recupero delle quotazioni. Nei prossimi mesi l’andamento della gestione finanziaria sarà probabilmente ancora influenzato da una elevata volatilità dei mercati determinata da uno scenario che resta incerto. In un’ottica di lungo periodo sarà centrale, come la pandemia ci ha suggerito, integrare gli aspetti di sostenibilità nelle decisioni di investimento, coniugando la creazione di valore per gli aderenti e il conseguimento di un impatto positivo sull’ambiente, la società e la governance delle imprese.
D. Quale il vostro approccio con riferimento all’investimento sostenibile?
R. Nel corso del 2020 abbiamo adottato la Politica di Sostenibilità che definisce i principi e le modalità che guidano il fondo nella scelta dei soggetti delegati alla gestione delle risorse, nell’indirizzare gli stessi gestori nelle scelte di investimento, nel monitoraggio successivo e nella rendicontazione dell’attività a tutti i soggetti coinvolti e interessati. Fondoposte è inoltre socio firmatario dei Principi di investimento sostenibile sostenuti dalle Nazioni Unite.
D. Come vi siete mossi e vi muovete con riferimento alla informazione agli iscritti anche per gestire l’emotività nel difficile periodo legato alla emergenza epidemiologica?
R. Fin dall’inizio della fase di turbolenza sui mercati finanziari, abbiamo comunicato ai nostri aderenti sul nostro sito web e sui nostri canali social, la straordinarietà della situazione che tutti stavamo cercando di affrontare nella maniera più corretta ed efficiente possibile come sempre nell’esclusivo interesse degli aderenti. Più volte abbiamo esortato a contestualizzare l’impatto della crisi sugli investimenti in un orizzonte temporale di lungo periodo, per evitare che scelte effettuate sulla base delle variazioni negative di breve periodo potessero pregiudicare i risultati futuri. Bisogna ricordare, infatti, che la diminuzione del valore della quota si concretizza in una perdita effettiva solo nel momento in cui viene liquidata la propria posizione a seguito di una richiesta di anticipazione, di riscatto o di cambio di comparto. È stato utile, poi, ricordare come in passato il fondo è stato in grado di fronteggiare anche altri periodi di forte turbolenza dei mercati finanziari e di crisi economica, recuperando perdite temporanee del valore della quota anche abbastanza elevate.
D. Il forte auspicio della Covip è quello, soprattutto con riferimento ai fondi negoziali, di favorire le adesioni on line. Quale è l’orientamento a tal proposito?
R. Le adesioni, come la gestione dell’intero processo associativo fino all’erogazione della prestazione pensionistica, attraverso strumenti informatici costituiscono sicuramente uno dei prossimi step dell’organizzazione dei fondi pensione che si affiancherà, senza sostituirlo, all’intenso lavoro che oggi svolgono i rappresentanti delle parti istitutive sul territorio. Oltre all’aspetto della sicurezza, che per noi è prioritario, va valutato anche il gap conoscitivo che si potrebbe riscontrare anche tra i nostri iscritti; è sicuramente necessario uno sforzo comune per rendere l’identità digitale una realtà per l’accesso alla maggior parte dei servizi informatici facendo sinergia con altre istituzioni e altri fondi.
D. Oltre a una nuova riedizione del silenzio assenso di cui si discute con molta insistenza, quali potrebbero essere idee da sviluppare per rilanciare la previdenza complementare nel Paese?
R. Il rilancio della previdenza complementare non può prescindere da un potenziamento della cultura finanziaria e previdenziale. Le iniziative normative, quali quelle del silenzio assenso, potrebbero essere estremamente utili specialmente in un contesto di iniziative di informazione e formazione che consentano comunque ai lavoratori di effettuare scelte consapevoli ed utili per il loro futuro previdenziale. Allo stesso tempo occorrerebbe poi avere una stabilità dello scenario normativo e fiscale di riferimento al fine di poter consentire ai lavoratori di effettuare una efficace una programmazione del proprio risparmio previdenziale. Nonostante l’elevato numero di lavoratori che hanno aderito al nostro fondo, infatti, uno dei principali motivi che si riscontrano in coloro che ancora non hanno effettuato questa scelta è il timore che in futuro possano cambiare le regole di riferimento a discapito delle scelte già operate. Ciò conferma la necessità di iniziative coordinate di informazione da parte delle istituzioni e di tutti gli operatori del settore. (riproduzione riservata)
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