Quando si tratta di conservare dati sensibili come quelli medici gli americani ritengono più affidabili il medico di base, le assicurazioni sanitarie o gli enti di ricerca, piuttosto che i colossi del web come Google, Amazon o Facebook.
Lo rivela il sondaggio realizzato lo scorso autunno negli Usa da Rock Health su un campione di 4.000 cittadini americani.
Gli americani non sono ancora pronti a consegnare i dati medici ai gruppi del digitale: il 72% li condividerebbe col medico curante, il 49% con la società dell’assicurazione sanitaria, il 47% con la farmacia, il 35% con un ente di ricerca, il 20% con una casa farmaceutica, il 12% con un ente federale e l’11% con le tech companies, che si piazzano così in fondo alla classifica.
Rock Health ha anche chiesto agli americani di indicare quale, tra le aziende della tecnologia, ritengono comunque più fidata. Forse a sorpresa, i colossi del digitale Google e Amazon si posizionano ai vertici, mentre Ibm finisce all’ultimo posto. Penultima Facebook, colpita probabilmente dai tanti scandali sulla gestione dei dati. Nel dettaglio, il 60% del campione dice di fidarsi di più di Google, il 53% preferisce Amazon, il 51% Microsoft, il 49% Apple, il 46% Samsung, il 40% Facebook e il 34% Ibm.
Il sondaggio ha evidenziato un aumento dell’utilizzo di dispositivi indossabili per la salute come quelli prodotti da Apple, Samsung e Fitbit: nel 2017 i wearable per il monitoraggio dei parametri vitali erano adoperati dal 20% del campione, mentre ora li usa il 30%, grazie alla capacità di attrarre fasce di pubblico non solo tra gli amanti del fitness ma anche tra chi ha bisogno di un aiuto nella gestione di una patologia cronica.