Eurizon ha chiuso il 2018 con un utile netto consolidato di 465 milioni, in calo del 9% rispetto all’utile pro-forma del 2017 che esclude il contributo straordinario derivante dalla cessione di Allfunds Bank. Il valore del patrimonio gestito è ammontato a 303 miliardi. Il margine da commissioni si è attestato a 701 milioni (-2,4%). Il cost-income al 21%, spiega la società, «conferma gli eccezionali livelli di efficienza operativa». La raccolta netta è stata di 4,1 miliardi di euro, grazie soprattutto al contributo dei fondi aperti. Ancora una volta l’interesse dei sottoscrittori si è concentrato sui fondi flessibili.
«Si chiude un anno negativo su quasi tutti i mercati, nel quale la creazione di valore è stata difficile nonostante la diversificazione di portafoglio», ha spiegato l’a.d. Tommaso Corcos. «La nostra squadra ha intensificato gli sforzi per ampliare l’offerta dedicata e collaborare internamente, nella relazione con i nostri partner e con le reti, per sviluppare un modello di consulenza ad alto valore aggiunto. Per il 2019 intendiamo continuare a favorire la diffusione della cultura finanziaria e il sostegno all’economia reale, mantenendo alta l’attenzione sulla qualità degli investimenti».
L’altra controllata Banca Imi ha riportato l’anno scorso un utile netto in crescita tendenziale del 19,8% a 803,1 milioni e un risultato della gestione caratteristica di 1,671 miliardi (+8,5%). Le commissioni nette sono diminuite dell’1,9% a 417,6 milioni, mentre i profitti da operazioni finanziarie sono saliti dell’11,1% a 678,7 milioni e gli interessi netti del 14% a 574,4 mln. Il margine di intermediazione è migliorato del 7,2% a 1,682 miliardi. Il cost-income della merchant bank di Intesa Sanpaolo è ulteriormente migliorato al 27,7% dal 29,4% del 2017. Il totale degli attivi ha superato i 165 miliardi di euro.
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