All’interno dei lavori della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali, è stato ascoltato anche il parere del Segretario Generale di Ivass, Stefano De Polis che ha esposto le sue considerazioni in funzione della quotidiana esperienza di vigilanza sul più ampio settore delle cauzioni assicurative prestate a favore di enti pubblici per l’esecuzione di concessioni e appalti.
La gestione dei rifiuti è uno dei numerosi ambiti in cui l’ordinamento italiano richiede agli operatori economici la presentazione di una garanzia finanziaria o assicurativa per l’accesso a un’attività economica
Il settore delle cauzioni presenta evidenti criticità. De Polis ha ricordato che chi vuole operare nel settore dei rifiuti ha necessità di reperire una garanzia finanziaria o assicurativa da presentare alla Regione per accedere all’attività economica e avviare la discarica. “Tuttavia, tenuto conto delle caratteristiche di questo tipo di garanzie che comportano impegni ragguardevoli e di lunga durata nonché rischi complessi, sia le banche sia le compagnie italiane sono molto caute e selettive nell’offrire tali protezioni. Offrono tali garanzie anche operatori esteri operanti in Italia in regime di LPS, sovente a condizioni di polizza molto favorevoli. Purtroppo, in non poche circostanze queste compagnie si sono rivelate poco affidabili. Nella esperienza dell’Ivass la distribuzione in Italia di queste assicurazioni estere ha spesso luogo attraverso soggetti italiani (agenti e broker) in relazione di contiguità con gli stessi operatori che necessitano della polizza per accedere all’attività economica, nel caso di specie di gestione dei rifiuti”.
Non mancano poi i casi in cui vengono fornite alle Pubbliche amministrazioni vere e proprie polizze false. De Polis ha spiegato che in molti casi si tratta di “grossolane contraffazioni. Si cambia una lettera al nome della compagnia estera e basterebbe l’ordinaria diligenza per accorgersi del falso”. Purtroppo questo non accade “e riteniamo pertanto utile provvedere a un’adeguata formazione e attenzione del personale delle amministrazioni beneficiarie delle garanzie. Andrebbero adottati strumenti idonei a prevenire situazioni di commistione o corruzione, ma anche scoraggiati atteggiamenti volti a considerare le garanzie alla stregua di meri documenti formali da allegare a una pratica”. De Polis ha aggiunto che in un settore insidioso come quello delle polizze fideiussorie non mancano casi virtuosi con alcune “Regioni che ci interpellano per sapere se la polizza fideiussoria sia vera”.
Quando viene appurata la falsità della polizza (l’Istituto collabora nell’attività di contrasto alle polizze false con le autorità inquirenti e la Guardia di Finanza), l’Ivass provvede a darne segnalazione sul sito internet. “Dal 2013 a oggi – ha detto De Polis – abbiamo inserito 31 avvisi, l’ultimo dei quali nell’agosto scorso”.
Secondo il parere dell’Ivass, per rimuovere l’importante divario esistente tra obiettivi e attese della legge in materia di garanzie finanziarie connesse al ciclo dei rifiuti e il loro effettivo funzionamento nel mercato italiano, in merito alle coperture assicurative sono due le aree meritevoli di intervento: “eliminare o attenuare i fattori che possono rendere più difficile offrire la copertura da parte delle compagnie; minimizzare il rischio che formulazioni contrattuali specifiche svuotino, di fatto, il contenuto atteso della garanzia”.
De Polis ha aggiunto che sarebbe necessario “individuare con maggiore compiutezza i fattori che impediscono o rendono difficoltosa l’offerta della garanzia finanziaria, in modo da approntare idonee proposte di modifica, anche sul piano normativo”. Definire quindi schemi di contratti tipo per le garanzie fideiussorie sarebbe utile per evitare l’inserimento di clausole contrattuali speciali che di fatto contraddicano la natura “a prima richiesta” che la garanzia dovrebbe avere, rendendo difficile l’escussione e spesso costituendo fonte di contenzioso giudiziale.
Guardando al futuro, l’utilizzo della blockchain potrebbe essere la soluzione contro le frodi. De Polis ha infatti anticipato alla Commissione che “è in fase di avvio una sandbox su una piattaforma per la gestione automatica del ciclo di vita delle fideiussioni e cauzioni”. L’iniziativa è stata promossa da alcuni Comuni che sperimenteranno l’efficacia della soluzione nei primi mesi di quest’anno. La sperimentazione si propone di valutare “l’efficacia della soluzione blockchain per garantire l’identità dell’impresa o dell’intermediario (anche estero) che offre la fideiussione o la cauzione, con la verifica della sussistenza delle opportune autorizzazioni ad operare e del controllo di vigilanza sulla casa madre”. Infine, De Polis ha aggiunto che la tecnologia blockchain potrebbe garantire “la sottoscrizione di un contratto tipo, predeterminato e ritenuto adeguato dalle amministrazioni partecipanti; la certezza dell’emissione della polizza, registrata in uno smart contract e archiviata con le funzioni di conservazione documentale della blockchain, che garantiscono l’immutabilità della scrittura contabile e l’applicazione in via automatica delle verifiche a fini di legge o richieste dalle singole amministrazioni”.