Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Arca Vita Etf Energy! 3.0 è un prodotto d’investimento assicurativo multiramo in forma di contratto di assicurazione per il caso di morte a vita intera. Si tratta di una polizza a premio unico con partecipazione agli utili affiancata da una componente unit linked, le cui prestazioni sono collegate sia al rendimento della gestione separata Oscar 100%, finalizzata a dare stabilità alle performance, sia al valore delle quote di un fondo interno della compagnia a cui è delegato lo sforzo di generare rendimenti più importanti anche a costo di maggiore volatilità. Le soluzioni disponibili sono segmentate su tre profili di rischio ovvero la linea Prudente, Ponderata e Bilanciata. La soluzione presa in esame si basa sulla combinazione d’investimento Ponderata, che prevede che il capitale al netto dei costi venga conferito per il 40% nella gestione separata e per il 60% nel fondo interno Valore Ponderato. Il premio iniziale comporta un versamento minimo di 10 mila euro mentre l’importo massimo è fissato in 750 mila euro. E’ possibile corrispondere ulteriori premi integrativi di importo non inferiore ad 5 mila euro, con limite massimo complessivamente versato nella gestione separata di 1 milione di euro.
Aviva Your Private Insurance Soluzione Unit è un prodotto finanziario-assicurativo di tipo unit linked, che prevede l’investimento del premio unico versato, e degli eventuali versamenti aggiuntivi al netto dei costi, in una o più tra le opzioni di investimento disponibili. Il prodotto viene analizzato nella versione retail, distribuita da Ubi Banca, e la caratteristica più in evidenza per questa polizza risiede nella grande offerta di sottostanti finanziari resi disponibili alla clientela. All’interno di questa fitta schiera di fondi di rinomate case di investimento (ben 89 prodotti) c’è un limite massimo di 20 opzioni sottoscrivibili contemporaneamente, con un investimento minimo in ciascuna di mille euro. Le opzioni di investimento sono rappresentate da fondi armonizzati raggruppati in combinazioni scelte da Aviva in base alla politica d’investimento, ma spetta al cliente decidere dove alloca reil capitale in base alle proprie capacità. Non è chiaramente prevista alcuna garanzia sul capitale versato ne la presenza di rendimenti minimi. Aviva effettua un’attività di gestione e una di monitoraggio, denominate Piano di Allocazione e Piano di Interventi Straordinari
Trent’anni di UnipolSai e non sentirli. Carlo Cimbri, presidente della compagnia assicurativa e ad della capogruppo, ha costruito tutta la carriera, iniziata nel 1990 (dopo la laurea in Economia e commercio a Bologna), all’interno del polo emiliano, in Italia secondo solo alle Generali. Un percorso che lo ha visto superare anche gli anni della gestione targata Giovanni Consorte e ne ha fatto il deus ex machina grazie alle sue doti di manager intraprendente e alla profonda conoscenza del settore. Del resto dalla torre di Bologna non è mai uscito, se non per mettere a segno operazioni strategiche ma necessarie. Non solo per la crescita di Unipol, ma anche per la sopravvivenza di alcuni business, leggasi la banca, e per disarticolare, con molto cura e calma, lo stretto reticolo di partecipazioni del mondo cooperativo. Un percorso che non si è ancora concluso e che ha nell’operazione Intesa-Ubi-Bper uno snodo decisivo.
Stretta nella tenaglia tra Leonardo Del Vecchio e Unicredit, nella seconda metà del 2019 la Mediobanca che il mercato conosce è sembrata a un passo dalla fine. I bruschi scossoni nella governance si sono però interrotti con l’uscita di Unicredit dal capitale e lo stop di Delfin al 9,9%. Nel frattempo sul fronte del business la merchant è entrata in una fase particolarmente propizia, culminata nei giorni scorsi con l’annuncio dell’offerta pubblica di scambio di Intesa Sanpaolo su Ubi
Il destino di Ubi Banca è stato deciso in un incontro che Carlo Messina e Carlo Cimbri hanno avuto a Milano, subito prima di Natale. Un incontro di cui erano a conoscenza soltanto i più stretti collaboratori dei due ceo e che, come tutta la strutturazione dell’ops, è stato tenuto scrupolosamente al sicuro da orecchie e occhi indiscreti. Del resto, per chi fosse avvezzo a ragionare con categorie del passato come finanza bianca e finanza rossa, già solo una colazione tra Messina e Cimbri avrebbe fatto notizia. Eppure ci sono rari momenti in cui figure culturalmente lontane mettono da parte le proprie differenze per riscrivere insieme gli equilibri della finanza. Qualcosa del genere accadde nel 1999 quando il patron di Mediobanca Enrico Cuccia offrì la sua Comit alla Banca Intesa di Giovanni Bazoli decretando la nascita del gruppo che, nel giro di pochi anni, sarebbe diventato Intesa Sanpaolo. Anche Messina e Cimbri provengono da latitudini molto diverse nella geografia del potere finanziario, ma questa distanza non ha impedito ai due ceo di sedersi negli ultimi giorni di dicembre attorno a un tavolo per progettare il loro deal più ambizioso.
Chi conosce bene Cimbri sa che la testarda determinazione è la sua cifra distintiva. Ed è con questa determinazione che, dall’inizio del 2019, l’amministratore delegato di Unipol ha iniziato a ragionare sul futuro di Bper Banca, la ex popolare di cui via Stalingrado è oggi primo azionista al 19%. Nella mente di Cimbri e dell’ad di Bper Alessandro Vandelli c’era la fusione con un altro peso medio del credito italiano, un gruppo possibilmente ben patrimonializzato e posizionato nelle aree più ricche del Paese.
Il cantiere pensioni resta sempre aperto e i lavoratori continuano a essere spettatori delle discussioni in corso, ponendosi molti interrogativi. D’altra parte la posta in gioco è alta perché la riforma, nelle intenzioni del ministro del lavoro Nunzia Catalfo, dovrà essere strutturale per razionalizzare un sistema che, dopo la riforma Fornero del 2012, si è sviluppato sulle eccezioni più che sulle regole. «L’elevato numero di possibilità di anticipo dell’età di pensionamento rispetto alla norma generale dimostra che la legge Fornero non ha funzionato, in quanto non si era mai verificato, tra l’altro, che una riforma venisse corretta, con una serie di provvedimenti da più governi (Letta, Renzi, Gentiloni, ndr) con ben otto salvaguardie di cui hanno beneficiato oltre 180 mila lavoratori. Inoltre si sta riproponendo un sistema previdenziale con troppe eccezioni e regole differenti per particolari categorie di lavoratori che rischia di riportare a quella giungla pensionistica che ha richiesto circa 20 anni di interventi per giungere ad una standardizzazione delle norme e ad una razionalizzazione del sistema», denuncia il settimo Rapporto di Intinerari Previdenziali, il centro studi diretto da Alberto Brambilla.
Numeri in crescita nel 2019 per Allianz Italia, che ha messo a segno un miglioramento nella raccolta Danni, in particolare nel business Auto. Viene quindi confermato il trend di sviluppo evidenziato nel corso dell’anno, il migliore in termini di crescita organica dei premi totali Danni da dieci anni a questa parte. Complessivamente la raccolta Vita e Danni è ammontata a 14,88 miliardi di euro e l’utile operativo si è posizionato a 1,13 miliardi, «contribuendo», sottolinea la compagnia, «ai positivi risultati registrati dal gruppo Allianz a livello globale». La raccolta Danni è salita del 3,2% a 4,06 miliardi. I premi nel comparto Auto sono cresciuti del 3,1% e il segmento Non auto retail ha evidenziato un +6,8%.
Duvri e cig per affrontare l’emergenza coronavirus in azienda. Il contagio conclamato in Italia del nuovo virus, infatti, impone alle aziende l’aggiornamento del documento di valutazione dei rischi (Duvri) per la presenza del nuovo rischio biologico, nonché la fornitura dei dispositivi di protezione individuali (le mascherine). Per gestire le assenze forzate dei lavoratori (a Codogno il sindaco ha chiuso bar, scuole, locali e negozi), invece, l’azienda può ricorrere a un periodo di cassa integrazione per «eventi di forza maggiore». Per far fronte al focolare della Lombardia, la protezione civile ha individuato due strutture del ministero della difesa per la quarantena dei contagiati: una si trova a Milano, l’altra a Piacenza, per un totale di circa 180 posti letto. La principale criticità che devono affrontare datori di lavoro e consulenti è la sicurezza lavoro, aspetto di particolare importanza atteso che, ai sensi del Tu sicurezza (dlgs n. 81/2008), la responsabilità ricade esclusivamente sul datore di lavoro. Il coronavirus rappresenta un nuovo rischio biologico che impone al datore di lavoro di tutelare i lavoratori. In collaborazione con il medico competente, quindi, deve procedere innanzitutto ad aggiornare il Duvri, documento di valutazione rischi; quindi deve individuare le misure di prevenzione, tra cui la fornitura di Dpi (dispositivi protezione individuale); deve fornire adeguata formazione agli addetti al pronto soccorso e ai lavoratori; e così via.
- La Consob avvia consultazioni su Mifid 2
La Consob ha avviato una consultazione con il mercato finanziario in vista di una Raccomandazione sulle modalità di rendicontazione ex post dei costi e degli oneri connessi alla prestazione di servizi di investimento e accessori. Quest’ultima è una delle aree di maggiore innovazione e impatto operativo di Mifid 2, la seconda versione della direttiva europea in materia di prestazione dei servizi d’investimento. Obiettivo della consultazione è assicurare che gli investitori siano consapevoli di tutti i costi e gli oneri per la valutazione degli investimenti, anche in un’ottica di confronto fra servizi e strumenti finanziari. L’authority presieduta da Paolo Savona si è posta l’esigenza di formulare raccomandazioni con riferimento all’obbligo di rendicontazione ex post dei costi e oneri sostenuti dalla clientela. La consultazione terminerà il 7 marzo.
- Ubi, arriva un sì a Intesa
In attesa che la prossima settimana si riuniscano due comitati degli azionisti di Ubi banca, che insieme totalizzano circa il 10% di Ubi, e dopo il no arrivato giovedì dai soci del Car, ieri è arrivato il via libera all’ops di Intesa Sanpaolo da parte dell’Associazione azionisti Ubi banca. L’organismo, che raggruppa meno dell’1% di Ubi, ha valutato «nel complesso positivamente» le finalità e i contenuti dell’offerta di Ca’ de Sass. E questo perché l’operazione «potrà garantire tanto agli stakeholder della nostra banca quanto al sistema paese, anche in considerazione di potenziali futuri contesti di crisi, nuovi e notevoli spunti di solidità e sviluppo creditizio e sociale»
- I focolai del Nord
La prima vittima in Italia per il coronavirus è un anziano di 77 anni di Monselice, morto ieri in tarda serata all’ospedale di Schiavonia, in provincia di Padova, nello stesso giorno in cui cinquantamila persone temono davvero che il Lodigiano, il cuore dell’epidemia, si riveli la Wuhan d’Italia. Il virus, dalla Cina centrale, ha ormai raggiunto una delle aree più globalizzate del Nord ed è, oltre che in Veneto, alle porte di Milano. Dieci i paesi chiusi attorno all’epicentro del contagio, tra Codogno, Castiglione e Casalpusterlengo. Stop a tempo indeterminato per asili, scuole, uffici, negozi e locali pubblici anche in altri sette paesi. Fermi anche i treni. A rischio- isolamento perfino Lodi. Invitato a restare in casa, per almeno una settimana, un terzo degli abitanti di una provincia che conta 230 mila residenti, snodo cruciale tra Lombardia ed Emilia Romagna. Il primo bilancio del contagio, oltre che fulmineo, è impressionante: 15 infettati, ricoverati tra l’ospedale di Codogno e il centro specialistico «Sacco» di Milano, alcuni in condizioni gravi. Altri due in Veneto, vittime di un altro focolaio. Oltre 250 i pazienti posti in quarantena: 70 medici e infermieri, 79 tra famigliari e amici entrati in contatto con i contagiati nei tre centri-focolaio.
- Allianz, l’utile cresce del 6%
Il gruppo assicurativo tedesco Allianz ha archiviato il 2019 con un utile netto in crescita del 6% a 7,9 miliardi di euro, nonostante il calo registrato nelle prestazioni del ramo danni. Anche l’utile operativo, pari a 11,9 miliardi di euro, è risultato superiore alle attese. Allianz Italia ha registrato una raccolta vita e danni di 14,88 miliardi e un utile operativo a 1,13 miliardi. La raccolta danni in particolare si è attestata a 4,06 miliardi, in aumento del 3,2% rispetto al 2018. Per il ceo di Allianz Italia Giacomo Campora (foto), la crescita della compagnia nel nostro Paese è frutto anche «dell’adozione di meccanismi di pricing basati su machine learning e intelligenza artificiale, che consentono un livello superiore di personalizzazione delle polizze».
- Il Coronavirus paralizza il Lodigiano
Cresce il bilancio del Coronavirus anche in Italia. Sono quindici, in Lombardia, i casi accertati (di cui tre persone tra i 70 e gli 80 anni) a cui si aggiunge la coppia di cinesi a Roma (il ricercatore italiano è invece guarito); 250 i tamponi effettuati e dieci paesi interessati da un’ordinanza emanata da comuni, ministero della Sanità e Protezione civile: Codogno, Castiglione d’Adda, Casalpustelengo, Fombio, Maleo, Somaglia, Bertonico, Terranova de Passerini, Castelgerundio, San Fiorano. L’obiettivo della misura è garantire la sicurezza pubblica e limitare il contagio attraverso lo stop alle attività scolastiche, ludico-sportive, commerciali, lavorative, per almeno 14 giorni, cioè il tempo di presunta incubazione del virus. Ci sarà poi l’interdizione delle fermate dei mezzi pubblici nei comuni interessati dall’ordinanza. Trenord ha già disposto la chiusura delle stazioni di Codogno, Maleo e Casalpusterlengo. Ieri sera sono emersi anche due casi in Veneto: due cittadini veneti che ai primi esami sono risultati positivi, che sono stati isolati in ospedale e si attendono gli esiti di un secondo test a cui sono stati sottoposti.
- Federmanager, accordi per un welfare sanitario
La premessa: la spesa sanitaria privata sfiora ormai i 40 miliardi di euro, con il 90% circa pagato direttamente dai cittadini e il restante 10% intermediato da Fondi, Casse e assicurazioni. L’obiettivo: intercettare questo bisogno, migliorando servizi, prestazioni e alleggerire la quota dei pagamenti da parte dei cittadini. Sul welfare sanitario si sta concentrando l’azione di Federmanager, come spiega il presidente Stefano Cuzzilla. Un impegno che si aggiunge a quelli tradizionali di formazione dei manager e del loro maggiore inserimento nelle pmi.
- Gli utili Allianz a 7,9 miliardi Nuovo buyback da 1,5 miliardi
Allianz ha archiviato il 2019 con un utile netto in crescita del 6% a 7,9 miliardi di euro, nonostante il calo registrato nelle prestazioni del ramo danni. Si tratta di un risultato leggermente superiore a quello previsto da alcuni analisti che indicavano profitti pari a 7,8 miliardi di euro. Anche l’utile operativo, pari a 11,9 miliardi di euro, è risultato superiore alle attese. «Il 2019 è stato un altro anno di successo con risultati record», ha dichiarato il presidente del gruppo Oliver Bäte in una nota. Per l’esercizio 2019, il gruppo propone di pagare ai suoi azionisti un dividendo di 9,60 euro per azione, in aumento per il settimo anno consecutivo. Allianz ha annunciato che lancerà un nuovo programma di riacquisto di azioni per 1,5 miliardi da marzo a dicembre.
- A gennaio le casse dei Pir si sono alleggerite di 120 milioni
Dopo aver archiviato il 2019 con una raccolta negativa per un miliardo di euro, i Pir non hanno cominciato il 2020 nel migliore dei modi. Anzi. A gennaio le casse dei piani individuali di risparmio si sono alleggerite di 120 milioni, in sintonia con l’andamento dei mesi precedenti. Forse è ancora presto, serve più tempo prima di tornare a occupare un posto nei portafogli delle famiglie italiane, ma le attese per un segnale di inversione di tendenza a gennaio indubbiamente c’erano e sono state deluse. L’entusiasmo con il quale i gestori hanno accolto le modifiche normative introdotte con la legge di bilancio 2020, evidentemente non va di pari passo con i tempi tecnici necessari per riproporre questi strumenti ai risparmiatori. Il nuovo limite che impone di investire il 5% al di fuori degli indici Ftse Mib e Ftse Mid richiede tempo, a meno che i prodotti già esistenti non avessero già una strategia simile e che quindi non debbano cambiare il profilo di rischio rispetto alle nuove regole.
- Rc familiare, una novità che farà risparmiare pochi
L’annunciata proroga non è arrivata e così l’Rc auto familiare è entrata in vigore il 16 febbraio. Si tratta di un provvedimento che ha fatto molto discutere, in quanto poco meritocratico, ma che in pochi hanno probabilmente compreso, enfatizzando anche eccessivamente la reale portata delle innovazioni. La recente modifica dell’articolo 134 del Codice delle assicurazioni (Cap) ha determinato un’estensione dei requisiti della Legge Bersani e l’introduzione della nuova Rc auto familiare (Bonus Malus familiare). Si tratta in sostanza di un ampliamento della legge 40/2007, che già aveva previsto l’estensione della classe di merito dell’automobilista più virtuoso della famiglia anche agli altri componenti del nucleo familiare. Tuttavia fino a metà febbraio si poteva tramettere solo a un veicolo simile (auto con auto, moto con moto e così via) e solo quando si assicurava per la prima volta il veicolo. Dal 16 febbraio, invece, è possibile trasferire la classe di merito anche mezzi di trasporto diversi (da auto a moto) e anche nella fase di rinnovo e non solo la prima volta che ci si assicura. L’estensione è riservata in assenza di sinistri con responsabilità esclusiva, principale o paritaria negli ultimi cinque anni.
- «Bisogna ridurre le tasse e stabilire degli indennizzi equi e sostenibili»
«L’Rc Familiare e tanti altri interventi non hanno influenza sul costo complessivo dei sinistri e quindi avranno solo un effetto redistributivo, cioè qualcuno pagherà di più ed altri di meno (paradossalmente le famiglie più abbienti con più veicoli, ndr)», a dirlo è Alessandro Santoliquido, direttore generale e ad di Amissima. Cresciuto in McKinsey, ha maturato diverse esperienze in grandi gruppi: è stato ad di Genialloyd e a Sara. Per molti anni poi è stato presidente della commissione auto di Ania, l’associazione di categoria, contraria a questo provvedimento, ma inascoltata.
- Anche i consumatori sono cauti Pure la Bersani non funzionò
Quando Bersani fece le lenzuolate fummo tutti felici i consumatori ebbero dei risparmi inimmaginabili tranne che in un caso: quello del bonus familiare. Anche allora dissi che era un errore grossolano cercare di imbrogliare la tecnica assicurativa in un ramo obbligatorio per legge e liberalizzato male. Infatti da lì a poco tutte le tariffe bonus aumentarono con il risultato che il secondo autoveicolo all’ingresso in prima classe, grazie alla Bersani, pagava circa il doppio del primo autoveicolo già assicurato ed in prima classe per merito. Con questa spallata facciamo crollare l’ultimo rudere del bonus-malus, come sistema tariffario: in questo caso gli effetti sono molto ridimensionati rispetto al Bersani, parliamo solo di motoveicoli. Diciamo che potranno usufruirne al massimo 500mila persone l’anno. Quindi ci saranno sconti su questi pochi veicoli, probabilmente i risparmi li andremo a riprendere dai 30 milioni di assicurati che forse manco se ne accorgeranno dell’aumento di 4/5 euro l’anno.
- Pir nuova linfa per le Pmi ad alta crescita