di Paola Valentini
Nel 2016 l’industria italiana del risparmio gestito ha raccolto 55,6 miliardi di euro. Emerge dalla mappa relativa all’ultimo trimestre 2016 elaborata da Assogestioni che completa i dati già pubblicati nelle statistiche mensili. Si conferma, dunque, il rallentamento rispetto al 2015 quando i miliardi raccolti erano stati 144.
Il patrimonio gestito è comunque salito al massimo storico di 1.943 miliardi di euro a fine 2016 di cui 901 miliardi nei fondi aperti e 993 miliardi nelle gestioni di portafoglio (cui si aggiungono 48 miliardi nei fondi chiusi).
Nell’anno in totale i fondi aperti hanno ottenuto 34,3 miliardi e le gestioni di portafoglio 20,4 miliardi tutti relativi alle gestioni assicurative (20,6 miliardi). A fare la parte del leone tra i fondi aperti sono sempre i prodotti di diritto estero che hanno chiuso il 2016 con una raccolta netta di 29 miliardi, mentre 5,3 miliardi sono confluiti nei prodotti di diritto italiano.
Sul fronte delle singole specializzazioni i fondi aperti azionari hanno archiviato i 12 mesi con un rosso di 1,6 miliardi, negativi anche i fondi di liquidità (-763 milioni), in attivo gli obbligazionari, 18,5 miliardi, i flessibili, 14,4 miliardi, i bilanciati, 4,2 miliardi.
Per quanto riguarda i dati dell’ultimo trimestre riferiti alle singole società di gestione, prima per raccolta è Intesa Sanpaolo con 5,3 miliardi, segue Amundi, prossima all’integrazione con Pioneer, con 2,3 miliardi, e Axa con 1,1 miliardi. Tra i big in rosso Pioneer (-1,1 miliardi) e Generali (-3,1 miliardi).
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