Mentre il tribunale regionale superiore di Stoccarda si è pronunciato contro le richieste di due ristoratori del Baden-Württemberg, stabilendo che stando alle condizioni di assicurazione gli attori non avevano diritto al risarcimento da parte dell’assicuratore, il tribunale regionale di Düsseldorf si è espresso in direzione opposta.
In entrambi i procedimenti, si tratta di polizze contro l’interruzione dell’attività e le condizioni di polizza prevedevano un risarcimento nel caso in cui le autorità disponessero la chiusura dell’attività sulla base della legge sulla protezione dalle infezioni. Tuttavia, tra le malattie elencate manca il Covid-19 (ovviamente!). Pertanto, le chiusure attuali non rientrano nella copertura assicurativa, secondo il tribunale di Stoccarda. Le disposizioni contrattuali non sono state considerate poco trasparenti, considerato che l’assicurato è un cliente azienda e non un privato.
Non sono dello stesso avviso i giudici del tribunale regionale di Düsseldorf, che hanno deciso esattamente il contrario. Il gestore di diversi bar e club di Düsseldorf aveva stipulato una polizza assicurativa contro l’interruzione dell’attività diversi anni fa e aveva fatto causa a Zurich per rimborsare le spese dovute al lockdown per un importo di 764.000 euro. Zurich aveva sostenuto che la polizza copriva solo le conseguenze delle malattie menzionate nella legge sulla protezione dalle infezioni. Dal momento che il Covid-19 non esisteva al momento della conclusione del contratto secondo la compagnia nessun risarcimento era dovuto in questo caso. Pare però che a gennaio 2020 fosse stata modificata una clausola che lasciava un’apertura a nuove malattie. La sentenza non è comunque definitiva e può essere appellata al Tribunale Regionale Superiore.