Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Il presidente di Cattolica Assicurazioni, Paolo Bedoni, è tornato ieri mattinata nella sede di Ivass per illustrare le motivazioni che hanno portato alla convocazione dell’assemblea straordinaria del 7 marzo. Come noto a chiedere l’assemblea è stato un gruppo di soci (che rappresentano il 2,5% del capitale) pronti a chiedere modifiche allo statuto per rivede la governance di Cattolica e fissare un limite ai mandati degli amministratori. L’autorità, che aveva già chiamato Bedoni nelle scorse settimane e che ha anche avviato un’ispezione nella compagnia (insieme a Consob e alla Gdf) vuole evidentemente vederci chiaro su tutti gli aspetti della questione e ieri Bedoni avrebbe illustrato a Ivass i pareri legali sul quesito all’ordine del giorno, già esaminati dal consiglio.
Il settore dei consulenti finanziari è in salute e continua a crescere a ritmi sostenuti: gli attivi gestiti dalle banche reti hanno raggiunto quota 600 miliardi con 4,5 milioni di famiglie clienti; gli utili delle società mandanti sono in crescita anno dopo anno, mentre aumentano anche gli operatori e i dipendenti. Ma le sfide per i consulenti non mancano, da quelle regolamentari alla necessità di prepararsi ad un ricambio generazionale, attraendo nuovi clienti. Mentre negli ultimi dieci anni (dal 2008 al 2018) le masse gestite dalle reti sono più che raddoppiate, il numero dei nuovi clienti è cresciuto molto più lentamente, con un incremento del 20%. Temi che sono stati al centro della seconda giornata di ConsulenTia 2020, l’evento organizzato a Roma da Anasf giunto ormai alle settima edizione, che quest’anno ha visto per prima volta la partecipazione del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri che ha riconosciuto ai consulenti funzione economica fondamentale. Non solo per contribuire a colmare il gap di educazione finanziaria che caratterizza i risparmiatori italiani rispetto ad altri europei, ma anche per «canalizzare il surplus di risparmio verso il deficit di investimenti, nell’economia reale, nelle imprese, le Pmi, nelle infrastrutture» e dare così una spinta alla crescita.
Con una raccolta netta di 4,2 miliardi nel mese di dicembre le reti hanno chiuso il 2019 con flussi positivi per 34,9 miliardi. E più della metà viene dai prodotti del risparmio gestito. Secondo l’Osservatorio di Assoreti i prodotti assicurativi continuano a guadagnare spazio, mentre sono in calo gli acquisti diretti di titoli di Stato. La raccolta netta complessiva è stata pari a 34,9 miliardi di curo con i volumi netti d’attività, in crescita del 16,4% rispetto al precedente anno, un risultato che rappresenta il secondo migliore risultato di sempre realizzato dalle reti. Il 58% delle risorse nette investite nell’anno coinvolge i prodotti del risparmio gestito, per un ammontare pari a 20,3 miliardi di euro ed una crescita del 51,9% rispetto a12018 (13,4 miliardi); il saldo complessivo delle movimentazioni sui prodotti in regime amministrato è positivo per 143 miliardi di euro e registra una flessione del 12,0% rispetto all’anno precedente (16,7 miliardi). Emerge il molo sempre più importante ricoperto dai prodotti di natura assicurativa.
Il settore automotive sta rivoluzionando la sua rete distributiva in un’ottica di maggiori e diversificati servizi, più digitalizzazione per abbattere i costi e infine, ma non meno importante, con l’obiettivo di stabilire rapporti equilibrati con le case produttrici. A spingere le trasformazioni nel settore sono vari fattori, dalle conseguenze del crollo del mercato nel 2008 fino a una maggior sensibilità ambientale, che sposta il mercato per esempio verso il car sharing, senza dimenticare una più generale concezione dell’auto come generica commodity (o prodotto senza particolari differenze qualitative da brand a brand).
Ecco perché «i concessionari d’auto abbinano nuovi servizi alla tradizionale vendita di veicoli nuovi e usati, con relativo supporto di un’officina», ha spiegato ieri a Milano a ItaliaOggi Gianluca Di Loreto, partner di Bain & Company nonché responsabile del settore automotive della società di consulenza. «Sono esempi di nuovi servizi il brokeraggio per il noleggio di auto a breve e lungo termine, spesso attraverso partnership con società terze, ma anche il brokeraggio di servizi finanziari a supporto della vendita, senza dimenticare le offerte già disponibili come after sales e ricambi ora, però, potenziati». Insomma, i concessionari auto diversificano, si aprono alla concorrenza grazie ad accordi con fornitori di differenti produttori e non disdegnano nemmeno la vendita di accessori multibrand, attraverso società con altre ragioni sociali del loro medesimo gruppo.
L’Inps apre al riscatto agevolato della laurea e l’Associazione nazionale consulenti tributari esprime tutta la sua soddisfazione per una circolare, la n. 6 del 22 gennaio 2020, che prevede che la possibilità di recuperare gli anni di studio universitario, al fine di accedere alla pensione, sia estesa anche a coloro i quali abbiano più di 45 anni, purché rientrino nei requisiti previsti dalla legge Dini: abbiano meno di 18 anni di contributi versati prima del 31/12/1995, almeno 15 anni di contributi versati complessivamente al momento della richiesta di riscatto ed almeno 5 anni nel periodo contributivo successivo al 1995.
- Cattolica, vertice con l’Ivass in vista dell’assemblea
Il presidente di Cattolica, Paolo Bedoni, si è presentato ieri in Ivass in vista dell’assemblea straordinaria del prossimo 7 marzo. Assise convocata per mettere all’ordine del giorno alcune modifiche statutarie di particolare rilevanza, tra cui talune – su limiti di età e mandato – che potrebbero interessare direttamente il numero uno. Così, come riferito da Radiocor Il Sole 24 Ore, Bedoni ha deciso di incontrare di propria iniziativa i vertici dell’Autorità per spiegare il punto di vista del consiglio di amministrazione rispetto ai mutamenti sollecitati da alcuni soci dissidenti guidati da Francesco Brioschi e Massimiliano Cagliero, i quali – forti del 2,5% del capitale – hanno chiesto la convocazione di un’assemblea straordinaria, poi fissata dal board per il 7 marzo.
- Gualtieri: «Più risparmi delle famiglie negli investimenti a lungo termine»
«È necessario un cambio di paradigma nell’approccio agli investimenti da parte degli italiani. I risparmiatori sono abituati alla convertibilità quasi immediata dell’investimento in disponibilità liquida, che è senz’altro una risorsa e un valore fondamentale, ma in un mondo caratterizzato da tassi a zero o negativi questa attitudine degli investitori genera anche effetti subottimali per il singolo e per il sistema nel suo complesso». È questa la strada indicata dal ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, per rilanciare la redditività dei portafogli delle famiglie e aiutare nel contempo la crescita del Paese. Una via che alcune società di gestione e reti distributive di prodotti finanziari hanno già intrapreso negli ultimi mesi per indirizzare i risparmi degli italiani verso investimenti illiquidi. Nel corso del suo intervento a ConsulenTia20, l’evento organizzato dall’Anasf a Roma, rivolgendosi alla platea di consulenti finanziari Gualtieri ha rimarcato a più riprese la necessità di veicolare risorse verso l’economia reale e far capire agli investitori l’importanza del fattore “tempo”.
- Banche, reti in controtendenza: dal 2008 +20% di clienti
Più di una banca su tre scomparsa negli ultimi dieci anni e ottomila sportelli chiusi. Senza contare 15 miliardi di euro messi in campo dallo Stato per i salvataggi bancari. Il modello di banca commerciale è sicuramente in difficoltà, come illustrato ieri a Consulentia 2020 da Maurizio Primanni, Ceo e Fondatore di Excellence Consulting, che, presentando una ricerca ai consulenti finanziari, ha invece ricordato che il modello delle banche reti negli ultimi 10 anni ha acquisito nuova clientela (+20% dal 2008 al 2018). E un altro motivo di ottimismo per le reti è che nel decennio in questione hanno, a Pil e ricchezza delle famiglie sostanzialmente invariati, raddoppiato le masse gestite.
- Covéa: il regolatore chiede un cambiamento nella governance
“Covéa deve cambiare il suo modello di governance”. Secondo les Echos, l’Autorité de contrôle prudentiel et de résolution (ACPR) ha inviato una lettera lo scorso dicembre a nome del consiglio di vigilanza a Thierry Derez, CEO di Covéa, invitando i Consigli di Amministrazione della SGAM Covéa e della Covéa Coopérations – le due strutture ombrello del gruppo mutualista – “ad avviare una revisione globale della loro governance e a presentare all’ACPR l’esito di tale revisione e le decisioni che ne derivano”. Il tono è formale, ma non meno deciso. Il regolatore e l’assicuratore proseguono ora le loro discussioni nell’ambito delle “lettere di follow-up”.
- Le Insurtech raccolgono sempre più capitale in tutto il mondo
Gli investitori continuano a mostrare grande interesse per le giovani imprese del settore assicurativo. Ma alcune start-up hanno dovuto abbandonare la loro attività.