A livello globale nel 2018 la banca francese ha realizzato 6,8 miliardi di profitti
Sul mercato tricolore in crescita il risparmio gestito (+3%) e gli impieghi (+6%), spinti dai mutui per la casa e dai finanziamenti alle imprese. Proventi operativi record a quota 1,9 miliardi di euro
di Giulio Zangrandi
Risultati oltre le aspettative per Crédit Agricole, che ieri ha pubblicato i conti del quarto trimestre e dell’intero esercizio 2018. Nel complesso la banca ha archiviato un anno estremamente positivo, sintetizzato da un utile netto di 6,844 miliardi di euro, in crescita del 4,7% rispetto al 2017.
A questo risultato ha contribuito il business italiano, che a livello aggregato ha fruttato al colosso creditizio transalpino un profitto netto di 793 milioni di euro, in crescita dell’8% rispetto all’esercizio precedente. Per quanto riguarda nello specifico l’apporto di Crédit Agricole Italia (ex Cariparma), l’ultima riga del conto economico della divisione guidata dal senior country officer Giampiero Maioli si è attestata a quota 274 milioni di euro, in crescita tendenziale del 10%. L’importo sale a 297 milioni (+13% anno su anno), se si escludono le poste straordinarie legate ai contributi spesati per alimentare i fondi di garanzia e risoluzione.
Scendendo nel dettaglio dei conti, sono in aumento tutte le principali voci dell’attività bancaria, dal risparmio gestito (+3%) agli impieghi (+6%), favoriti dai prestiti per acquisto di abitazioni (+10%) e dai volumi intermediati di credito al consumo (+33%). Bene anche i finanziamenti alle imprese (+4%) e in particolare al segmento «Agri-Agro» (+7%). Sono state inoltre acquisiti 140 mila nuovi clienti, con il 20% dei conti correnti aperto attraverso il canale online. I proventi operativi netti si sono quindi attestati a 1,938 miliardi di euro, con un’incidenza delle commissioni pari al 46% (44% nel 2017). Sul fronte della qualità del credito, lo stock di non performing lans è diminuito del 37% in seguito a un programma di cessioni da 1,4 miliardi di euro lordi. Ne conseguono adeguati livelli di copertura del portafoglio non performing (deteriorati al 52,5% e sofferenze al 68,4%), nonostante l’incidenza dei crediti deteriorati netti sia in lieve aumento al 3,8% (dal 3,7% di fine 2017).
Per quanto riguarda gli indicatori patrimoniali, a fine dicembre il total capital era ulteriormente migliorato al 16,8 dal 15,1% registrato l’anno precedente, mentre il Cet 1 e il Lcr si attestavano rispettivamente all’11,2 e al 148%. Crédit Agricole ha spiegato che gli ottimi conti registrati nella Penisola a livello aggregato dipendono principalmente dal sempre maggiore coordinamento sinergico tra le diverse linee di business del gruppo, che comprende al suo interno anche società di corporate e investment banking, credito al consumo, leasing e factoring, asset management e asset services, assicurazioni e wealth management. Tornando ai risultati consolidati, le performance della banca sono state positive anche in riferimento all’ultimo trimestre 2018, con un utile netto di 1,01 miliardi di euro e ricavi per 4,85 miliardi. (riproduzione riservata)
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