di Anna Messia
L’Rc Auto familiare è partita ma già si addensano dubbi sui reali benefici come spiegano i protagonisti del settore. «La norma ci ha lasciato piuttosto scettici sulla sua reale efficacia perché va ad agire solo su un aspetto tra quelli che incidono sull’Rc Auto tralasciando una riforma più strutturale del settore». Questo il pensiero di Costantino Moretti, amministratore delegato delle compagnia diretta ConTe.it, «Pensare che in caso di rinnovo di polizza o in caso di acquisto di un veicolo nuovo, anche di diversa tipologia, tutti i veicoli di un nucleo famigliare acquisiscano la miglior classe di merito, ovviamente in assenza di sinistri, è una forzatura eccessiva», aggiunge.
L’introduzione della nuova norma sull’Rc famigliare rischierebbe insomma di creare storture al sistema ma anche false aspettative agli assicurati sulla riduzione dei costi. «Partiamo da quest’ultimo. Le stime dichiarate da chi ha introdotto questo emendamento (al decreto Milleproroghe, ndr) sono molto ottimistiche, perché parlano di un risparmio compreso tra il 30 e il 50%», dice Moretti aggiungendo però che «in realtà le classi di merito non incidono più in maniera così significativa sul calcolo del premio perché sono tantissimi anni che la maggior parte degli automobilisti si trova già in prima classe e di conseguenza il sistema bonus-malus è già da tempo dichiarato inefficiente dal settore assicurativo perché non riesce più a discriminare tra un bravo automobilista e uno meno bravo».
In altre parole, le compagnie già da tempo hanno dato meno peso alla classe di merito nella valutazione del rischio e hanno dovuto identificare altri fattori che rappresentassero meglio le caratteristiche di un guidatore. «Oggi al calcolo del rischio, e di conseguenza alla determinazione della tariffa, contribuiscono maggiormente fattori come la storia assicurativa, l’esperienza di guida, la continuità assicurativa o il territorio», spiega Moretti. Esperienza e sinistrosità nel corso degli anni hanno, quindi, assunto una maggiore rilevanza mentre la classe di merito che prima li rappresentava, perché era una buona sintesi di questi parametri, è diventata sempre più inefficace per la definizione del rischio». A rivoluzionare il bonus-malus era sta già la legge Bersani nel 2007, con lo scivolamento verso classi di merito alte e oggi nelle prime classi ricade circa il 90% degli assicurati, di cui il 60% in prima classe. In altre parole, il sistema assicurativo si regge su un equilibrio di molti fattori «e se si interviene solo su uno di questi, il bonus malus, che tra l’altro è anche quello più inefficace, non ci si può aspettare un beneficio di 30-40 punti percentuali. Sicuramente porterà a qualche agevolazione per chi prende un veicolo nuovo oppure per chi si trova ad avere una classe di merito meno favorevole ma non penso che il bilancio familiare, di fatto, ne trarrà un miglioramento sostanziale».
A pronunciarsi contro il provvedimento era stata anche l’Ania, spiegando che la novità normativa «opera solo con una ridistribuzione dei costi degli incidenti con una diminuzione dei prezzi a favore delle famiglie che dispongono di più veicoli, a scapito di quelle che ne possiedono solo uno». Mentre Carlo Cimbri, amministratore delegato del gruppo Unipol, leader in Italia nell’Rc Auto ha aggiunto che «le compagnie aumenteranno i prezzi e rivedranno le componenti tariffarie per far sì che questa operazione sia un gioco a somma zero». (riproduzione riservata)
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