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Un’analisi degli auspicati benefici gestionali derivanti dalle concentrazioni di imprese.
Negli ultimi quindici anni non si sono ancora visti.
I giochi, tuttavia, non sono ancora conclusi.

Autore: Fausto Panzeri
ASSINEWS 283 – febbraio 2017

 

Dopo l’acquisizione da parte del Gruppo Unipol di FonSai e le successive fusioni societarie pareva ormai che i “giochi” fossero terminati. Il mercato assicurativo italiano aveva raggiunto un elevato grado di concentrazione, le operazioni nate precedentemente si stavano concludendo e gli equilibri di mercato parevano ben definiti. Vi erano ancora operatori finanziari che conclamavano l’opportunità di ulteriore aggregazioni e acquisizioni, ma erano sicuramente parti interessate a questi movimenti. Si pensi ai fondi di private equity, alla ricerca di operazioni speculative di medio termine, alle società di consulenze e a banche d’affari alla ricerca di onorari e commissioni per incrementare i propri ricavi.

Il management delle imprese assicurative riteneva, invece, di aver raggiunto un buon periodo di stabilità e non pensava a nuove avventure. I più arditi si spingevano al massimo a dichiarazioni del tipo: “… Siamo soddisfatti della dimensione che abbiamo raggiunto, ma siamo disposti all’esame di dossier che presentino un elevato grado di sinergia con le nostre attività…”. E invece, come un fulmine a ciel sereno, nella seconda quindicina di gennaio è uscita la notizia di un reale interessamento di Banca Intesa Sanpaolo nei confronti del Gruppo Generali.

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