Warren Buffett non ha ancora sciolto le riserve sulla possibilità di chiedere una poltrona nel cda di Cattolica assicurazioni in occasione dell’assemblea degli azionisti che si svolgerà in aprile, quando è previsto il rinnovo del board. «Non so se chiederanno un consigliere, perché loro sono molto attenti alla governance», ha spiegato l’a.d. della compagnia veronese, Alberto Minali. «Credo che lo sapremo nelle prossime settimane, per capire se vorranno entrare in cda con un consigliere o creare una specie di patto di sindacato».
In base allo statuto di Cattolica, la quota minima per presentare domanda di un posto in consiglio è del 10% (Berkshire ha il 9,05%), ma occorre che la richiesta arrivi da almeno due soci. Ciò implicherebbe la necessità, per il braccio d’investimento di Buffett, di legarsi a qualche altro socio in un patto, almeno temporaneo. «Per il momento non ho informazioni», ha aggiunto Minali. «Ovviamente un socio di questa caratura mi ha dato una grande soddisfazione, e tutto ciò che fa bene al titolo è sempre auspicabile. Se Buffett vuole entrare nel board, ha una tale importanza che la risposta è evidente. Se vogliono invece una governance meno attiva e più passiva, fidandosi del management, altrettanto bene».
Intanto Cattolica non intende annullare la quota di azioni proprie detenute, attualmente superiore al 4%, ma a determinate condizioni potrebbe utilizzarle per operazioni di aggregazione in scambi carta contro carta. Sul fronte dell’alleanza con il Banco Bpm, inoltre, Minali ha riferito che «stiamo andando molto bene su tutta la parte danni e la parte protezione, mentre siamo meno contenti dell’andamento del business vita».
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