Il trend in discesa delle insolvenze a livello globale è arrivato al capolinea. È quanto stima Euler Hermes, compagnia d’assicurazione crediti del gruppo Allianz, nel suo rapporto sulle insolvenze delle imprese di tutto il mondo. La forte pressione deflazionistica e una domanda globale fiacca, hanno reso più difficile la vita delle imprese. «Dopo due anni di diminuzioni delle insolvenze», afferma Ludovic Subran, capo economista di Euler Hermes, «il nostro indicatore per il 2016, calcolato nei paesi che rappresentano l’84% del pil mondiale, dovrebbe riportare un’ulteriore diminuzione del 2%.

Ma nel 2017 è prevista un’inversione di tendenza, con una crescita delle insolvenze stimata nell’1%. Questo perché la crescita globale non sta accelerando e nei prossimi anni resterà sotto il +3%. Le imprese saranno quindi più vulnerabili agli shock esterni». In attesa del rilascio del rapporto sui mancati pagamenti, previsto per marzo prossimo, Eurler Hermes stima che nel 2017 l’indice globale delle insolvenze s’attesterà sul -4% nell’Europa occidentale e -1% in Europa orientale. «Per Italia», precisa Luca Burrafato, capo della Regione Mame di Euler Hermes, «prevediamo che le insolvenze avranno un decremento del 5% sia nel 2016 sia nel 2017. Tuttavia le imprese italiane rimangono vulnerabili rispetto alla crisi di fiducia legata alla prolungata instabilità politica». In un elenco di 189 aziende dichiarate insolventi nel mondo nei primi 9 mesi del 2016 nove sono italiane e, di queste, tre del settore agroalimentare: Grandi Molini Italiani, Cantine Brusa e Soc. Agr. Cons. Coop. Siglabile.

Luisa Contri
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