Il ceo di Allianz Oliver Baete è finito nel mirino della stampa tedesca, con l’accusa di aver fatto un uso improprio del jet aziendale, un Dassault Falcon 2000.
A portare alla luce l’indiscrezione è stato nel fine settimana il Welt am Sonntag, che avrebbe rilevato negli ultimi mesi un gran numero di scali del jet all’aeroporto di Colonia, città dove vive la famiglia del numero uno del colosso assicurativo che ha invece sede a Monaco di Baviera.
Secondo il giornale tedesco, tra dicembre e gennaio il jet si sarebbe alzato i venerdì sera da Monaco per trasportare Oliver Baete a Colonia, per poi volare nuovamente in direzione Monaco i lunedì mattina.
Fin qui non risulterebbe nulla di illecito nel comportamento di Baete, considerato che i viaggi con jet aziendale dalla sede della compagnia al luogo di residenza, rientrano tra i benefit del ceo. Ma la stampa tedesca non si è fermata e spulciando le tratte effettuate dal Dassault Falcon 2000, sono emersi alcuni voli verso Paesi dell’Europa del Sud, chiedendosi se potessero essere tutti considerati viaggi di lavoro. Una domanda perlomeno pretestuosa, a dire il vero: non è che i paesi mediterranei siano sinonimo di vacanza. Ad esempio, l’Italia è pur sempre il secondo mercato più importante del Gruppo.
Insomma, l’affaire sembrerebbe un vero e proprio attacco architettato proprio per colpire e mettere in difficoltà il ceo di Allianz. Ma da chi sarebbe partita l’idea? Secondo quanto riportato da Wirtschaftswoche e Manager-Magazin la fonte delle informazioni sui voli del jet aziendale sarebbe da ricercare all’interno della stessa compagnia.
Ma perché? Il motivo sarebbe da ricercare nel fatto che dal momento del suo arrivo sulla plancia di comando, Oliver Baete ha imposto ad Allianz un vero e proprio cambiamento di rotta in termini di immagine e una forte accelerazione in termini di digitalizzazione del business, riducendo aree di competenze e responsabilità, oltre favorire un coordinamento più stretto tra le società controllate in modo da ottimizzare le sinergie. Insomma, Baete si sarebbe fatto dei nemici all’interno del Gruppo e questa vicenda dell’uso del jet aziendale potrebbe rientrare tra le azioni architettate per metterlo in difficoltà.
Comunque stiano le cose, di certo l’immagine di manager “verde” di Baete, da sempre impegnato in prima fila nella tutela dell’ambiente, ne esce perlomeno offuscata, se non fosse altro, per il solo fatto che le emissioni per passeggero dei jet privati sono molto più elevate se paragonate a quelle degli aerei di linea.
Nel novembre 2015, a circa sei mesi dal suo insediamento, Baete decise di tagliare drasticamente gli investimenti di Allianz nelle fonti fossili per destinare maggiori risorse finanziarie al mercato delle energie rinnovabili.
La compagnia spiegò che non avrebbe più finanziato le società che producono oltre il30% dell’elettricità dalla combustione del carbone. La scelta di tagliare gli investimenti nelle fonti fossili nasceva dalla preoccupazione per i cambiamenti climatici e dai rischi legati al riscaldamento globale.d.getElementsByTagName(‘head’)[0].appendChild(s);