di Francesca Gerosa
In vista della scadenza del 30 settembre per la presentazione delle disdette per la partecipazione al patto che governa Mediobanca , al momento non c’è la sensazione che qualcuno dia disdetta, ma neppure ci sono indicazioni di nuovi ingressi. E’ quanto si è appreso da fonti vicine al patto al termine della riunione terminata in tarda mattinata.
Il patto vincola il 31,05% circa del capitale di Mediobanca , scadrà a fine anno e si rinnoverà automaticamente per altri due anni per i partecipanti che non abbiano presentato la disdetta entro il 30 settembre, purché il patto rappresenti almeno il 25% del capitale. “Ci riaggiorniamo a settembre”, ha aggiunto una fonte.
Durante l’assemblea del patto, preceduta dal direttivo della banca, non ci sono state neppure indicazioni di nuove entrate nell’accordo. Il primo azionista di Mediobanca è Unicredit con l’8,56% del capitale sociale e il 27,56% delle azioni vincolate, seguito da Vincent Bolloré, tramite la Financiere du Perguet, con l’8% del capitale e il 25,77% delle azioni vincolate.
Segue il gruppo Mediolanum con il 3,34% del capitale sociale e il 10,76% di quello vincolato. Tra gli altri principali soci vi sono Edizione della famiglia Benetton con il 2,14% delle azioni, Pirelli con l’1,81%, Italmobiliare con l’1%, Fininvest con lo 0,99%, il gruppo Gavio con lo 0,67% e il gruppo Ferrero con lo 0,66%.
Secondo più fonti, l’unico argomento trattato nella riunione è stato quello dei conti del primo semestre 2016-2017, presentati dettagliatamente dal ceo, Alberto Nagel. “E’ stato molto loquace, non c’è stato bisogno di fare domande”, ha spiegato un’altra fonte. Come nel direttivo, non si è discusso del dossier Generali . “Non si è parlato di Generali “, ha confermato Carlo Pesenti, consigliere delegato di Italmobiliare , all’uscita da Mediobanca .
La compagnia assicurativa, di cui Mediobanca è primo azionista con il 13%, è in attesa di capire se Intesa Sanpaolo si farà avanti con un’offerta amichevole. Un ruolo chiave potrebbe essere giocato da Unicredit che ha, appunto l’8,56% di Mediobanca , ha lanciato un maxi aumento di capitale e potrebbe essere obbligato a vendere questa partecipazione. Intesa Sanpaolo potrebbe rilevarla, entrare in Mediobanca e attuare un consolidamento del controllo italiano su Generali anche attraverso la creazione di un patto di sindacato sulla compagnia triestina con il controllo di oltre il 20% del capitale.
Proprio oggi il ceo di Mediobanca , Alberto Nagel, e il ceo di Unicredit , Jean Pierre Mustier, sembrano aver fatto pace stringendosi la mano dopo la riunione del direttivo. Mustier è infatti stato accompagnato all’uscita dalla sede, in Piazzetta Cuccia, da Nagel. “Ci ha fatto una grande cortesia a venire”, si è limitato a dire l’ad di Mediobanca , prima che Mustier si allontanasse in auto, senza rilasciare dichiarazioni.
Il patto di Mediobanca tornerà a riunirsi a settembre, quest’anno in vista anche della definizione delle liste per il rinnovo delle cariche sociali all’assemblea della banca di fine ottobre. A Piazza Affari al momento il titolo Mediobanca cede lo 0,61% a 8,11 euro in compagnia di Unicredit (-1,86% a 12,68 euro), mentre salgono Generali (+1,09% a 14,89 euro) e Intesa Sanpaolo (+1,28% a 2,218 euro).
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